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Ma il percorso di emancipazione verso la consapevolezza e la pacificazione interiore è complicato. Una sorta di minaccia invisibile striscia latente, rendendo basso, chitarra e batteria completamente asettici e monocorde, alla velocità del respiro. “Deciding escaping, that sounds fascinating” è sembrata a lungo l’unica soluzione, ma, nonostante questa codarda via di fuga a portata di mano, alla fine è stato preferito mettere a nudo i propri sentimenti, dolorosamente e senza filtri. Ogni nota di God Hates Cowards è sentita fino a dentro lo stomaco. Consigliato agli amanti di God Machine, Sonic Youth, Pixies, Breeders, Hüsker Dü e Dinosaur Jr.
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