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Radioterapia stereotassica e terapia ormonale nuova opzione per il tumore alla prostata

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Radioterapia stereotassica e terapia ormonale sono un nuovo approccio combinato per il carcinoma prostatico metastatico

Uno studio di fase II, condotto presso l’IRCCS Istituto Europeo di Oncologia di Milano e pubblicato su The Lancet Oncology, ha evidenziato come l’aggiunta di una breve terapia di deprivazione androgenica (ADT) alla radioterapia stereotassica corporea (SBRT) riduca della metà il rischio di progressione della malattia nei pazienti con tumore alla prostata oligometastatico metacrono, sensibile agli ormoni.

Secondo i dati raccolti, la sopravvivenza libera da progressione clinica (PFS) mediana è passata da 15,1 mesi con la sola SBRT a 32,2 mesi con l’aggiunta di sei mesi di ADT (HR 0,43; IC 95%: 0,26-0,72; P=0,0010). Anche la sopravvivenza libera da progressione biochimica (biochemical PFS) ha mostrato un miglioramento significativo, aumentando da 12,6 mesi a 26,8 mesi (HR 0,40; IC 95%: 0,24-0,66; P=0,0002). I risultati supportano l’efficacia della combinazione terapeutica nella gestione del tumore alla prostata oligorecorrente sensibile agli ormoni.

Disegno dello studio e caratteristiche dei pazienti
Lo studio RADIOSA era uno studio di fase II a etichetta aperta che ha coinvolto 105 pazienti, assegnati in modo casuale a ricevere SBRT da sola (30 Gy in tre frazioni somministrate a giorni alterni o regimi equivalenti in base alla sede della malattia) o in combinazione con sei mesi di terapia di deprivazione androgenica.

I criteri di inclusione prevedevano pazienti con diagnosi iniziale di adenocarcinoma della prostata, progressione biochimica dopo trattamento radicale locale, recidiva linfonodale pelvica o extra-regionale, metastasi ossee rilevate con imaging di nuova generazione (massimo tre lesioni) e un buono stato generale di salute. L’età mediana era di 70 anni e il numero medio di metastasi oligorecorrenti era di una (64%), due (26%) o tre (10%).

L’endpoint primario dello studio era la sopravvivenza libera da progressione clinica (PFS), definita come il tempo dalla randomizzazione alla comparsa di nuove lesioni locali, regionali o metastatiche o al decesso per qualsiasi causa. Tra gli endpoint secondari vi erano la sopravvivenza globale (OS) e la PFS biochimica. Al momento dell’analisi, la OS risultava ancora immatura, con tassi di sopravvivenza a uno e due anni pari al 100% e al 95%, rispettivamente.

Implicazioni cliniche e sicurezza del trattamento
I risultati dello studio rappresentano un importante passo avanti nella gestione del carcinoma prostatico oligometastatico. La combinazione di SBRT e una breve ADT ha dimostrato di raddoppiare la sopravvivenza libera da progressione, mantenendo al contempo un profilo di tossicità accettabile.

Dal punto di vista della sicurezza, solo un paziente nel gruppo combinato ha sviluppato un evento avverso di grado 3 (stenosi dell’uretere sinistro), mentre nel gruppo SBRT da sola si è verificato un evento avverso gastrointestinale acuto di grado 1, entrambi risolti al follow-up. Per quanto riguarda la tossicità correlata all’ADT, il 43% dei pazienti trattati con la combinazione ha riportato effetti collaterali di grado 1, tra cui vampate di calore (100% dei pazienti sintomatici), astenia (16%), insonnia (8%) e dolori muscolari (4%).

Un elemento di rilievo è che quasi tutti i pazienti nel gruppo combinato hanno mostrato un recupero dei livelli di testosterone a un anno dal trattamento, suggerendo che l’approccio intermittente con ADT possa rappresentare una strategia efficace per mantenere i benefici oncologici riducendo al minimo l’impatto sulla qualità della vita.

Prospettive future e selezione dei pazienti
Gli autori dello studio sottolineano che la selezione dei pazienti è un fattore cruciale nella decisione terapeutica. L’analisi dei sottogruppi ha infatti evidenziato che il vantaggio in termini di PFS clinica non è stato osservato in pazienti con PSA tra 0 e 2 ng/mL, tempo di raddoppio del PSA superiore a tre mesi, stadio M1a alla diagnosi o un intervallo superiore a 43 mesi tra il trattamento curativo iniziale e la SBRT.

Questi risultati suggeriscono che l’effetto benefico dell’aggiunta dell’ADT potrebbe derivare principalmente dalla soppressione della malattia occulta piuttosto che dalla sua eradicazione definitiva. Inoltre, gli esperti evidenziano che, nonostante la tossicità riportata sia modesta, l’impatto dell’ADT sulla qualità di vita è significativo e dovrebbe essere discusso dettagliatamente con il paziente prima di intraprendere questa strategia terapeutica.

Bibliografia
Jereczek-Fossa BA, et al. “Adding a short course of androgen deprivation to stereotactic body radiotherapy improves clinical outcomes in oligorecurrent prostate cancer”. The Lancet Oncology, 2024. doi:10.1016/S1470-2045(24)

Kishan A, Valle L. “Commentary: Short-course ADT and SBRT in prostate cancer”. The Lancet Oncology, 2024. leggi

European Institute of Oncology, “The RADIOSA study: A new approach to treating oligorecurrent prostate cancer”, 2024 leggi 

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