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Salbutamolo aiuta pazienti in pre-Bpco per esposizione al fumo passivo

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Il salbutamolo sarebbe in grado di migliorare la ventilazione e la capacità all’ esercizio in soggetti esposti al fumo passivo in condizioni di pre-Bpco

Stando ai risultati di uno studio pubblicato su BMC Pulmonary Medicine, il salbutamolo sarebbe in grado di migliorare la ventilazione e la capacità all’ esercizio in soggetti esposti al fumo passivo che presentano una spirometria conservata e volumi polmonari indicativi di intrappolamento d’aria. Tali risultati suggeriscono che l’intrappolamento d’aria in una condizione di pre-BPCO può essere legato ad una malattia delle piccole vie aeree che non è considerata significativa dagli indici spirometrici di ostruzione al flusso aereo.

Razionale e obiettivi dello studio
Molte persone che sono state esposte al fumo di tabacco (diretto o indiretto), ma che presentano una spirometria conservata, mostrano volumi polmonari anormali che suggeriscono la presenza di un intrappolamento d’aria nei polmoni. La natura fisiologica dell’intrappolamento d’aria in assenza di ostruzione al flusso aereo spirometrico è ancora oggi poco chiara.

Un possibile approccio al chiarimento di quanto detto sopra è quello di determinare se l’intrappolamento d’aria e la relativa diminuzione della capacità di esercizio e il peggioramento dei sintomi respiratori migliorino con l’uso di broncodilatatori in questa popolazione esposta al tabacco con intrappolamento d’aria ma spirometria conservata, basandosi sull’ipotesi che l’effetto principale dei broncodilatatori sia il sollievo dell’ostruzione al flusso d’aria a livello delle vie aeree.

L’obiettivo principale di questo studio è stato quello di comprendere la natura dell’intrappolamento d’aria in assenza di ostruzione spirometrica nelle persone a rischio di BPCO (pre-BPCO), verificando se la somministrazione di broncodilatatori in tale contesto potesse migliorare gli outcome avversi associati all’intrappolamento d’aria, compresa la tolleranza all’esercizio.

Di qui il nuovo studio, che si è proposto di valutare l’efficacia di salbutamolo, un agonista selettivo dei recettori β2-adrenergici che rilassa la muscolatura liscia delle vie aeree e provoca broncodilatazione, in soggetti non fumatori a rischio di BPCO a causa dell’esposizione a fumo passivo, con spirometria conservata e intrappolamento d’aria.

Nello specifico, i ricercatori hanno voluto verificarare se la somministrazione di salbutamolo migliorasse il loro consumo di ossigeno di picco (VO2) e altri indici di prestazione al test da sforzo cardiopolmonare (CPET), nonché il livello dei sintomi, la qualità della vita e l’attività fisica quotidiana.

Disegno dello studio 
Entrando nei dettagli, lo studio, un trial clinico in doppio cieco, randomizzato, crossover e controllato vs placebo, ha valutato l’uso dell’albuterolo per migliorare la capacità di esercizio e i sintomi respiratori in soggetti non fumatori esposti al fumo di tabacco passivo a rischio di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) derivante dall’esposizione al fumo di tabacco passivo e con spirometria conservata ed evidenza fisiologica di intrappolamento dell’aria.

L’intrappolamento dell’aria era definito da un valore di volume residuo assoluto/capacità polmonare totale (RV/TLC) superiore a 0,35 alla pletismografia o dalla presenza di una limitazione del flusso espiratorio (EFL).
I partecipanti al trial erano membri dell’equipaggio di volo di diverse compagnie aeree commerciali statunitensi, i dati dei quali provenivano da uno studio osservazionale che aveva valutato i potenziali effetti avversi sulla salute dell’ambiente della cabina dell’aereo, come l’esposizione al fumo passivo.

I membri dell’equipaggio idonei ad entrare nello studio avevano un’età compresa tra i 40 e gli 80 anni, non erano fumatori, avevano lavorato a bordo di un aereo per almeno un anno prima del divieto di fumo negli aerei e si caratterizzavano per essere individui con spirometria conservata. Questi individui reclutati nello studio erano stati randomizzati a trattamento con salbutamolo o placebo come primo inalatore dal 6 giugno 2016 al 27 febbraio 2020 ed erano stati istruiti ad assumere 2 inalazioni di salbutamolo (2 inalazioni; 180 mcg) o placebo due volte al giorno per 4 settimane prima di ripetere la valutazione.

L’outcome primario dello studio era rappresentato dal picco di consumo di ossigeno (VO2) al test da sforzo cardiopolmonare (CPET).  Tra gli outcome secondati valutati vi erano, invece, il miglioramento di altri indici CPET, come l’EFL e l’iperinflazione dinamica, i sintomi, la qualità della vita e il livello di attività fisica quotidiana.

Risultati principali
Un totale di 42 pazienti ha portato a termine lo studio; inoltre, 7 partecipanti allo studio che erano stati sottoposti anche alla seconda visita di controllo sono stati inclusi nell’analisi. L’età media (SD) era di 66,2 (8,0) anni e l’88% era di sesso femminile. Dei 49 partecipanti, 27 mostravano una condizione di intrappolamento d’aria mediante RV/TLC superiore a 0,35 al basale e un’aderenza all’uso dell’inalatore di almeno il 90%.
L’aderenza al trattamento nel gruppo salbutamolo è stata dell’87% rispetto al 93% del gruppo di controllo (P =0,349) e non sono stati osservati eventi avversi gravi.

Dai risultati della analisi primaria per tutti i 49 partecipanti, non sono emerse differenze significative degli outcome primari o secondari nelle analisi intention-to-treat o per-protocol. Invece, dall’analisi di sottogruppo che si è concentrata su RV/TLC maggiore di 0,35 e/o sul livello di aderenza al protocollo di trattamento, è emerso un aumento graduale del miglioramento relativo all’outcome primario della risposta al VO2 di picco, che è risultato statisticamente significativo con l’aumento dell’aderenza al trattamento.

Nell’analisi di sottogruppo per-protocol relativa a 27 individui con RV/TLC maggiore di 0,35 e almeno il 90% di aderenza, è emerso che l’inalazione di salbutamolo era associata ad un miglioramento significativo del VO2 di picco (stima del parametro: 0,108; IC95%: 0,014-0,202) e di alcuni risultati secondari quali: volume tidalico (0,084; IC95%: 0,028-0,140), ventilazione minima (4,242; IC95%: 0,983-7,5), “pulse” di ossigeno (0,688; IC95%: 0,337-1,039) e alcuni indici di iperinflazione dinamica.

Non sono stati documentati, invece, cambiamenti significativi relativamente all’attività fisica, ai sintomi o alla qualità della vita.

Limiti e implicazioni dello studio
Nonostante alcuni limiti metodologici intrinseci ammessi dagli stessi ricercatori (campione ridotto di pazienti, impiego di un SABA, valutazione dell’intrappolamento d’aria in presenza di spirometria conservata in una popolazione con intrappolamento d’aria meno grave), i ricercatori hanno concluso con l’asserire che l’impiego di salbutamolo potrebbe migliorare la ventilazione e la capacità di esercizio in persone esposte al fumo passivo con spirometria conservata e volumi polmonari suggestivi di intrappolamento d’aria.

L’intrappolamento d’aria nella pre-BPCO, spiegano, potrebbe essere correlato ad una malattia delle piccole vie aeree che non è considerata significativa dagli indici spirometrici di ostruzione al flusso d’aria.
Pertanto, la stratificazione delle persone esposte al tabacco con spirometria conservata in base ai volumi polmonari e all’intrappolamento d’aria potrebbe essere utile ad identificare un sottogruppo che potrebbe trarre beneficio dall’impiego di broncodilatatori.

Bibliografia
Zeng S et al. Effect of twice daily inhaled albuterol on cardiopulmonary exercise outcomes, dynamic hyperinflation, and symptoms in secondhand tobacco-exposed persons with preserved spirometry and air trapping: a randomized controlled trial. BMC Pulm Med. 2024;24(1):44. doi:10.1186/s12890-023-02808-7
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