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Terapia con statine post-ictus riduce mortalità per tutte le cause

Le statine proteggono contro i danni al cuore delle terapie per il cancro al seno secondo una nuova ricerca presentata all'American College of Cardiology

Inizio di terapia con statine post-ictus riduce mortalità per tutte le cause anche in pazienti con colesterolo-LDL basso

Un gruppo di ricercatori sudcoreani ha dimostrato che la terapia con statine, in pazienti naïve al trattamento con livelli di colesterolo-LDL (LDL-C) già bassi e ricoverati in seguito a un primo ictus, può ridurre il rischio di morte per tutte le cause nei mesi successivi. Secondo i dati pubblicati sul “Journal of American Heart Association” (JAHA) la terapia con statine non ha influenzato il rischio di ictus secondario o infarto miocardico (IM).

« Per ridurre il rischio di eventi vascolari nell’ictus ischemico acuto dL è raccomandato un livello target di LDL-C < 70 mg/dL» scrivono Joon-Tae Kim, del dipartimento di neurologia della Chonnam National University Medical School di Gwangju (Corea del Sud) e colleghi.

«Tuttavia», sottolineano, «un problema che necessita ancora di ulteriori ricerche è se il trattamento con statine possa ridurre il rischio di eventi vascolari precoci quando i livelli basali di LDL-C sono già bassi, < 70 mg/dL, al momento dell’ictus indice».

Studio prospettico multicentrico basato sul registro nazionale coreano
Per questo studio prospettico multicentrico basato sul registro nazionale coreano del Centro di ricerca clinica per l’ictus, i ricercatori hanno valutato 2.850 pazienti consecutivi con primo ictus ischemico acuto e LDL inferiore a 70 mg/dL al basale senza precedente trattamento con statine (età media, 70 anni; 64% uomini).

L’esito primario era un composito di ictus emorragico o ischemico, IM e morte per tutte le cause entro 3 mesi dal ricovero. Complessivamente, il 74,2% dei pazienti con livelli di LDL già bassi ha ricevuto la terapia con statine durante il ricovero in ospedale per il primo ictus.

L’esito composito primario si è verificato nel 6,7% dei pazienti che hanno ricevuto la terapia con statine rispetto al 21,5% dei pazienti che non l’hanno ricevuta (P < 0,001). Dopo ponderazione di probabilità inversa di trattamento, i tassi dell’esito composito primario erano del 7,64% nel gruppo statine e del 13,13% nel gruppo senza statine (P < 0,001) e la terapia con statine è risultata associata a una riduzione di quasi il 50% dell’esito composito primario (HR = 0,54; 95% CI 0,42%-0,69).

La riduzione della comparsa dell’esito primario è stata determinata principalmente da tassi di eventi medi più bassi a 3 mesi per la morte per tutte le cause (5,51% vs. 12,13%; P < 0,001) mentre i tassi di ictus (P = 0,692), ictus emorragico (P = 0,885) e IM (P = 0,263) non erano significativamente diversi.

«Le statine sono sembrate avere una notevole efficacia nel ridurre il rischio di esiti vascolari precoci, principalmente la morte, fatto che potrebbe essere correlata all’effetto pleiotropico delle statine» scrivono i ricercatori.

Tali effetti pleiotropici, specificano, «potrebbero includere neuroprotezione, miglioramento dei flussi collaterali ed effetti antinfiammatori, ma il loro effetto nel ridurre il rischio di ictus ricorrente riducendo l’aterotrombosi è meno sostanziale nei primi periodi dopo l’ictus ischemico acuto».

I messaggi chiave

Fonte:
Kim J-T, Sung Lee J, Joon Kim B, et al. Statin Treatment in Patients With Stroke With Low‐Density Lipoprotein Cholesterol Levels Below 70 mg/dL. J Am Heart Assoc, 2023 Sep 8. doi: 10.1161/JAHA.123.030738. [Epub ahead of print] leggi

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