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Medici del Gaslini ricostruiscono il cuore a una bimba palestinese di 13 mesi

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Al Gaslini ricostruito il cuore a una bimba palestinese di 13 mesi affetta da grave patologia cardiaca: necessari più interventi salvavita ad opera di due equipe mediche

Il cuore di Eh, bimba palestinese di 13 mesi, batte forte. La piccola, dopo un volo rischiosissimo che dall’Egitto l’ha portata in Italia, ha superato una serie di interventi salvavita all’Istituto Gaslini di Genova che hanno reso possibile la ricostruzione del suo organo cardiaco. La bimba è ora fuori pericolo ed è stata dimessa stamattina in buone condizioni. La speranza per dare un futuro a Eh si deve a una missione umanitaria coordinata dalla Presidenza del Consiglio con il sostegno del Ministero degli Esteri, della Salute e della Difesa, nell’ambito della quale il Gaslini ha coordinato, per conto del Ministero della Salute, l’assistenza sanitaria pediatrica.

Dopo un trasporto dall’Egitto estremamente rischioso e grazie agli interventi salvavita di due équipe multidisciplinari, che hanno eseguito una correzione di tetralogia di Fallot, con un intervento correttivo cardiochirurgico di recupero e ricostruzione di tutte e due le arterie polmonari, con una valvola da donatore umano e divisione delle camere cardiache. In seguito, la bimba è stata sottoposta anche a un delicato trattamento neuroendoscopico dell’idrocefalo.

TRASPORTO IN VOLO AD ALTRO RISCHIO, INTERVENTI NECESSARI
La piccola soffriva di una forma estrema di tetralogia di Fallot con atresia polmonare, assenza dell’arteria polmonare sinistra, e una singola arteria polmonare destra stenotizzata e mantenuta pervia da uno stent. Inoltre, presentava un idrocefalo tetraventricolare ostruttivo, in sospetta anomalia di Dandy Walker. La piccola era stata sottoposta a procedura chirurgica palliativa a due settimane di vita in Israele con posizionamento di stent per mantenere la pervietà del dotto arterioso.
Il trasferimento in Italia dall’Egitto si era concretizzato lo scorso 11 marzo, con un volo dell’Aeronautica militare e l’assistenza di una équipe specializzata del Gaslini.

“Il trasporto, ancorché ad alto rischio, ha reso possibile la presa in carico multidisciplinare della bambina, attraverso l’azione coordinata di sei unità operative complesse dell’istituto: Terapia intensiva, Anestesia, Radiologia, Cardiologia, Neurochirurgia e Cardiochirurgia” spiega il direttore sanitario del Gaslini, Raffaele Spiazzi. I primi interventi sono iniziati il 19 marzo con una dilatazione dello stent, proseguiti il 3 aprile con la correzione delle tetralogia di Fallot, grazie anche alla donazione di una valvola arrivata da Barcellona, e conclusi successivamente con il trattamento neuroendoscopico dell’idrocefalo ostruttivo.

“Oggi la bimba viene dimessa in ottime condizioni cliniche- prosegue Spiazzi- dovrà seguire un follow-up cardiologico, cardiochirurgico e neurochirurgico, ma la probabilità di sopravvivenza e qualità di vita a distanza sono favorevoli. Questi risultati, in casi così complessi, sono possibili solo grazie al grande lavoro di una squadra multi professionale che comprende medici, infermieri e tecnici perfusionisti estremamente preparati e dediti alla cura delle situazioni più complicate”.

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