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Tumore alla prostata metastatico: benefici da cura con 177Lu-PSMA-617

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Tumore alla prostata: bene il trattamento con 177Lu-PSMA-617, radiofarmaco marcato con lutezio 177 e mirato contro l’antigene di membrana prostatico specifico (PSMA)

Negli uomini affetti da carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mCRPC), progredito durante un trattamento con un inibitore per il recettore degli androgeni (ARPI) e non esposto in precedenza ai taxani, il trattamento con 177Lu-PSMA-617, un radiofarmaco marcato con lutezio 177 e mirato contro l’antigene di membrana prostatico specifico (PSMA), migliora in modo significativo, raddoppiandola, la sopravvivenza libera da progressione radiologica (rPFS) rispetto al trattamento con un ARPI diverso rispetto a quello utilizzato in precedenza.

Lo dimostrano i risultati lo studio di fase 3 PSMAfore, presentati durante una sessione presidenziale al congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), tenutosi recentemente a Madrid.

A un follow-up mediano di rPFS di 7,3 mesi, l’analisi primaria ha evidenziato una riduzione del rischio di progressione radiografica della malattia pari al 59% nel braccio sperimentale, trattato con 177Lu-PSMA-617, rispetto al braccio di confronto, nel quale gli sperimentatori hanno cambiato l’ARPI rispetto a quello utilizzato in precedenza (abiraterone/enzalutamide) (HR 0,41; IC al 95% 0,29-0,56; P < 0,0001). Lo studio ha quindi centrato il suo endpoint primario.

Lo studio PSMAfore
Lo studio PSMAfore (NCT04689828) è uno studio multicentrico randomizzato, in aperto, che ha confrontato l’efficacia e la sicurezza di 177Lu-PSMA-617 rispetto allo switch di ARPI in 468 pazienti con mCRPC che presentavano almeno una lesione PSMA-positiva e non erano stati esposti in precedenza a un regime contenente taxani. I pazienti arruolati dovevano essere in progressione di malattia dopo una terapia a base di ARPI di seconda generazione.

I partecipanti sono stati assegnati secondo un rapporto 1:1 al trattamento con 177Lu-PSMA-617 (7,4 GBq ogni 6 settimane per sei cicli) o un ARPI (abiraterone/enzalutamide) diverso rispetto a quello utilizzato in precedenza. Ai pazienti del braccio di confronto era consentito il crossover al braccio trattato con il radiofarmaco in caso di riscontro di una progressione radiografica ottenuto mediante revisione centralizzata indipendente in cieco (BICR).

L’endpoint primario era rappresentato dalla rPFS e quelli secondari includevano la sopravvivenza globale (OS) e la valutazione della qualità di vita mediante il questionario Functional Assessment of Cancer Therapy-Prostate (FACT-P), mentre il tasso di risposta obiettiva (ORR) e la durata della risposta (DOR) rappresentavano endpoint esplorativi.

Vantaggio di rPFS confermato con un follow-up più lungo
Il vantaggio di rPFS fornito dal trattamento con 177Lu-PSMA-617 è stato confermato in una seconda analisi ad interim, condotta a un follow-up mediano di 15,9 mesi, che ha mostrato una mediana di rPFS di 12,02 mesi per il braccio trattato con il radiofarmaco e 5,59 mesi per il braccio trattato con l’ARPI (HR 0,43; IC al 95% 0,33-0,54; P < 0,0001).

Al momento di questa seconda analisi, l’84,2% dei 146 pazienti che avevano mostrato una progressione radiografica della malattia durante il trattamento con l’ARPI era passato al trattamento con 177Lu-PSMA-617.

Da confermare un beneficio di OS
«I risultati dello studio PSMAfore sono interessanti, ma il loro impatto sulla pratica clinica sarà limitato se non si avrà la conferma di un beneficio di sopravvivenza globale», ha dichiarato il professor Nicholas James dell’Institute of Cancer Research e del Royal Marsden Hospital di Londra, commentando i risultati. Un’analisi pre-specificata aggiustata per il crossover ha evidenziato una tendenza verso un miglioramento della sopravvivenza globale (OS) per 177Lu-PSMA-617 rispetto al cambio di ARPI, ma tale beneficio non è stato riscontrato nell’analisi non aggiustata.

L’ORR nei pazienti con malattia circoscritta ai tessuti molli è risultato del 50,7% nel braccio trattato con 177Lu-PSMA-617 e del 14,9% nel braccio di confronto, con una durata mediana delle risposte rispettivamente di 13,6 mesi e 10,1 mesi.

Inoltre, i pazienti trattati con 177Lu-PSMA-617 hanno mostrato una migliore qualità di vita, con un ritardo nel tempo mediano al decadimento, mantenendo il loro FACT-P score totale per 3 mesi in più rispetto a quelli che hanno effettuato il cambio di ARP (7,46 mesi rispetto a 4,27 mesi; HR 0,59).

Profilo di sicurezza accettabile
Sul fronte della sicurezza, l’incidenza degli eventi avversi di grado ≥3, degli eventi avversi seri e di quelli che hanno causato l’interruzione del trattamento è stata rispettivamente del 34%, 20% e 5,7% con 177Lu-PSMA-617 contro 43%, 28% e 5,2% con l’ARPI.

All’inizio di quest’anno, 177Lu-PSMA-617 è stato inserito in un aggiornamento delle linee guida ESMO per il trattamento del carcinoma prostatico metastatico in progressione dopo una precedente terapia con taxani e un ARPI di nuova generazione, sulla base dei risultati dello studio di fase 3 VISION (Ann Oncol. 2023;34:557-563).

«177Lu-PSMA-617 è un agente interessante con un buon profilo di tollerabilità in questo setting. Il suo utilizzo negli stadi iniziali del tumore alla prostata, quando le lesioni PSMA-negative sono rare, potrebbe essere più incoraggiante e sarà interessante vedere i risultati dello studio di fase 3 PSMAddition, attualmente in corso, e dell’imminente studio STAMPEDE2 in questo setting», ha concluso James.

Bibliografia
O. Sartor, et al. Phase 3 trial of [177Lu]Lu-PSMA-617 in taxane-naive patients with metastatic castration-resistant prostate cancer (PSMAfore). Ann Oncol. 2023;34(suppl 2):LBA13. leggi

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