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Diabete di tipo 2: fa bene trascorrere più tempo esposti alla luce naturale

cellule beta finerenone sistemi di monitoraggio del glucosio

Negli adulti con diabete di tipo 2 trascorrere più tempo esposti alla luce naturale può aiutare a trascorrere più tempo nell’intervallo glicemico corretto

Negli adulti con diabete di tipo 2 trascorrere più tempo esposti alla luce naturale può aiutare a trascorrere più tempo nell’intervallo glicemico corretto e a migliorare il metabolismo, secondo quanto rilevato da un piccolo studio presentato al congresso 2023 della European Association for the Study of Diabetes (EASD).

«La nostra ricerca mostra che il tipo di luce a cui ci si espone è importante per il metabolismo» ha affermato il primo autore Ivo Habets, ricercatore presso il dipartimento di scienze della nutrizione e del movimento presso l’Università di Maastricht nei Paesi Bassi. «Lavorare in un ufficio quasi senza esposizione alla luce naturale avrà un impatto sul metabolismo e sul rischio o sul controllo del diabete di tipo 2, quindi è importante stare all’aperto e alla luce solare il più possibile».

Un test metabolico su un piccolo campione di diabetici
I ricercatori hanno condotto uno studio crossover randomizzato su 13 soggetti adulti con diabete di tipo 2 (età media 70 anni), assegnati in modo casuale a un intervento con luce naturale che entrava attraverso le finestre tra le 8:00 e le 17:00 o a un intervento con luce artificiale in cui i partecipanti erano costantemente esposti al luci a LED.

Il periodo tra le 17:00 e le 23:00 è stato trascorso in condizioni di scarsa illuminazione e il sonno, 23:00 alle 7.00 del mattino, al buio. Ogni intervento è durato 4,5 giorni. Dopo un periodo di washout di 4 settimane, i partecipanti sono passati all’intervento opposto per 4,5 giorni. Per tutta la durata degli interventi sono stati indossati dispositivi di monitoraggio continuo della glicemia.

Il giorno 4 è stata eseguita la calorimetria indiretta per valutare il metabolismo nelle 24 ore e il dispendio energetico. Sono stati raccolti campioni di sangue per misurare i metaboliti circolanti. La temperatura corporea interna è stata misurata per 24 ore grazie a una pillola telemetrica. Il giorno 5 è stata condotta una biopsia muscolare a digiuno per valutare l’espressione del gene dell’orologio circadiano e dopo la biopsia muscolare a digiuno è stato eseguito un test di tolleranza al pasto misto.

Luce diurna benefica nel diabete di tipo 2
I pazienti hanno trascorso più tempo in un intervallo glicemico normale compreso tra 4,4 e 7,8 mmol/l durante l’intervento con luce diurna naturale rispetto a quella artificiale (P=0,01). Avevano inoltre un rapporto di scambio respiratorio (o quoziente respiratorio, misura la proporzione di grassi e carboidrati che vengono impiegati ai fini energetici. Valori bassi indicano un maggiore impiego di grassi e viceversa) più basso durante il ciclo giornaliero di 24 ore quando sono stati esposti alla luce del giorno naturale rispetto a quella artificiale (P=0,028). Il rapporto di scambio respiratorio era particolarmente basso alle ore 13:00 nel gruppo luce diurna naturale rispetto al gruppo luce artificiale.

Tra i due interventi non sono state osservate differenze nel dispendio energetico a riposo, nei livelli di glucosio plasmatico, negli acidi grassi liberi, nel triacilglicerolo e nella temperatura corporea interna. Durante il test del pasto misto non sono state osservate differenze nel dispendio energetico, tuttavia il rapporto di scambio respiratorio era inferiore con l’intervento con luce naturale rispetto alla luce artificiale (P=0,04).

«I miglioramenti nel time-in-range e nel rapporto di scambio respiratorio suggeriscono che possa essere utile valutare e modificare l’esposizione alla luce naturale o artificiale dei pazienti, dal momento che potrebbe rappresentare una facile opportunità per ottenere piccoli miglioramenti» ha fatto presente Habets.

Ha aggiunto che, in quanto controllato, lo studio non riflette l’esposizione nella vita reale alle fonti di luce, pertanto è necessario approfondire la questione in studi futuri che valutino anche i meccanismi alla base dei benefici della luce naturale sulla salute metabolica.

Sonno e ritmo circadiano influiscono sulla salute metabolica
Il sonno e il ritmo circadiano sono sicuramente collegati al rischio di diabete, ha commentato Erin Davis, dietista ed educatrice del diabete non stata coinvolta nello studio. «Dato che il nostro ritmo circadiano è regolato dalla luce, è logico che l’esposizione alla luce del giorno sia benefica. L’esposizione alla luce naturale, piuttosto che a quella artificiale, aiuta a reimpostare l’orologio del corpo, con conseguente sonno e salute migliori».

In carenza di sonno aumentano i livelli di cortisolo e questo può innalzare la glicemia, peggiorare la resistenza all’insulina e aumentare la grelina, l’ormone della fame, rendendo difficile rimanere entro gli obiettivi glicemici. «Piuttosto che restare svegli fino a tardi davanti a uno schermo è meglio andare a dormire a un’ora che imiti la luce del giorno disponibile» ha aggiunto. «Non solo farà sentire più energici ma ridurrà anche il rischio di diabete».

Referenze

Habets I et al. Abstract 718. Presented at: European Association for the Study of Diabetes Annual Meeting; Oct. 2-6, 2023; Hamburg, Germany (hybrid meeting).

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