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ENEA studia la riqualificazione di edifici storici sull’Appia Antica a Roma

appia antica

ENEA sta approfondendo il tema della riqualificazione energetica negli edifici storici utilizzando come casi pilota gli edifici nel parco archeologico dell’Appia Antica a Roma

ENEA sta approfondendo il tema della riqualificazione energetica negli edifici storici, nel rispetto del valore storico-artistico degli immobili, utilizzando come casi pilota gli edifici nel parco archeologico dell’Appia Antica a Roma. L’attività è condotta dal Dipartimento per l’Efficienza energetica, nell’ambito dell’accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per l’attuazione del Piano triennale di Ricerca di Sistema Elettrico 2022-2024.

I ricercatori ENEA stanno applicando metodologie e soluzioni adatte all’efficientamento energetico di edifici vincolati, analizzando diversi scenari di intervento – sia sul singolo edificio sia sull’intero sito – per scegliere strategie di miglioramento e sistemi di produzione da fonti rinnovabili ottimali. Inoltre, attraverso tecniche di indagine non invasive, come termografie, analisi degli impianti e delle bollette, sono calcolati sia la prestazione energetica che i consumi futuri.

Come spiega Silvia Di Turi, ricercatrice del Laboratorio ENEA efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano del Dipartimento per l’Efficienza energetica, “stiamo realizzando uno studio multidisciplinare con un approccio integrato applicato a quattro complessi di edifici: Capo di Bove, Santa Maria Nova, villa dei Quintili e villa di Sette Bassi, che ricadono nel contesto più ampio del parco stesso, ciascuno con le proprie peculiarità. Questi edifici sono il risultato di una complessa stratificazione storica avvenuta in epoche differenti, una condizione molto diffusa nel patrimonio edilizio storico italiano. La varietà delle destinazioni d’uso cui essi sono adibiti (uffici, sedi museali, spazi di accoglienza e di servizio) offre la possibilità di estendere l’analisi a una casistica ampia, che può rappresentare un esempio significativo per tutto il panorama nazionale. Inoltre, l’appartenenza a un contesto vincolato più esteso, come il parco archeologico, offre un’opportunità unica per valutare diverse strategie di intervento e considerare l’ipotesi di installare sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili, a servizio sia del singolo edificio sia del sito di appartenenza”.

ENEA ha anche predisposto specifiche linee di indirizzo per gli edifici del parco, in linea con le indicazioni del ministero della Cultura[1], con l’obiettivo di indirizzare i progettisti verso le soluzioni di efficientamento più idonee, in considerazione delle specificità e caratteristiche degli edifici. Un approccio metodologico che vuole creare le condizioni per decisioni consapevoli sulla riqualificazione energetica e sostenibile del bene storico vincolato, coerentemente con la decarbonizzazione del patrimonio edilizio richiesta dall’Unione europea.

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