Un’ampia indagine epidemiologica ha messo in luce la relazione tra il consumo di burro e quello di oli vegetali in relazione alla mortalità
Un’ampia indagine epidemiologica ha messo in luce la relazione tra il consumo di burro e quello di oli vegetali in relazione alla mortalità. Secondo i dati raccolti in oltre tre decenni di osservazione, un maggiore consumo di burro è stato associato a un aumento del rischio di mortalità, mentre gli oli vegetali, in particolare olio d’oliva, di soia e di canola, si sono rivelati protettivi per la salute. Questi risultati suggeriscono che sostituire il burro con oli di origine vegetale potrebbe migliorare le prospettive di longevità e ridurre la mortalità per cause specifiche, in particolare per il cancro.
Un confronto tra burro e oli vegetali
I ricercatori del Brigham and Women’s Hospital e della Harvard Medical School di Boston, guidati da Dong Wang, hanno analizzato dati provenienti da oltre 220.000 adulti, privi di patologie gravi al momento dell’arruolamento nello studio.
Questi partecipanti, provenienti da tre grandi database statunitensi (Nurses’ Health Study, Nurses’ Health Study II e Health Professionals Follow-up Study), hanno risposto a questionari alimentari ogni quattro anni per un periodo di 33 anni. I risultati, pubblicati su JAMA Internal Medicine, indicano che un elevato consumo di burro è correlato a un aumento del rischio di mortalità generale (HR 1.15, 95% CI 1.08-1.22), mentre un consumo più elevato di oli vegetali è associato a una riduzione della mortalità (HR 0.84, 95% CI 0.79-0.90). Anche escludendo l’olio d’oliva, l’effetto protettivo degli oli vegetali rimane evidente (HR 0.92, 95% CI 0.86-0.98).
Un dato particolarmente significativo riguarda la sostituzione del burro con oli vegetali: per ogni 10 grammi di burro sostituiti con un equivalente quantitativo di oli vegetali, si osserva un miglioramento nella sopravvivenza (HR 0.83, 95% CI 0.79-0.86), con una riduzione della mortalità da cancro (HR 0.83, 95% CI 0.76-0.90), ma senza un impatto significativo sulla mortalità cardiovascolare (HR 0.94, 95% CI 0.86-1.03).
I meccanismi di azione dei grassi
L’effetto deleterio del burro è attribuibile al suo elevato contenuto di grassi saturi e colesterolo, elementi noti per il loro impatto negativo sulla salute cardiovascolare e sul metabolismo lipidico. Al contrario, gli oli vegetali, tra cui l’olio d’oliva, di soia e di canola, sono ricchi di acidi grassi insaturi, tra cui gli omega-3 e omega-6, noti per le loro proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Questi composti contribuiscono alla riduzione del rischio di malattie croniche e all’aumento della longevità.
Park e Park, esperti dell’Università dell’Arkansas, hanno evidenziato nel loro commento allo studio che non tutti gli oli vegetali offrono gli stessi benefici. Sebbene l’olio d’oliva, di soia e di canola abbiano dimostrato di ridurre la mortalità con ogni incremento giornaliero di 5 grammi (rispettivamente HR 0.92, 95% CI 0.91-0.94; HR 0.94, 95% CI 0.91-0.96; HR 0.85, 95% CI 0.78-0.92), gli effetti positivi non sono stati riscontrati per altri oli vegetali come quelli di mais e cartamo. Inoltre, oli come quello di palma e di cocco, non inclusi nello studio, sono stati in passato associati a effetti negativi sulla salute.
Prospettive future e raccomandazioni nutrizionali
I risultati dello studio si allineano con le linee guida dietetiche dell’American Heart Association e delle Dietary Guidelines for Americans, che incoraggiano la riduzione dell’assunzione di grassi saturi e la loro sostituzione con grassi insaturi per migliorare la salute generale. Secondo gli autori dello studio, una sostituzione quotidiana di tre piccole porzioni di burro (circa 15 grammi) con un cucchiaio di olio vegetale (15 grammi) potrebbe ridurre il rischio di mortalità prematura.
Un aspetto importante emerso dalla ricerca è il ruolo del costo degli alimenti nella scelta della fonte di grassi. Mentre l’olio d’oliva è spesso considerato l’opzione più salutare, il suo costo elevato potrebbe limitarne l’accessibilità per alcuni individui. In quest’ottica, oli più economici come quello di soia e di canola rappresentano alternative accessibili che offrono comunque benefici per la salute.
Gli autori dello studio sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio i meccanismi molecolari alla base degli effetti metabolici del burro e degli oli vegetali, oltre all’importanza di considerare fattori socioeconomici nell’adozione di diete salutari.

