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Dermatite atopica: anticorpo sperimentale anti-OX40 rocatinlimab promettente

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Nei pazienti con dermatite atopica da moderata a grave, il trattamento con l’anticorpo monoclonale sperimentale rocatinlimab ha dato buoni risultati

Nei pazienti con dermatite atopica da moderata a grave, il trattamento con l’anticorpo monoclonale sperimentale rocatinlimab, che ha come bersaglio il recettore OX40 allo scopo di riequilibrare le cellule T, ha raggiunto gli endpoint co-primari e tutti gli endpoint secondari chiave nello studio di fase III IGNITE, come comunicato dalle compagnie Amgen e Kyowa Kirin.

La dermatite atopica, la forma più comune di eczema, è una malattia infiammatoria cronica che colpisce il 15-20% dei bambini e fino al 10% degli adulti. Le persone affette dalla forma da moderata a grave presentano sintomi cronici, intensificati da riacutizzazioni imprevedibili che possono essere dolorose e molto impattanti sulla vita quotidiana. Oltre la metà di questi pazienti riferisce un forte prurito, che porta a un continuo grattamento che può causare l’ispessimento della pelle e renderla vulnerabile alle infezioni. Una delle cause principali della condizione è lo squilibrio delle cellule T, che contribuisce alle manifestazioni cliniche, inclusi i sintomi ricorrenti e imprevedibili della malattia.

Rocatinlimab è un anticorpo monoclonale umano anti-OX40 in fase di studio per il trattamento della dermatite atopica da moderata a grave, che ha il potenziale per essere la prima e unica terapia di riequilibrio delle cellule T che inibisce e riduce le cellule T patogene prendendo di mira il recettore OX40. Si tratta di un recettore co-stimolatorio che guida le risposte infiammatorie sistemiche e locali nella dermatite atopica e in altre condizioni. È stato riportato che le cellule T effettrici che esprimono OX40 sono presenti nelle lesioni dei pazienti con dermatite atopica e sono fondamentali nella fisiopatologia della malattia.

Il farmaco sperimentale è anche in valutazione per il trattamento dell’asma incontrollata da moderata a grave, la prurigo nodularis e altre potenziali condizioni in cui lo squilibrio delle cellule T una delle cause principali dell’infiammazione.

Lo studio IGNITE su pazienti adulti
Il programma di sperimentazione clinica di fase III ROCKET è composto da otto studi volti a stabilire il profilo di sicurezza ed efficacia di rocatinlimab in soggetti adulti e adolescenti affetti da dermatite atopica da moderata a grave, come anche regimi di dosaggio multipli.

IGNITE era uno studio di 24 settimane, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, per valutare l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità della monoterapia con rocatinlimab ogni 4 settimane in 769 adulti con dermatite atopica da moderata a grave, inclusi pazienti precedentemente trattati con un farmaco inibitore della Janus chinasi (JAK) biologico o sistemico. Lo studio, che ha valutato due dosaggi di rocatinlimab, ha raggiunto gli endpoint co-primari e tutti gli endpoint secondari chiave, ottenendo la significatività statistica per entrambi i dosaggi testati rispetto al placebo.

Efficacia significativa vs placebo
Alla settimana 24, il 42,3% dei pazienti nel gruppo sottoposto alla dose più elevata ha ottenuto una riduzione di almeno il 75% rispetto al basale nel punteggio dell’Eczema Area and Severity Index (EASI 75), con una differenza del 29,5% rispetto al placebo (p<0,001). Nel gruppo trattato con dose più bassa il 36,3% dei pazienti ha raggiunto la risposta EASI 75, con una differenza del 23,4% rispetto al placebo (p<0,001).

Nel gruppo con dose più elevata, il 23,6% dei pazienti ha raggiunto un punteggio di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nel validated Investigator’s Global Assessment for Atopic Dermatitis (vIGA-AD) con una riduzione di almeno 2 gradi rispetto al basale alla settimana 24, con una differenza del 14,9% rispetto al placebo (p<0,001). Nel gruppo con dose più bassa ha raggiunto questo endpoint il 19,1% dei pazienti, con una differenza del 10,3% rispetto al placebo (p=0,002).

Lo studio ha inoltre raggiunto l’endpoint più rigoroso di un punteggio di 0/1 nel revised Investigator’s Global Assessment (rIGA) con una riduzione di almeno 2 gradi rispetto al basale. Alla settimana 24 ha ottenuto questo risultato il 22,7% dei pazienti nel gruppo con dose più elevata, con una differenza del 14,4% rispetto al placebo (p<0,001), e il 16,3% del gruppo con dose più bassa, con una differenza dell’8,0% rispetto al placebo (p=0,01).

In tutti gli studi del programma ROCKET condotti fino a oggi, i risultati di sicurezza sono stati generalmente coerenti con il profilo di rocatinlimab osservato in precedenza. Gli eventi avversi più frequenti emersi durante il trattamento (≥5%), verificatisi in percentuale più elevata nei gruppi rocatinlimab, sono stati piressia, brividi e mal di testa. Un numero maggiore di pazienti in trattamento attivo rispetto al placebo ha avuto eventi di ulcerazione gastrointestinale, con un’incidenza complessiva inferiore all’1%.

Risultati positivi degli studi SHUTTLE e VOYAGER
SHUTTLE, che ha valutato due dosaggi di rocatinlimab in combinazione con corticosteroidi topici (TCS) e/o inibitori topici della calcineurina (TCI) in 746 adulti utilizzando gli stessi endpoint co-primari di IGNITE, ha raggiunto gli endpoint co-primari e tutti gli endpoint secondari chiave, ottenendo la significatività statistica per entrambi i dosaggi di rocatinlimab testati più TCS/TCI rispetto al placebo più TCS/TCI alla settimana 24.

Il 52,3% del gruppo con dosaggio più elevato ha raggiunto la risposta EASI 75, con una differenza del 28,7% rispetto al placebo (p<0,001), così come il 54,1% del gruppo con dosaggio più basso, con una differenza del 30,4% rispetto al placebo (p<0,001).

Il 26,1% del gruppo con dose più elevata ha raggiunto l’endpoint vIGA-AD 0/1, con una differenza del 13,8% rispetto al placebo (p<0,001), così come il 25,8% del gruppo con dose più bassa, con una differenza del 13,5% rispetto al placebo (p<0,001).

Il 23,3% del gruppo con dose più elevata ha raggiunto l’endpoint rIGA 0/1, con una differenza dell’11,5% rispetto al placebo (p<0,001). Lo stesso per il 22,7% del gruppo con dose più bassa, con una differenza del 10,9% rispetto al placebo (p=0,002).

Lo studio VOYAGER ha dimostrato con successo che rocatinlimab non interferisce con le risposte alle vaccinazioni contro il tetano e il meningococco.

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