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Diabete di tipo 2: glicemia basale e aumento del BMI predittivi

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Livelli glicemici iniziali più elevati e un aumento dell’indice di massa corporea nel tempo potrebbero prevedere la progressione dal prediabete al diabete di tipo 2

Nei bambini e negli adolescenti livelli glicemici iniziali più elevati e un aumento dell’indice di massa corporea nel tempo potrebbero servire come predittori della progressione dal prediabete al diabete di tipo 2, secondo i risultati di uno pubblicato sul Journal of the Endocrine Society.

L’incidenza e la prevalenza del diabete di tipo 2 nei giovani è aumentata notevolmente negli ultimi 20 anni, soprattutto nelle popolazioni appartenenti a minoranze razziali ed etniche. Lo studio SEARCH for Diabetes in Youth ha stimato che la prevalenza del diabete di tipo 2 a esordio giovanile raddoppierà fino a quadruplicarsi entro il 2050.

È riconosciuto che l’età della diagnosi è inversamente associata all’aumento della morbilità e della mortalità da diabete di tipo 2, hanno scritto gli autori, pertanto sono necessarie delle strategie per identificare meglio i bambini a rischio che potrebbero beneficiare di un follow-up longitudinale e di un intervento precoce per rallentare o arrestare la progressione verso il diabete di tipo 2.

In un’analisi retrospettiva dei dati di una singola clinica pediatrica, il 6,5% dei bambini con prediabete è progredito verso il diabete di tipo 2 in un periodo di 7 anni. Dal momento che è improbabile che la maggior parte dei giovani progredisca verso il diabete di tipo 2 nel breve termine, hanno fatto presente gli autori guidati da Ashley Shoemaker, professore associato di pediatria presso la divisione di endocrinologia e diabete Ian M. Burr del Vanderbilt University Medical Center, i medici possono identificare chi è maggiormente a rischio di progressione e intervenire.

«Alcuni test di laboratorio possono essere utili per prevedere il futuro rischio di diabete di tipo 2» ha affermato Shoemaker in un’intervista. «Abbiamo scoperto che anche il continuo aumento di peso era un importante fattore di rischio per la progressione del diabete. Suggeriamo quindi che il trattamento dell’obesità sia un intervento importante per i pazienti con prediabete pediatrico».

Uno studio retrospettivo su bambini e adolescenti con prediabete
I ricercatori hanno eseguito una revisione retrospettiva delle cartelle cliniche di 552 bambini e adolescenti di età non superiore a 18 anni che hanno frequentato la clinica pediatrica per il prediabete del Vanderbilt University Medical Center dal maggio 2015 all’agosto 2022. I partecipanti sono stati classificati con alterata glicemia a digiuno se alla visita iniziale questa era compresa tra 100 e 125 mg/dl e/o se la glicemia a 2 ore era compresa tra 140 e 199 mg/dl.

Al follow-up venivano considerati progrediti verso il diabete di tipo 2 se avevano una glicemia a digiuno di almeno 126 mg/dl, una glicemia a 2 ore di almeno 200 mg/dl o un’emoglobina glicata (HbA1c) di almeno 6,5%. A ogni visita sono stati raccolti la pressione sanguigna, il peso, il BMI e i valori di laboratorio.

Quali fattori di rischio per la progressione verso il diabete di tipo 2
Il 6,5% dei partecipanti è progredito al diabete di tipo 2 entro la fine dello studio. Questi pazienti avevano valori più elevati di HbA1c (differenza media di 0,3 punti percentuali, P<0,001), peptide C a digiuno (differenza media di 1,2 ng/ml, P=0,001) e glicemia a 2 ore (differenza media di 27 mg/dl, P<0,001) alla visita iniziale rispetto ai giovani che non hanno registrato progressi.

In un modello aggiustato per più variabili, i maschi avevano un rischio maggiore di progressione rispetto alle ragazze (HR aggiustato = 2,4, P=0,01). Il rischio di progressione aumentava con ogni aumento di 0,1 punti percentuali della HbA1c (aHR = 1,3, P<0,001) e con ogni aumento di 10 mg/dl della glicemia a 2 ore (aHR = 1,2, P=0,01) alla visita iniziale.

La diagnosi di diabete di tipo 2 è avvenuta in media 28,8 mesi dopo la visita iniziale e l’età media alla diagnosi era di 14,9 anni. Il 94% di quanti sono progrediti al diabete di tipo 2 aveva una storia familiare di diabete, il 92% aveva un’assicurazione pubblica, il 94% aveva acantosi al basale (una rara malattia della pelle dovuta a un o sviluppo abnorme delle papille dermiche e a ispessimento degli strati epidermici, con o senza deposito di pigmento) e il 72% aveva una ridotta tolleranza al glucosio alla visita iniziale. Un aumento del BMI è stato osservato nell’89% dei giovani che sono progrediti verso il diabete di tipo 2.

La metformina può rallentare la progressione del diabete
Alla diagnosi di diabete di tipo 2, 28 pazienti hanno ricevuto metformina, 6 hanno avuto bisogno di insulina e uno ha ricevuto un agonista del recettore GLP-1. La HbA1c media era dell’8,1%, in confronto al 53% dei giovani che aveva una HbA1c inferiore al 7% alla diagnosi.

Dei 36 partecipanti che sono progrediti, 23 hanno ricevuto metformina durante la visita clinica iniziale ma solo 6 la stavano assumendo come prescritto al momento della diagnosi di diabete di tipo 2. Quelli che seguivano correttamente la terapia con metformina avevano una HbA1c più bassa e impiegavano 17 mesi in più per progredire al diabete di tipo 2 rispetto a quanti avevano saltato le dosi o non assumevano il farmaco.

«Sono necessarie ulteriori ricerche per capire quali sono i farmaci migliori per prevenire il diabete di tipo 2 a esordio giovanile» ha affermato Shoemaker. «Nel nostro studio la metformina ha mostrato alcuni benefici ma i GLP-1 agonisti potrebbero essere un’altra opzione grazie al loro ulteriore effetto di riduzione del peso corporeo».

Referenze

Belsky N et al. Risk Factors for Progression to Type 2 Diabetes in a Pediatric Prediabetes Clinic Population. J Endocr Soc. 2023 Oct 12;7(11):bvad118. 

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