Una combinazione dell’anti-PD-1 cemiplimab con la chemioterapia standard appare efficace come terapia di prima linea per i pazienti con tumore del pene
Una combinazione dell’anti-PD-1 cemiplimab con la chemioterapia standard appare efficace come terapia di prima linea per i pazienti con tumore del pene localmente avanzato o metastatico, stando ai risultati dello studio di fase 2 EPIC-A appena presentati al Genitourinary Cancers Symposium dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO-GU), a San Francisco.
Nello studio, tra i 29 pazienti arruolati, naïve al trattamento. dopo 12 settimane di trattamento con la combinazione si è osservato un tasso di beneficio clinico (CBR) del 62,1%. Lo studio ha centrato, quindi, il suo endpoint primario.
In 15 pazienti si sono osservate risposte parziali e il tasso di risposta oggettiva (ORR) è risultato pari al 51,7%, «che, per quanto ne so, rimane uno dei più alti riportati in letteratura», ha affermato Amit Bahl, del Bristol Haematology and Oncology Center di Bristol (Regno Unito). Tre pazienti hanno mostrato, invece, una stabilizzazione della malattia.
«Lo studio EPIC-A fornisce dati importanti sull’efficacia e la sicurezza di cemiplimab in combinazione con la chemioterapia a base di platino come trattamento per il tumore del pene localmente avanzato o metastatico», ha affermato l’autore. «Questi dati supportano il ruolo della chemioterapia a base di cisplatino più cemiplimab come opzione di trattamento di prima linea per migliorare potenzialmente i risultati in questo tumore raro».
Tumore raro
In effetti, il cancro al pene è un tumore raro, in particolare negli Stati Uniti e in Europa, mentre viene diagnosticato un po’ più frequentemente in alcune aree di Africa, Asia e Sud America. Secondo l’American Cancer Society, viene diagnosticato in meno di un uomo su 100.000 ogni anno e rappresenta meno dell’1% dei tumori negli uomini negli Stati Uniti.
Il tipo più comune è il cancro squamocellulare del pene, che rappresenta il 95% dei casi.
Bahl ha spiegato che il trattamento per i pazienti con tumore del pene localmente avanzato o metastatico è rimasto invariato per decenni e la prognosi di questi uomini resta infausta.
Alcuni dati recenti, ha aggiunto, hanno mostrato che il recettore PD-L1 è sovraregolato nel 40%-60% dei casi di tumore del pene, il che fornisce il razionale per l’impiego dell’immunoterapia.
Lo studio EPIC-A
Lo studio EPIC-A è un trial non randomizzato, in aperto, che ha coinvolto 29 pazienti non sottoposti in precedenza a nessun trattamento per il tumore del pene e con una diagnosi di carcinoma squamocellulare del pene o dell’uretra peniena confermata dall’istologia. Per poter partecipare al trial i pazienti dovevano avere, inoltre, un performance status ECOG compreso fra 0 e 2, una funzionalità renale, epatica e midollare adeguata, e una malattia misurabile secondo i criteri RECIST v1.1.
I partecipanti sono stati trattati con cemiplimab ev 350 mg ogni 3 settimane più la chemioterapia a base di cisplatino per 4 cicli, seguiti da un mantenimento per un massimo di 30 settimane con il solo cemiplimab ogni 3 settimane, per un totale complessivo massimo di 34 cicli.
L’endpoint primario del trial era il CBR a 12 settimane valutato dagli sperimentatori, mentre gli endpoint secondari comprendevano il CBR a 1, 2 e 3 anni, l’ORR, la PFS, l’OS e la qualità della vita.
Tre quarti dei pazienti con metastasi
L’età media dei partecipanti era di 61 anni. Poco meno di un quarto (24%) aveva una malattia localmente avanzata e poco più di tre quarti (76%) aveva una malattia metastatica.
Le metastasi erano localizzate a livello dei polmoni (55,2%), dell’osso (23%), e del fegato (6,9%).
I pazienti sono stati trattati per una mediana di 5 cicli (range: 1-34) e il follow-up mediano è stato di 15 mesi (IQR 6,2-21,6).
Sopravvivenza incoraggiante
A 21 settimane, il CBR è risultato del 48,3%, con una risposta completa, 12 risposte parziali e una stabilizzazione della malattia, con un ORR del 44,8%.
La mediana della sopravvivenza libera da progressione (PFS) è risultata di 6,2 mesi e la sopravvivenza globale (OS) è attualmente stimata in 15,5 mesi, un risultato «davvero molto incoraggiante in questo gruppo di pazienti», ha osservato Bahl.
La durata della risposta è risultata molto variabile, ha riferito l’autore.
Profilo di sicurezza coerente con quanto già noto
Per quanto riguarda il profilo di sicurezza, Bahl ha detto che è risultato in linea con quelli già noti della chemioterapia a base di cisplatino e dell’anti-PD-1.
Sono stati registrati due eventi avversi di grado 5 (nessuno correlato al cemiplimab e uno correlato alla chemioterapia) mentre sette pazienti hanno interrotto il trattamento (di cui quattro interruzioni correlate al cemiplimab).
Bibliografia
A. Bahl, et al. EPIC-A: phase II trial of cemiplimab plus standard of care chemotherapy followed by maintenance cemiplimab in locally advanced or metastatic penile carcinoma. J Clin Oncol. 2025;43(suppl 5):1. doi:10.1200/JCO.2025.43.5_suppl.1. leggi

