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Policitemia vera: ruxolitinib efficace su milza, prurito e stanchezza

Policitemia vera: ruxolitinib efficace a lungo termine nei pazienti resistenti all'idrossiurea secondo uno studio pubblicato su The Lancet Haematology

Policitemia vera ad alto rischio: ruxolitinib produce un miglioramento significativo delle dimensioni della milza e dei sintomi come prurito e stanchezza

Nei pazienti affetti da policitemia vera ad alto rischio, il trattamento di prima linea con l’inibitore di JAK ruxolitinib produce un miglioramento significativo delle dimensioni della milza e dei sintomi come prurito e stanchezza rispetto alla miglior terapia disponibile. Lo evidenziano i risultati aggiornati dello studio di fase 2b RuxoBEAT presentati al meeting annuale della American Hematology Association (ASH), svoltosi a San Diego.

Steffen Koschmieder, della Università di Aachen, in Germania, presentando i dati, ha dichiarato che il trattamento con ruxolitinib ha prodotto, a 6 mesi, un significativo miglioramento clinico della sintomatologia rispetto alla miglior terapia disponibile.

Per i pazienti con policitemia vera ad alto rischio la terapia citoriduttiva approvata in Europa è rappresentata da idrossiurea o ropeginterferone alfa, mentre ruxolitinib è approvato attualmente nei pazienti resistenti o intolleranti all’idrossiurea.

In mancanza di studi di confronto, Koschmieder e i colleghi nello studio RuxoBEAT hanno voluto valutare l’efficacia del JAK-inibitore contro la migliore terapia disponibile in pazienti non trattati in precedenza.

Lo studio RuxoBEAT

RuxoBEAT (NCT02577926) è un trial multicentrico, in aperto, a due bracci, con un target di arruolamento di 190 pazienti in ciascun braccio.

Al congresso americano gli autori hanno presentato i risultati di una analisi ad interim prespecificata dei dati dopo l’arruolamento di 78 pazienti (44 nel braccio sperimentale e 34 in quello di confronto).

Dopo 6 mesi di trattamento il protocollo dello studio consente il crossover dalla miglior terapia disponibile a ruxolitinib nei pazienti idonei. Nel braccio sperimentale i partecipanti vengono trattati con una dose iniziale di 10 mg incrementabile fino a 20 mg due volte al giorno.

L’endpoint primario dello studio è il tasso di risposta completa clinica ed ematologica a 6 mesi (secondo i criteri dello European LeukemiaNet), mentre gli endpoint secondari sono rappresentati dal tasso di risposta obiettiva (ORR), le variazioni delle conte ematiche e del volume della milza, e gli outcome riferiti dal paziente (PRO).

Impatto significativo di ruxolitinib sulle dimensioni della milza

Dopo 6 mesi non sono state osservate differenze significative fra i due bracci dal punto di vista dell’ORR (77,3% contro 58,8%; P = 0,09) o del tasso di risposta completa (2,3% contro 2,9%; P = 1,0).

Inoltre, non si sono osservate differenze significative nella conta dei globuli bianchi o nell’ematocrito (P > 0,05), ma nel braccio assegnato a ruxolitinib si è osservata una tendenza verso una conta piastrinica moderatamente più alta rispetto alla terapia di confronto (P = 0,0116). Anche il numero di pazienti che hanno avuto bisogno di flebotomie è risultato comparabile fra i due bracci (14,3% contro 16%).

Il trattamento con ruxolitinib ha avuto, invece, un impatto significativamente superiore rispetto alla miglior terapia disponibile sulla riduzione delle dimensioni della milza (P < 0,0001) e sui punteggi relativi alla stanchezza (P <0,05) e al prurito (P < 0,1).

Sicurezza comparabile

La frequenza della maggior parte degli eventi avversi osservati, sia di qualsiasi grado sia di grado ≥3, non ha mostrato differenze significative fra i due bracci di trattamento. L’incidenza degli eventi avversi di grado ≥3 è risultata dell’11,7% con ruxolitinib e 9,2% con il trattamento di confronto (P = 0,518).

Tuttavia, i disturbi gastrointestinali hanno avuto un’incidenza significativamente più bassa con ruxolitinib rispetto alla terapia di confronto: 20% contro 47% (P = 0,0156) per quelli di qualsiasi grado e 0% contro 12% (P = 0,0325) per quelli di grado ≥ 3.

Lo studio, ha detto Koschmieder, è ancora in corso ed è previsto l’arruolamento di altri pazienti.

Bibliografia

  1. Koschmieder, et al. Firstline Treatment with Ruxolitinib Versus Best Available Therapy in Patients with Polycythemia Vera: Pre-Specified Interim Analysis of the Randomized Phase 2b Ruxobeat Clinical Trial of the German Study Group for Myeloproliferative Neoplasms (GSG-MPN).

Blood (2023) 142 (Supplement 1):619; doi:10.1182/blood-2023-173225. https://ashpublications.org/blood/article/142/Supplement%201/619/499278/Firstline-Treatment-with-Ruxolitinib-Versus-Best?searchresult=1

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