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“Stormborn” e “Inafferabile Appennino” stasera su Rai 5

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Verso la primavera a “Stormborn” in prima serata su Rai 5. A seguire viaggio sui monti del Modenese con “Inafferrabile Appennino”

Un maschio di volpe artica corre attraverso le montagne. Il suo obiettivo è ricongiungersi con la compagna che non vede da tempo. Sarà sopravvissuta al rigido inverno islandese? Tutto ciò che può fare è aspettarla, nella speranza di potersi unire a lei. Un viaggio raccontato nell’ultimo episodio della serie “Stormborn”, in onda domenica 28 gennaio alle 21.15 su Rai 5.

Nelle Shetland, intanto, una mamma lontra ha allevato con successo i suoi due gemelli, un maschio e una femmina. Non ancora del tutto indipendenti, però, questi cuccioli hanno davanti a sé un viaggio impervio e pieno di difficoltà.

L’improvvisa tempesta di marzo si abbatte su tutte le terre del grande Nord, interrompendo l’accoppiamento delle volpi e il viaggio delle renne. A pagare duramente il prezzo di questa situazione è soprattutto una famiglia di lontre. Separata dal resto della famiglia, una cucciola è rimasta sola e, spaventata, si guarda attorno nel tentativo di capire cosa fare.

A seguire, un dedalo di strade, boschi, a ogni curva la conferma di un paesaggio che ripropone la sua tondeggiante bellezza, in un intrico morbido di castagneti, querce, prati verdi, campi coltivati. È l’Appennino modenese il protagonista del documentario “Inafferrabile Appennino” di Gianfranco Anzini, in onda domenica 28 gennaio alle 22.10 su Rai 5.

Un viaggio che parte da Zocca, il paese di Vasco Rossi di tanta altra gente molto interessante, come i suoi amici di gioventù, che giocano ancora a carte con lui d’estate, ma anche giovani imprenditrici come Eleonora Tranchini, che sta puntando le proprie carte sul noleggio delle bici elettriche. C’è Stefania Pirli, bibliotecaria che può fregiarsi di un dottorato negli Stati Uniti sull’Inquisizione medievale, il creatore di libri a figure per l’infanzia Sergio Ruzzier, che da pochi anni si è innamorato di questi paesaggi appenninici, e ha lasciato dopo una vent’anni la vita a New York, e Stefano Fogacci, pioniere dell’ambientalismo locale e nazionale. E di Zocca è anche l’astronauta Maurizio Cheli.
Una volta saliti ancora più in quota, ai quasi 900 metri di Montese, ci si imbatte in una realtà che ancora una volta sfugge a ciò che si sa in generale dei borghi di montagna. Tra i tremilacinquecento abitanti, c’è Silvana Lucchi, che manda avanti l’hotel ristorante che appartiene alla famiglia a partire dal nonno.

Che sia la banda del paese uno dei segreti della serenità che aleggia su tutto Montese? Ne parla Federica Ghinelli che è davvero felice di poter provare tutte le settimane con gli altri musicisti della banda, sotto la guida del maestro Luca Tassi. Federica, che lavora nel settore turistico, è anche lei coinvolta in progetti che hanno a che fare con il cicloturismo. A Montese, comunque, c’è lavoro per tutti: lo testimonia anche Romano Scaglioni, che negli anni ha creato e consolidato un’azienda che è tra i leader nazionali nella costruzione di strutture e case in legno. Nel capannone di fianco a quello di Romano c‘è poi una vera e propria cattedrale del Parmigiano Reggiano: un magazzino per la stagionatura che contiene centosettantamila forme di parmigiano di montagna.

Ci lavora Catia Albertazzi, che è nata a Riola in provincia di Bologna, ma da dieci anni ha deciso di sposarsi e trasferirsi a Montese assieme al marito di Sassuolo. Basta poi valicare il fiume Reno, e proprio a Riola, il comune di origine di Catia, tutto cambia e quest’altra parte di appennino si presenta nuovamente in modo enigmatico. Anche grazie alla Rocchetta Mattei, che nel tempo è diventata una stabile attrattiva turistica col suo affascinante quanto improbabile aspetto. In quest’area non ci sono più capannoni e industrie, e qui ritorna la sensazione di un labirinto di boschi e colline, da cui l’uomo però si sta lentamente ritirando, mentre i centri abitati appaiono meno floridi. Ma come mai a Guzzano, una frazione sconosciuta ai più, di un comune come Camugnano, si concentra la presenza di vari scrittori? Uno è Giuseppe Dino Baldi, un filologo classico, autore di libri sulle morti favolose degli antichi, o sulle vite efferate di alcuni Papi. L’altro è Ugo Cornia, scrittore modenese che ha pubblicato con i maggiori editori italiani ormai una ventina di libri, tra romanzi e racconti.

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