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Alopecia areata: conferme di efficacia per inibitori della Janus chinasi

Nuove terapie per l'alopecia cicatriziale centrifuga

Nei pazienti con alopecia areata gli inibitori della Janus chinasi (JAK) hanno mostrato di stimolare efficacemente la crescita dei capelli rispetto al placebo

Nei pazienti con alopecia areata gli inibitori della Janus chinasi (JAK) hanno mostrato di stimolare efficacemente la crescita dei capelli rispetto al placebo, soprattutto se in formulazione orale. Sono i risultati di una revisione sistematica e metanalisi pubblicata sulla rivista JAMA Network Open.

In un’analisi di sette studi che includevano quasi 2.000 pazienti, le probabilità di ottenere un miglioramento del 50% nella gravità della malattia sono risultate essere oltre cinque volte maggiori per i pazienti che avevano ricevuto un JAK inibitore rispetto a quelli sottoposti al placebo.

«Anche se la sicurezza e la tollerabilità di questa classe di farmaci sono risultate accettabili, sono necessari studi controllati e randomizzati di maggior durata per valutare ulteriormente questi esiti nell’alopecia areata» hanno scritto il primo autore Ming Liu e colleghi della McMaster University di Hamilton, Ontario, Canada.

Metanalisi di sette studi su agenti topici e orali
Nonostante siano stati studiati gli outcome dei JAK inibitori nell’alopecia areata, rimangono dubbi sul fatto che questi farmaci siano superiori al placebo e se la via di somministrazione influisca sugli esiti, hanno premesso gli autori. Per rispondere a queste domande hanno condotto una revisione sistematica e una metanalisi degli studi pubblicati.

L’analisi ha interessato sette studi randomizzati e controllati che includevano un totale di 1.710 pazienti (fascia di età media 36,3-69,7 anni) con alopecia areata e punteggi medi basali di gravità della malattia (Severity of Alopecia Tool, SALT) compresi tra 59,5 e 87,9. Tutti i trial hanno valutato l’efficacia e la sicurezza dei JAK inibitori rispetto al placebo. Due studi riguardavano gli agenti topici ruxolitinib e delgocitinib e altri cinque studi si sono concentrati sugli agenti orali ritlecitinib, brepocitinib, deuruxolitinib e baricitinib.

Gli outcome primari di interesse erano la percentuale di pazienti che raggiungevano un miglioramento del 30%, 50% e 90% nel punteggio SALT rispetto al basale, la variazione del punteggio SALT rispetto al basale e gli eventi avversi correlati al trattamento.

Maggiore ricrescita dei capelli rispetto al placebo, in particolare con le forme orali
Cinque studi che insieme hanno coinvolto 1.455 pazienti hanno riportato con i JAK una maggiore riduzione dei punteggi SALT (differenza media -34,52) rispetto al basale in confronto al placebo, senza una maggiore incidenza di eventi avversi correlati al trattamento (rischio relativo, RR, 1,25). Inoltre, rispetto al placebo, questi farmaci erano associati a una maggiore probabilità di raggiungere una risposta SALT 30, tuttavia con evidenze di certezza “molto bassa”.

Una risposta SALT 50 è stata segnalata da cinque studi che in totale hanno interessato 482 pazienti. Gli inibitori JAK sono stati associati a una maggiore probabilità di ottenere questo risultato rispetto al placebo (odds ratio, OR, 5,28). Una risposta SALT 90 è stata riportata da cinque studi su 1.502 pazienti complessivi, con una maggiore probabilità del trattamento attivo di raggiungere questo risultato rispetto al placebo (OR 8,15).

Per via dei dati insufficienti i ricercatori hanno riconosciuto di non aver potuto valutare l’efficacia e la sicurezza di molecole orali specifiche e di non aver potuto concentrarsi sugli outcome legati a dosaggi o durate del trattamento differenti. «Semplicemente questi farmaci sembrano aver consentito una maggiore ricrescita dei capelli rispetto al placebo, in particolare se in somministrazione orale» hanno concluso.

Opzione terapeutica di prima linea con selezione accurata dei pazienti idonei
Secondo Jeff Donovan, dermatologo presso la Donovan Hair Clinic di Whistler, British Columbia, Canada, questi risultati supportano altre revisioni sistematiche e metanalisi sull’argomento, e allo stesso modo suggeriscono che tutti i JAK inibitori studiati sembrano avere un’efficacia simile, anche se questo dato potrebbe cambiare con la produzione di nuovi dati e con lo studio di nuove molecole.

In una recente revisione dell’argomento, Donovan ha sottolineato che i JAK inibitori al momento rappresentano un’opzione terapeutica di prima linea per quanti soffrono di alopecia areata avanzata e che le approvazioni di baricitinib nel 2022 e di ritlecitinib nel 2023 da parte della FDA sono state delle pietre miliari importanti.

Mentre le forme orali hanno mostrato un’efficacia superiore, quelle topiche possono avere un ruolo nella gestione di alcuni aspetti dell’alopecia areata, come quella che colpisce ciglia e sopracciglia o quella pediatrica. «Le formulazioni orali non sono tuttavia di aiuto per tutti i pazienti e, infatti, una percentuale rilevante dei soggetti con malattia avanzata non risponde come vorremmo» ha affermato. «È necessario continuare la ricerca e le approvazioni della FDA non significano che abbiamo raggiunto il traguardo di trattamenti costantemente efficaci per i nostri pazienti».

Sono inoltre importanti sia il disegno che l’utilità clinica degli studi, ha aggiunto. «Ai pazienti che vedo ogni giorno non importa che il farmaco che stanno assumendo sia migliore del placebo. Alla maggior parte interessa che sia sicuro, conveniente, facile da usare e molto efficace, così che li aiuti a vivere come desiderano».

«Resta ancora molto da comprendere su sicurezza ed efficacia a lungo termine. Anche nell’alopecia areata queste molecole sono gravate dagli avvertimenti in black box su rischio cardiaco, cancro, infezioni, coaguli di sangue e altri problemi come nel trattamento di altre condizioni infiammatorie e autoimmuni» ha osservato. «Un’appropriata valutazione e consulenza del paziente non solo aiuterà a identificare le persone che potrebbero beneficiare maggiormente di questi farmaci, ma anche a escludere quanti potrebbero essere a rischio di effetti collaterali».

Referenze

Liu M et al. Janus Kinase Inhibitors for Alopecia Areata: A Systematic Review and Meta-Analysis. JAMA Netw Open. 2023 Jun 1;6(6):e2320351. 

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