Giovedì 3 aprile al Teatro Camploy Perfect Days con Nicolò Sordo è di scena a Verona per la prestigiosa rassegna L’Altro Teatro
Politicamente scorretto, causticamente cinico, ironico fino a toccare il pianto, il Perfect Days di Nicolò Sordo ci butta a capofitto nella disperazione della provincia, cogliendo a piene mani dalla realtà e deformandola attraverso l’utilizzo del dialetto. C’è bisogno di una lingua corposa e immaginifica per avvicinare lettori e spettatori ai personaggi “troppo umani” che ruotano attorno a una desolata pompa di benzina. “Siamo felici che “Perfect Days” sia stato inserito in una rassegna teatrale importante come L’Altro Teatro – dichiara Nicolò – a fianco di grandi nomi come Ascanio Celestini, Motus, Babilonia Teatri e molti altri. È uno spettacolo che è nato negli ambienti underground, nei bar e nei luoghi marginali, rovistando dentro di noi e nell’ambiente circostante ma che ha una natura popolare. Il testo è la fotografia di un luogo che conosco e delle persone che lo abitano. Questi personaggi non siamo noi: non siamo noi a parlare così, a pensare queste cose, ad usare questo linguaggio estremamente brutale, ruvido e violento. Ma queste persone esistono e vanno rappresentate.” Nicolò Sordo ha voluto raccontare una palude, “la mia palude! Anche se sono partito da una cosa successa a chi mi è vicino, non è il gioco d’azzardo, l’alcolismo o le dipendenze che mi interessano, se non correlate tra loro e riferite a un contesto più ampio. Per me siamo sempre tutti colpevoli”.
Al centro di Perfect Days c’è una relazione tossica di interdipendenza tra Leone – il gestore, un maschio alfa razzista, omofobo, materialista, interessato solo ai soldi e i suoi due clienti affezionati. Questi “quasi amici” sono Mister Pizza, il pizzaiolo del paese con la patente ritirata a causa dell’alcol, e Lou Piang, che ha un deficit cognitivo e si veste come Lou Reed. Nei “giorni perfetti” di perfetto c’è solo la musica del cantautore americano: all’oggettivazione sessuale del corpo femminile si aggiunge l’alcolismo e la ludopatia. Non c’è amicizia ma sfruttamento economico, abusi quotidiani e godimento nel vedere le sofferenze altrui. Non c’è amore, c’è il sesso a pagamento, nessun orizzonte, ma almeno c’è una pompa di benzina dove ritrovarsi per una birra.
Il drammaturgo Nicolò Sordo sceglie Enoch Marrella a dirigere Perfect Days . Il regista e attore già vincitore del Premio Dante Cappelletti con il suo spettacolo “Tecnicismi&Baldoria”, con il supporto di Rachele Pesce come assistente alla regia. “La regia di Marrella esalta il rapporto tra i personaggi della provincia veneta e il mito americano – afferma Sordo – non si tratta solo di emulazione o di mitomania, di semplice consumismo e influenze cinematografiche, ma di qualcosa che è radicato profondamente nel modo di vivere. In scena insieme a Nicolò Sordo l’attore Enrico Ferrari e il musicista Michele Lonardi. È proprio nei bar che l’attore Enrico Ferrari (co-autore della pièce) ha trovato ispirazione per il suo personaggio, il grande villain protagonista di Perfect Days: “Questo spettacolo è stato scritto a Verona, per Verona. È lo specchio di quello che si può trovare in molti angoli della città. Per questo è importante che non solo le persone che frequentano il teatro possano vederlo. È una sberla che diamo a noi stessi, il gioco è il pretesto per mettere a nudo le paure di una città che reprime nella noia le migliori energie che partorisce e brucia tutte le energie facendo percorrere strade strampalate per inseguire sogni. Nasce dall’osservazione di queste persone l’ispirazione per il personaggio di Leone, che insoddisfatto delle proprie fortune decide di dilapidare il proprio ‘regno’ tentando la sorte”.

