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“Papillomavirus umani e tumori”: se ne parla all’Accademia di Medicina a Torino

Studio afferma che le donne vaccinate contro il papillomavirus quando erano giovani di 12-13 anni si ammalano meno di cancro del collo dell’utero

Il 16 gennaio l’Accademia di Medicina di Torino terrà una seduta scientifica, sia in presenza, sia in modalità webinar, dal titolo “Papillomavirus umani e tumori”

Martedì 16 gennaio alle ore 21, l’Accademia di Medicina di Torino terrà una seduta scientifica, sia in presenza, sia in modalità webinar, dal titolo “Papillomavirus umani e tumori”. L’introduzione sarà a cura di Santo Landolfo, Professore di Microbiologia, Università degli Studi di Torino e socio dell’Accademia di Medicina. I relatori saranno Marisa Gariglio, Professore Ordinario di Microbiologia medica, Università del Piemonte Orientale, Giancarlo Pecorari, Professore ordinario di Otorinolaringoiatria, Università degli Studi di Torino e Leonardo Micheletti, Professore Associato in Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi di Torino.

La prof.ssa Gariglio si occuperà di papillomavirus umani (HPV), dei piccoli virus a DNA trasmissibili con i contatti sessuali che sono responsabili dello sviluppo di tumori squamosi del distretto genitale e delle alte vie respiratorie, con un’incidenza del 5%.  Tra i 12 genotipi di HPV dichiarati come agenti carcinogeni da WHO, quelli che si trovano più frequentemente nei tumori umani sono HPV16 e HPV18. I tumori del distretto testa collo HPV+ sono considerati un’entità clinica distinta rispetto alla controparte HPV– con una proiezione epidemiologica in netta crescita nei paesi industrializzati, compresa l’Italia. L’eziologia virale comporta caratteristiche cliniche diverse, inclusa l’elevata incidenza in soggetti giovani non fumatori e una maggiore sensibilità alla radioterapia. Teoricamente, i tumori HPV-correlati dovrebbero essere prevenuti con la vaccinazione anti-HPV. Purtroppo, il fatto che l’azione oncogena di HPV è il risultato di una infezione persistente anche per decenni, significa che questo tipo di tumore rimarrà ancora per decenni in continua crescita con richiesta di nuove strategie terapeutiche. Verranno discussi i meccanismi molecolari alla base dell’azione oncogena di HPV, le caratteristiche cliniche dei tumori HPV-correlati nel distretto genitale e nel testa-collo, e le nuove strategie terapeutiche in fase di sviluppo sperimentale.

Il prof. Pecorari interverrà sull’esposizione di cavo orale e orofaringe al papillomavirus umano (HPV) che esitano, nella maggior parte dei casi, in infezioni transitorie controllate dal sistema immunitario dell’organismo; in una piccola percentuale di casi, l’infezione può persistere in stato dormiente e, a seconda del genotipo di HPV, evolvere in una patologia benigna o maligna. Genotipi ad elevato rischio di trasformazione neoplastica, quali HPV 16 e 18, sono responsabili di molti tumori di ano e cervice, nonché del carcinoma squamoso dell’orofaringe (OPSCC).

A differenza del classico carcinoma squamoso dell’orofaringe, legato al fumo di sigaretta e al consumo di alcol, il carcinoma HPV-relato (HPV+ OPSCC) si presenta in una popolazione mediamente più giovane e sana; nelle ultime decadi l’incidenza è aumentata a causa di un incremento del numero di partner coinvolti nei rapporti orali e vaginali in età giovanile.

La sintomatologia iniziale è molto aspecifica , per cui i pazienti si presentano alla visita specialistica quando il timore a già dato metastasi latero-cervicali .

Nonostante un miglioramento in termini prognostici legato ad una risposta a chemio e radio-terapia superiore, i pazienti affetti da HPV+ OPSCC sono ad alto rischio di sviluppare disabilità permanenti a causa delle morbidità derivanti dai trattamenti oncologici. Risulta di primaria importanza, oltre all’utilizzo di misure preventive, giungere tempestivamente a una diagnosi al fine di trattare malattie in stadio precoce e di utilizzare protocolli terapeutici de-intensificati con migliori esiti sulla qualità di vita e mantenendo, allo stesso tempo, buoni risultati in termini oncologici.

Il prof. Micheletti chiarirà come i Papilloma Virus Umani (HPV) oncogeni svolgano il ruolo principale nella patogenesi del cervicocarcinoma, ma da soli non siano in grado di indurre l’oncogenesi, necessitando di cofattori. Dal punto di vista clinico la presenza di un HPV oncogeno va considerato “un marcatore di rischio”, il che significa che la maggior parte delle portatrici di questo virus non svilupperà il tumore maligno. Per verificare l’eventuale presenza di lesione pretumorale o tumorale si procede al Pap-test e alla colposcopia. Per prevenire e ridurre il rischio di infezione da HPV è consigliata la specifica vaccinazione, che a sua volta riduce notevolmente il rischio di comparsa del tumore.

Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino (via Po 18, Torino), sia collegandosi da remoto al sito www.accademiadimedicina.unito.it.

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