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A Lugo inaugura “Tremore”, la personale di Paolo Maggis

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Paolo Maggis presenta la mostra personale TREMORE allo spazio espositivo delle Pescherie della Rocca Estense dal 2 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024

Paolo Maggis presenta la mostra personale TREMORE a cura di Massimiliano Fabbri presso lo spazio espositivo delle Pescherie della Rocca Estense dal 2 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024.

In occasione della mostra verrà presentato il nuovo libro dal titolo Paolo Maggis / TREMORE pubblicato da ZEL edizioni che raccoglie le opere degli ultimi anni dell’artista, dedicate alla ricerca sull’essere umano. Il libro conterrà i testi di Massimiliano Fabbri, curatore della mostra, e del poeta Davide Rondoni.

TREMORE tratta della forza vitale dell’essere che anima l’essere corpo. La pelle e la carne dei soggetti rappresentati sembra tremare scossa da una pittura gestuale e nervosa. E se la pelle è, in primo luogo, l’incarnato attraverso il quale vedere e sentire le vibrazioni del corpo animato da sentimenti, emozioni e pensieri, in secondo luogo indica la superficie della pittura che diventa pelle a sua volta, introducendo lo spettatore ad una visione più complessa ed articolata.

A noi il compito di ricomporre la visione, decifrare l’immagine e ridefinire costantemente la mappa di questo panorama. Come ha fatto il pittore prima di noi – afferma il curatore Massimiliano FabbriEntriamo e torniamo indietro con lui, grazie a lui, ripercorrendo il processo attraverso cui l’immagine è affiorata, si è costruita e definita, emergendo dalla notte interna della volta del cranio, o dalla nebbia con bagliori e ombre della memoria, o dal bianco senza fine della tela, che sono poi quasi la stessa cosa. Segno dopo segno, pennellata dopo pennellata, superficie accanto a superficie, pelle su pelle. Sovrapposizioni e geologie. Costellazioni. Flusso inarrestabile di immagini che ci travolge. Cosa salvare?”.

La pittura vive in armonia con il soggetto pur mantenendo la sua indipendenza, arrivando a volte a annullare i limiti che separano lo spazio dallo stesso soggetto, un soggetto che si apre a molteplici interpretazioni senza mai trovarne una definitiva. Le opere di Paolo Maggis scuotono perché, pur mantenendo una forte estetica, introducono elementi di rotturaframmentiinterferenze e distorsioni, preferendo il sublime al bello, cioè quella bellezza ferita, che porta con sé un dolore profondo o una tragedia.

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