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Psoriasi: risankizumab migliore per il controllo di malattia

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Psoriasi a placche moderata: la terapia con risankizumab si è dimostrata superiore rispetto ad apremilast in termini di efficacia e soddisfazione del trattamento

Nel trattamento di pazienti adulti con psoriasi a placche moderata, la terapia con risankizumab si è dimostrata superiore rispetto ad apremilast in termini di efficacia e soddisfazione del trattamento, secondo i risultati dello studio head-to-head IMMpulse di fase IV pubblicato sul British Journal of Dermatology (BJD).

In sintesi, come premesso dagli autori, risankizumab ha dimostrato un’efficacia superiore rispetto ad altri trattamenti per la psoriasi, come adalimumab, ustekinumab e secukinumab. Questo studio ha rilevato che il trattamento con risankizumab ha determinato risposte PASI 90 e sPGA 0/1 più elevate alla settimana 16 rispetto ad apremilast nei pazienti con psoriasi moderata idonei alla terapia sistemica. I PASI 75 non-responder con apremilast alla settimana 16, quando sono passati a risankizumab, hanno ottenuto tassi più elevati di PASI 75, PASI 90 e sPGA 0/1 rispetto a quanti hanno continuato apremilast. Inoltre con risankizumab un maggior numero di pazienti si è dichiarato complessivamente più soddisfatto della terapia.

«Raggiungere alti livelli di clearance cutanea è importante per i pazienti affetti da psoriasi, in particolare per quelli che potrebbero non essere soddisfatti del loro attuale trattamento» ha affermato il primo autore Linda Stein Gold, direttrice della ricerca clinica in dermatologia presso la Henry Ford Health. «I risultati dello studio IMMpulse evidenziano l’efficacia e la sicurezza di risankizumab per l’uso in pazienti affetti da psoriasi moderata eleggibili al trattamento sistemico».

Studio head-to-head di fase IV 
Risankizumab è un inibitore dell’interleuchina-23 mentre apremilast inibisce la fosfodiesterasi 4. Entrambi sono approvati dalla Fda per il trattamento di pazienti con psoriasi a placche.

Il trial IMMpulse, multicentrico, randomizzato, in cieco per il valutatore dell’efficacia, della durata di 52 settimane, ha coinvolto 352 pazienti candidati alla terapia sistemica, 118 dei quali hanno ricevuto risankizumab per via sottocutanea alla dose di 150 mg alla settimane 0 e 4, e 234 dei quali hanno ricevuto apremilast orale alla dose di 30 mg due volte al giorno. Se i trattati con apremilast non miglioravano di almeno il 75% dal basale il punteggio dello Psoriasis Area Severity Index (PASI 75) alla settimana 16, venivano nuovamente assegnati in modo casuale a ricevere risankizumab o apremilast.

Con risankizumab migliore controllo della malattia
Dopo le prime 16 settimane dello studio il 55,9% dei soggetti nel gruppo risankizumab ha raggiunto l’endpoint co-primario di risposta PASI 90 rispetto al 5,1% del gruppo apremilast.

L’endpoint co-primario di un punteggio di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nello static Physician Global Assessment (sPGA) alla settimana 16 è stato raggiunto dal 75,4% dei pazienti trattati con risankizumab rispetto al 18,4% di quelli sottoposti ad apremilast.

Dopo il mancato raggiungimento di una risposta PASI 75 durante la prima parte dello studio, il 72,3% dei soggetti originariamente assegnati ad apremilast e poi riassegnati a risankizumab ha raggiunto una risposta PASI 90 entro la settimana 52, in confronto a solo il 2,6% di quanti hanno continuato il trattamento con apremilast.

Nei partecipanti che hanno ricevuto 52 settimane di trattamento continuo, il 73,7% e il 63,6% quelli sottoposti a risankizumab ha raggiunto una risposta rispettivamente PASI 90 e PASI 100, in confronto al 4,5% al 2,7% di quelli trattati con apremilast.

Maggiore soddisfazione per il trattamento e qualità di vita
Risankizumab ha anche ottenuto punteggi più alti nel Treatment Satisfaction Questionnaire for Medication version 9 rispetto ad apremilast. Con un punteggio massimo di 100, i pazienti trattati con risankizumab hanno riportato un punteggio di soddisfazione di 80,6 per l’efficacia complessiva, di 84,9 per la convenienza (complessità del regime di dosaggio e della frequenza) e di 86,2 per la soddisfazione globale alla settimana 16. Con apremilast i punteggi riportati sono stati rispettivamente 46,9, 69 e 47,7.

Oltre al miglioramento degli esiti di efficacia clinica, i pazienti trattati con risankizumab hanno riportato miglioramenti nella qualità di vita (QoL) correlata alla salute. Al basale il punteggio medio del Dermatology Life Quality Index (DLQI) era di 12,7, a indicare un effetto molto ampio della malattia sulla vita dei pazienti, simile a quello osservato in altri studi nelle popolazioni con psoriasi da moderata a grave. Alla settimana 16, il 44,9% dei pazienti trattati con risankizumab non ha riportato alcun impatto della psoriasi sulla QoL correlata alla salute (punteggio di 0/1 nello Psoriasis Symptoms Scale, PSS) rispetto a solo l’1,9% con apremilast. Inoltre i pazienti trattati con risankizumab hanno riportato una migliore produttività lavorativa e una ridotta compromissione dell’attività rispetto a quelli trattati con apremilast.

«Molti pazienti con psoriasi moderata hanno una malattia significativa con un impatto importante sulla qualità complessiva della vita» ha osservato Stein Gold. «Per i malati che richiedono una terapia sistemica, è vantaggioso offrire loro in anticipo l’opzione più efficace e sicura per ottenere un rapido controllo della malattia».

Referenze
Stein Gold LF et al. Comparison of risankizumab and apremilast for the treatment of adult patients with moderate plaque psoriasis eligible for systemic therapy: results from a randomised, open-label, assessor-blinded phase IV (IMMpulse) study. Br J Dermatol. 2023 Jul 25;ljad252.
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