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Obesità: nelle donne, BMI elevato associato a peggiore salute mentale

obesità sarcopenica

L’obesità è risultata associata a una peggiore salute mentale, inclusi depressione e uno scarso senso di benessere, in particolare nelle donne

L’obesità è risultata associata a una peggiore salute mentale, inclusi depressione e uno scarso senso di benessere, in particolare nelle donne, senza un apparente impatto dei fattori legati allo stile di vita. È quanto emerge dai risultati di uno studio condotto in Irlanda e pubblicato sulla rivista PLOS ONE.

Obesità e salute mentale contribuiscono in modo significativo al carico globale di malattie. Nel 2019 l’OMS ha riferito che più di un decesso su 100 era dovuto al suicidio (1,3%) e che la depressione è uno dei fattori di rischio più rilevanti.

Le evidenze suggeriscono che l’aumento dell’adiposità e la malattia mentale sono clinicamente correlate. Una prevalenza di obesità del 57,8% è stata riportata in una coorte con depressione grave e gli individui gravemente depressi hanno mostrato di avere una probabilità da 1,2 a 1,5 volte maggiore di soffrire di obesità rispetto ai non depressi, tuttavia alcuni studi hanno ottenuto risultati contrastanti.

Per questo motivo lo scopo del presente studio era valutare le associazioni tra i punteggi di salute mentale e l’adiposità per stabilire se persistono relazioni significative dopo l’aggiustamento per fattori di stile di vita e condizioni patologiche comuni.

Valutazione della relazione tra salute mentale e adiposità
Nello studio di fase II Cork and Kerry Diabetes and Heart Disease Study, i ricercatori della School of Public Health dell’University College di Cork in Irlanda hanno esaminato le cartelle cliniche di 1.821 uomini e donne di età compresa tra 46 e 73 anni selezionati casualmente da un grande centro di cure primarie.

Hanno analizzato la relazione tra i punteggi di salute mentale (scala della depressione composta da 20 elementi del Center for Epidemiologic Studies e Five Well-Being Index dell’OMS) e l’obesità utilizzando l’indice di massa corporea (BMI) e i rapporti vita/altezza, adattandoli ai fattori dello stile di vita e alle condizioni di malattia.

Prima dell’inizio dello studio, i partecipanti hanno seguito un digiuno notturno e hanno fornito campioni di sangue per il glucosio a digiuno e l’emoglobina glicata. Hanno completato un questionario generale sulla salute e sullo stile di vita che è servito per valutare i dati demografici, i comportamenti legati allo stile di vita e la presenza di altre malattie.

BMI elevato associato a peggiore salute mentale
Dall’analisi è emerso che il BMI e i rapporti vita/altezza che segnalavano l’obesità erano associati a un aumento della depressione e a un minore benessere, che si sono mantenuti anche dopo gli aggiustamenti (p<0,001 per entrambi), con un’associazione significativamente più elevata nelle donne rispetto agli uomini. Presi nel loro complesso, questi risultati suggeriscono che l’aumento dell’adiposità è significativamente associato a una peggiore salute mentale, indipendentemente dai fattori legati allo stile di vita e alle condizioni patologiche.

«I risultati del nostro studio che mostrano un effetto più pronunciato nelle femmine che nei maschi sono in accordo con alcune ricerche precedenti. È stato dimostrato che le diagnosi di depressione e ansia sono circa il doppio per le donne obese rispetto agli uomini obesi» hanno commentato gli autori. «Le donne depresse hanno maggiori probabilità di avere un aumento dell’appetito e il conseguente aumento di peso e obesità si è rivelato un migliore predittore della depressione nelle donne rispetto alle loro controparti maschili».

L’obesità è anche risultata correlata a fattori sociali e fisici. Ad esempio l’eccesso di peso può invocare pregiudizi, discriminazioni e stigma sociale, così come può causare sintomi fisici come dolori articolari, mal di schiena e fibromialgia, tutti effetti che secondo gli esperti possono portare a sintomi depressivi.

«Esiste un legame biologico tra obesità e depressione» ha affermato Eva Panigrahi, psicologa presso il Wexner Medical Center dell’Ohio State University, non coinvolta nello studio. «L’obesità può contribuire a creare un ambiente che può portare a esiti fisiologici e neurologici cronici, tra cui diabete, malattie cardiovascolari, gravità della depressione, interazioni gene-ambiente, esperienze infantili avverse, alimentazione, attività fisica e stress. La relazione tra obesità e depressione può essere spiegata come un circolo vizioso che si auto-rafforza e include fattori fisiologici e psicopatologici negativi».

Come hanno concluso gli autori, gli interventi mirati per ridurre la depressione dovrebbero includere una migliore gestione del peso a livello di popolazione.

«La ricerca prova costantemente a perfezionare farmaci antidepressivi che non stimolano l’appetito e non favoriscono l’aumento di peso. Sono pochi quelli associati alla perdita di peso (es. bupropione)» ha osservato Panigrahi. «Insieme alla gestione farmacologica, l’integrazione della psicoterapia basata sull’evidenza è considerata un trattamento gold standard per la depressione. La psicoterapia basata sull’evidenza, come la terapia cognitivo comportamentale, si è rivelata un approccio efficace per la gestione della depressione e del peso».

Referenze

Lonergan C et al. Associations between adiposity measures and depression and well-being scores: A cross-sectional analysis of middle- to older-aged adults. PLoS One. 2024 Mar 6;19(3):e0299029. 

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