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Caso Ilaria Salis, Tajani esclude ipotesi domiciliari in Ambasciata

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Caso Ilaria Salis, no ai domiciliari in Ambasciata. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani spiega: “Non è una casa privata”

L’ambasciata italiana in Ungheria non è “un luogo idoneo a misure coercitive”, perché “non è una casa privata” e “va preservata la sicurezza dello Stato”: lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un’informativa alla Camera dei deputati sulla vicenda di Ilaria Salis. Le dichiarazioni sono state rese con riferimento a una valutazione del ministro della Giustizia Carlo Nordio, a seguito di una richiesta specifica di Roberto Salis, padre della donna detenuta. “L’ambasciata d’Italia è un luogo dove ci sono anche documenti riservati” ha detto Tajani. “Non è una casa privata e va preservata la sicurezza dello Stato; un detenuto non può girare liberamente nell’ambasciata, è una questione di sicurezza nazionale”.

Il governo italiano “si è adoperato sin dall’inizio per assicurare ogni possibile assistenza” a Ilaria Salis, “nel rispetto del principio di sovranità giurisdizionale di un altro Stato”, prosegue Tajani. “A chi grida di riportarla in Italia chiedo ‘a cosa state pensando?’” ha detto Tajani. “Aspettiamo i vostri suggerimenti”. Secondo il ministro, “l’unica via da percorrere è quella delle regole europee e per chiedere gli arresti domiciliari in Italia bisogna prima chiederli nel Paese di detenzione”.

BOTTA E RISPOSTA CON PROVENZANO

Botta e risposta in aula alla camera tra il deputato democratico Peppe Provenzano e il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani nel corso dell’informativa urgente del governo sulla vicenda di Ilaria Salis, detenuta in Ungheria. Al centro dello scontro, la possibilità per Ilaria Salis di scontare gli arresti domiciliari presso l’ambasciata italiana su cui il ministro ha chiuso le possibilità adducendo questioni di “sicurezza”. “Quali sarebbero i problemi di sicurezza? Avete paura ci siano neonazisti in Ambasciata?” ha chiesto Provenzano criticando l’inerzia del governo. “Parliamo dei documenti ufficiali” ha ribattuto Tajani a cui Provenzano ha risposto “non avevate la stessa preoccupazione con la documentazione segreta del ministero della giustizia” rievocando il caso che vede coinvolto il sottosegretario Del Mastro.

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