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Abbvie acquisisce Cervel per oltre 8 miliardi di dollari

AbbVie

AbbVie ha dichiarato di aver raggiunto un accordo per l’acquisizione di Cerevel Therapeutics per circa 8,7 miliardi di dollari

AbbVie ha dichiarato di aver raggiunto un accordo per l’acquisizione di Cerevel Therapeutics per 45 dollari per azione in contanti, pari a circa 8,7 miliardi di dollari, in un’operazione volta a rafforzare il suo portafoglio di trattamenti per le neuroscienze.

L’annuncio arriva pochi giorni dopo l’accordo siglato da AbbVie per l’acquisizione di ImmunoGen per 10,1 miliardi di dollari, nel tentativo di espandere la propria pipeline.

“Il nostro attuale portafoglio di neuroscienze e la nostra pipeline combinata con Cerevel rappresentano una significativa opportunità di crescita per il prossimo decennio”, ha dichiarato l’amministratore delegato Richard Gonzalez, aggiungendo di ritenere che le attività di Cerevel abbiano un “potenziale di vendita multimiliardario”.

Cerevel è nata nel 2018 dallo spin off delle attività neurologiche di Pfizer (farmaci all’epoca in fase preclinica) che unendosi a Bain Capital che aveva finanziato l’operazione le aveva fatte confluire in una nuova realtà completamente autonoma di cui aveva mantenuto il 25% delle azioni. Dal 2020 l’azienda era quotata al Nasdaq.

Il portafoglio di neuroscienze di AbbVie, che nel terzo trimestre ha registrato vendite per un totale di 2 miliardi di dollari, è incentrato sui farmaci contro l’emicrania Ubrelvy (ubrogepant) e Qulipta (atogepant), sull’antipsicotico atipico Vraylar (cariprazina) e sul Botox (onabotulinumtoxinA) per uso terapeutico.

L’acquisizione darà ad AbbVie accesso a molteplici attività in fase clinica e preclinica in diverse patologie, tra cui schizofrenia, morbo di Parkinson e disturbi dell’umore.

Cerevel sta lavorando su emraclidina un modulatore allosterico positivo (PAM) del recettore muscarinico M4, come potenziale antipsicotico una volta al giorno per i pazienti affetti da schizofrenia, per i quali ha dimostrato “miglioramenti significativi e statisticamente rilevanti” sulla gravità dei sintomi in uno studio di Fase Ib.

L’azienda ha dichiarato che sta attualmente completando un paio di studi di fase intermedia progettati per essere abilitanti alla registrazione. L’emraclidina è inoltre in fase di valutazione di Fase I su volontari anziani sani, a sostegno di un potenziale programma sulla psicosi della malattia di Alzheimer.

Le altre attività dell’azienda includono tavapadon, un agonista parziale selettivo della dopamina D1/D5 per la gestione del morbo di Parkinson, che è in fase III di sperimentazione con potenzialità sia come monoterapia che come trattamento aggiuntivo.

“L’efficacia e il profilo di sicurezza e tollerabilità di tavapadon potrebbero consentirne l’impiego nelle fasi iniziali della malattia di Parkinson, diventando a breve termine una risorsa complementare alle [nostre] terapie sintomatiche esistenti per il Parkinson avanzato”, ha dichiarato AbbVie.

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