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Il consumo di caffè può aiutare a ridurre il rischio di gotta

caffè express

Il consumo di caffè potrebbe ridurre il rischio di gotta aumentando i livelli di globuline leganti gli ormoni sessuali (SHBG) e riducendo i livelli di urati e di urea nel sangue

Ogni giorno si accumulano nuove evidenze di un beneficio sulla salute derivante dall’assunzione di caffè: è stato ampiamente dimostrato, infatti, come il consumo di caffè si associ ad una riduzione del rischio di diabete di tipo 2 e di malattia CV negli adulti. Inoltre, è noto in letteratura come il consumo di questa bevanda in quantità moderate (da 3 a 5 tazze al giorno) non si associ ad un incremento del rischio, in individui sani, di eventi avversi legati alla sua assunzione.

A queste osservazioni si sono recentemente aggiunti i dati provenienti da uno studio di recente pubblicazione su Clinical Rheumatology, secondo i quali il consumo di caffè potrebbe ridurre il rischio di gotta aumentando i livelli di globuline leganti gli ormoni sessuali (SHBG) e riducendo i livelli di urati e di urea a livello plasmatico.

Lo studio, in breve
Disegno
I ricercatori hanno condotto uno studio di randomizzazione mendeliana (MR) [un metodo di ricerca che fornisce evidenze solide su relazioni causali tra fattori di rischio modificabili ed esiti clinici di due campioni utilizzando i dati degli studi GWAS (genome-wide association studies)] per identificare quali componenti della dieta influenzano il rischio di gotta e per identificare i metaboliti che mediano gli effetti di questi componenti della dieta. I dati sono stati ottenuti dall’Integrative Epidemiology Unit Open Genome-Wide Association Studies summary datasets e comprendevano quasi 10 milioni di polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) relativi a quasi 430.000 individui di origine europea.

Sono state valutate 5 abitudini alimentari (assunzione di alcol, caffè, formaggio, pancetta e cereali) e, al contempo, sono stati esaminati 5 metaboliti chiave a livello plasmatico come possibili mediatori della relazione tra abitudini alimentari e gotta: livelli di urato, urea, SHBG, interleuchina (IL)-18 e proteina C-reattiva (CRP).

L’outcome primario dello studio era rappresentato dal rischio di gotta.

Risultati principali
Analizzando i dati secondo il metodo della varianza inversa ponderata (IVW) nell’analisi MR a 2 campioni, è emerso che solo il consumo di caffè presentava una relazione causale inversa con la gotta (IVW odds ratio [OR]: 0,444; IC95%: 0,197-0,999; P= 0,049). Nessun’altra esposizione ad altri fattori alimentari, invece, presentava una relazione causale con il rischio di gotta (tutti P >0,05).

I risultati dell’analisi MR a 2 fasi per identificare i mediatori delle associazioni sopra rilevate hanno indicato che il consumo di caffè riduceva i livelli plasmatici di urato e urea (P ≤0,002 per entrambe le fasi) mentre aumentava i livelli plasmatici di SHBG. Tuttavia, il consumo di caffè non ha modificato i livelli plasmatici di CRP e IL-18.

Inoltre, i risultati di un’analisi di sensibilità hanno mostrato che i livelli plasmatici di urato e urea presentavano effetti causali positivi sulla gotta, mentre i livelli plasmatici di SHBG mostravano effetti causali negativi.

I risultati di un’analisi di mediazione hanno determinato che la SHBG era in grado di determinare circa il 5% dell’effetto totale del consumo di caffè sulla gotta, mentre gli urati mediavano il 53,60% e l’urea il 16,43%.
Nel complesso, questi tre metaboliti erano in grado di mediare il 27,45% dell’effetto totale del consumo di caffè sulla gotta.

Da ultimo, risultati di un’analisi MR inversa hanno suggerito che la gotta non presentava effetti causali significativi sull’assunzione di caffè (tutti P >0,05) e i risultati di un’analisi di sensibilità hanno suffragato la validità di queste relazioni causali.

Riassumendo
In conclusione, l’assunzione di caffè ha ridotto il rischio di gotta diminuendo l’urato e l’urea e aumentando i livelli di SHBG nel plasma.

Pur con tutti i limiti dello studio ammessi dagli stessi autori (pleiotropia potenziale residua, generalizzazione limitata dei risultati a popolazioni diverse, esclusione di alcuni mediatori che potrebbero aver inficiato la comprensione complessiva dei meccanismi coinvolti in queste relazioni causali sopra indicate), tali risultati suggeriscono che l’analisi dei mediatori della relazione sopra citata potrebbero offrire la possibilità di identificare, in un futuro prossimo, nuovi possibili bersagli terapeutici per la prevenzione della gotta.

Bibliografia
Qin T et al. Coffee intake reduced gout risk by decreasing urate and urea while increasing SHBG levels in plasma: a mediation Mendelian randomization study. Clin Rheumatol. Published online March 6, 2024. doi:10.1007/s10067-024-06922-7
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