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Studio del Cnr fa luce sulla contaminazione delle acque nel bacino di Abadan

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Cnr studia i livelli di contaminazione e dei potenziali rischi  per la salute umana associati a 16 idrocarburi policiclici aromatici (PAH) nel bacino di Abadan, nel Golfo Persico

Un recente studio del Cnr-Iriss e Cnr-Ismar e Ingv, condotto da Renato Somma  in collaborazione con colleghi afferenti a diversi enti di ricerca ed università americane (ERM – Environmental Resources Management, California; Department of Civil and Environmental Engineering, Utah Water Research Laboratory, Utah State University,  Utah; School for the Environment, University of Massachusetts Boston, Massachusetts) e iraniane (Faculty of Natural Resources, University of Tehran; Department of Environmental Health Engineering, Maragheh University of Medical Iran; Research Center for Environmental Contaminants (RCEC), Abadan University of Medical Iran) è stato pubblicato sulla rivista “Journal of geochemical exploration” edito dalla Elsevier. La ricerca si è concentrata sullo studio dei livelli di contaminazione, delle fonti e dei potenziali rischi  per la salute umana associati a 16 idrocarburi policiclici aromatici (PAH) nei sedimenti superficiali del bacino delle risorse d’acqua dolce di Abadan, nel nord-ovest del Golfo Persico.

Le concentrazioni di ∑16PAHs (Polycyclic aromatic hydrocarbons) variano da  67,8 a 57,748 ng/g con una media di 8222 ng/g. Circa il 30% dei ∑16PAH sono stati attribuiti a sette IPA cancerogeni. I componenti predominanti degli IPA trovati nei sedimenti sono gli IPA a 3 e 4 anelli, che rappresentano circa il 63% del totale degli IPA. I rapporti diagnostici e l’analisi delle componenti principali (PCA) indicano che gli IPA, rilevati nei sedimenti, provengono da diverse fonti, tra cui le emissioni da traffico veicolare, la combustione di carbone e biomasse, perdite di petrolio e acque reflue.

“Secondo la nostra valutazione del rischio ecologico, nel fiume Arvand è possibile osservare un danno sostanziale al biota. Inoltre gli indicatori di  rischio di cancerogeneità mostrano che sia gli adulti che i bambini che vivono nell’area di Abadan sono esposti a un notevole rischio di cancro a causa della presenza degli IPA nei sedimenti superficiali”, afferma Renato Somma, ricercatore Ingv e associato alla ricerca presso gli istituti Iriss e Ismar del Cnr. “Per questo mitivo, è essenziale l’intensificazione di un monitoraggio continuo dell’inquinamento da IPA e l’implementazione di misure per proteggere gli ecosistemi d’acqua dolce nei pressi del Golfo Persico”.

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