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Sicurezza sul lavoro: anche la comunicazione ha fatto passi da gigante

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Sicurezza sul lavoro: analisi Inail esamina la trasformazione di materiali iconografici e cartelli ammonitori diffusi a partire dagli anni ’20 fino a oggi

Nel corso del Novecento la comunicazione iconografica su salute e sicurezza sul lavoro è passata da un approccio drammatico e paternalistico, molto diffuso fino agli anni ’50, a un tono più positivo e conciliante, adoperato soprattutto negli anni ’80. Un profilo, quest’ultimo, che punta a fornire al lavoratore informazioni in maniera razionale e neutrale, coinvolgendolo e rendendolo più partecipe nel processo di responsabilità collettive condivise con altri attori del sistema di prevenzione aziendale. È un rapido excursus tra storia e sociologia, uno spaccato delle modalità di comunicazione visuale del “secolo breve” quello che propone un fact sheet del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail. Nella scheda, consultabile sul portale dell’Istituto, vengono sinteticamente esaminate la comunicazione e l’iconografia in tema di salute e sicurezza sul lavoro, analizzandone le evoluzioni e i mutamenti chiaramente testimoniati dai cartelli ammonitori.

Dalla raccolta all’analisi, le fasi della ricerca. Come spiegano gli autori nell’introduzione, è stata effettuata preliminarmente una ricognizione dei materiali prodotti in Europa e in Russia a partire dagli anni ’20. Da questa raccolta è stato tratto un campione significativo, in grado di mettere a confronto modalità espressive del passato e del presente. Successivamente, anche attraverso l’utilizzo di immagini grafiche selezionate, la scheda si sofferma cronologicamente sulla cartellonistica prodotta.

Toni forti e colori decisi negli anni ’50. Nella comunicazione relativa ai primi decenni del Novecento, il linguaggio adottato è fortemente drammatizzato, con colori decisi come il rosso, impiegato per richiamare in maniera incisiva l’attenzione del destinatario. C’è la volontà, segnalano i ricercatori del Dimeila, di impressionare e di scuotere tramite immagini forti e talora anche angosciose. Negli anni ’50, così come nel decennio a seguire, il linguaggio diventa più semplice e diretto e le immagini vengono utilizzate sia per illustrare l’uso corretto di attrezzature e macchinari sia per ammonire sulle conseguenze di possibili infortuni sul lavoro. Attraverso tipologie comunicative incentrate su pathos e urgenza si batte l’accento sul senso del pericolo e sulla rischiosità di comportamenti poco corretti, con il lavoratore considerato ancora come un soggetto da educare.

Coinvolgimento e condivisione nei messaggi degli anni ’60 e della contemporaneità. È negli anni ’60, e poi così nel decennio successivo, che si registra un deciso cambio di passo: nei manifesti il linguaggio diventa meno perentorio e dall’imposizione di obblighi si passa a voler esortare, consigliare, informare. A poco a poco entrano in gioco anche soggetti diversi dal lavoratore, a evidenziare che il sistema della prevenzione è molteplice e coinvolge anche altri attori. Simultaneamente, la cartellonistica diventa in quel periodo meno centrale con l’affacciarsi di nuovi canali informativi come i video, la tv e internet con le loro novità espressive. I toni della comunicazione iconografica diventano più concilianti e rassicuranti, facendo leva su messaggi ottimistici di fiducia e solidarietà. Si tende a illustrare i benefici individuali e collettivi derivanti da comportamenti corretti e sicuri, piuttosto che a evidenziare le conseguenze negative di condotte non adeguate.

Nei manifesti Inail la centralità del lavoro in sicurezza. Modalità e approcci che trovano riscontro anche nei cartelloni realizzati dall’Inail nel corso del tempo, di cui lo studio del Dimeila riporta graficamente una selezione rappresentativa. Al centro dei manifesti vi sono il lavoratore, l’uso accorto di strumenti e dispositivi di protezione individuale, un linguaggio diretto e coinvolgente che non disdegna l’impiego di giochi di parole e proverbi opportunamente adattati. Elementi che si inseriscono all’interno di un sistema di prevenzione allargato, in cui l’Istituto promuove informazione, assistenza, formazione, supporto agli addetti e alle imprese.

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