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Nel punto triplo della Pianura Padana si moltiplicano i tornado

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Sempre più tornado nella Pianura padana. Come nascono e cosa è il “punto triplo”: il 19 settembre 2021 se ne formarono 7 in poche ore tra Lombardia ed Emilia-Romagna

Non sarà certo come il Kansas o l’Iowa. Ma anche la Pianura padana negli ultimi anni ha assistito a un aumento dei tornado, anche di notevole intensità, in particolare tra Lombardia ed Emilia-Romagna. Come l’evento del 19 settembre 2021, quando si svilupparono sette tornado in poche ore, causando gravi danni in numerose località della Pianura padana, di cui quattro di livello F2 (il massimo è cinque). Ma come si formano? Proprio nello stesso modo in cui nascono negli Usa. Ma su scala minore.

I TORNADO NASCONO NEL ‘PUNTO TRIPLO’

I tornado sul Nord Italia nascono spesso in corrispondenza di un cosiddetto ‘punto triplo’, cioè alla confluenza di tre masse d’aria provenienti da direzioni diverse e con caratteristiche differenti. E cioè umida, secca e fredda. A metterlo in luce è uno studio condotto dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr, in collaborazione con le Università di Bologna, Bari e Milano, pubblicato sulla rivista scientifica statunitense ‘Monthly Weather Review’.

COME SI FORMANO I TORNADO

La Pianura padana è ritenuta un “hot-spot” per lo sviluppo di tornado in Europa, per via degli effetti che Alpi e Appennini hanno sui flussi atmosferici negli strati più bassi. È stata però proprio la sequenza inusuale registrata nel 2021 a spingere i ricercatori ad approfondire i meccanismi fisici che hanno portato alla genesi dei vortici. “Lo studio delle osservazioni al suolo durante l’evento ha evidenziato come i tornado si siano sempre sviluppati a non più di 20-30 chilometri di distanza da una ‘dryline’, ossia da un fronte di aria secca che discendeva dagli Appennini, e nei pressi di una discontinuità fredda generata da temporali sulla pedemontana alpina- spiega Vincenzo Levizzani del Cnr- contemporaneamente, correnti da sud-est molto umide soffiavano dal mar Adriatico verso la Pianura padana”. Altri temporali che si sono sviluppati quel giorno a distanza maggiore dal punto triplo “non hanno generato tornado”.

COME RUOTA IL VENTO NELLA FORMAZIONE DEI TORNADO

Per lo studio sui tornado nella Pianura padana sono state anche realizzate simulazioni numeriche ad alta risoluzione con il modello meteorologico ‘Moloch’, sviluppato al Cnr di Bologna, per simulare le supercelle che hanno generato i tornado. “Il modello è stato in grado di riprodurre correttamente lo sviluppo delle supercelle tornadiche e la complessa interazione dei flussi in superficie emersa dalle osservazioni”, spiega Silvio Davolio, docente dell’Università di Milano e associato al Cnr-Isac. “Il modello ha rivelato una marcata rotazione del vento nelle vicinanze della ‘dryline’ in relazione alla quota- aggiunge Mario Marcello Miglietta, docente dell’Università di Bari e ricercatore al Cnr- da sud-est nei pressi del suolo, a sud-ovest sopra il primo chilometro. Questo peculiare profilo del vento ha generato la vorticità che porta allo sviluppo dei tornado. Inoltre nei pressi del punto triplo si è accumulata molta umidità, che incrementa l’instabilità potenziale, un altro elemento importante per la genesi di questi fenomeni violenti”.

PREVEDERE I TORNADO È IMPOSSIBILE

Questo modello è “ispirato alla dinamica osservata negli Stati Uniti nella cosiddetta ‘Tornado Alley’, dove i tornado si formano alla confluenza di masse d’aria umida provenienti dal Golfo del Messico, masse d’aria secca dalle Montagne Rocciose e masse d’aria più fredda dal Canada. Nel caso della Pianura Padana si osserva qualcosa di simile, ma a scala molto più ridotta”, chiosa Francesco De Martin, dottorando dell’Alma Mater di Bologna e primo autore dell’articolo. Questo studio, dunque, potrebbe “contribuire a migliorare le previsioni” dei tornado, anche se rimane “un certo grado di incertezza”. Ancora oggi, infatti, “è impossibile conoscere nel dettaglio se, dove e quando si svilupperà un tornado, anche a poche ore da un evento“.

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