Site icon Corriere Nazionale

Dermatite atopica da moderata a grave: sì del Chmp a lebrikizumab

brepocitinib prurito-graffio Lesioni cutanee Tacrolimus Dermatite atopica lebrikizumab tralokinumab

Dermatite atopica da moderata a grave: il CHMP dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) raccomanda l’autorizzazione all’immissione in commercio di lebrikizumab

Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha rilasciato un parere positivo raccomandando l’autorizzazione all’immissione in commercio di lebrikizumab per il trattamento di pazienti adulti e adolescenti (a partire dai 12 anni di età con un peso corporeo di almeno 40 kg) affetti da dermatite atopica da moderata a grave e candidati alla terapia sistemica.

Il parere positivo del CHMP è in fase di revisione da parte della Commissione Europea e l’approvazione è prevista tra circa due mesi.

«La dermatite atopica può avere un profondo impatto sulla qualità della vita dei pazienti che ne sono colpiti. Il meccanismo d’azione mirato di lebrikizumab, un anticorpo monoclonale sperimentale che si lega all’interleuchina (IL)-13 con elevata affinità inibendone la segnalazione a valle, negli studi clinici ha aiutato i pazienti a controllare la malattia e a mantenere tali risultati a lungo termine, per oltre 52 settimane» ha commentato Alan Irvine, dermatologo del Children’s Health Ireland e del St. James’s Hospital di Dublino e professore di dermatologia presso il Trinity College di Dublino.

«Inoltre il suo regime posologico di mantenimento mensile offre praticità e flessibilità, a vantaggio sia dei pazienti che degli operatori sanitari. La potenziale inclusione di questo trattamento nella gamma di opzioni contro la dermatite atopica significa un passo significativo verso il miglioramento della qualità della vita delle persone che lottano con questa difficile condizione cutanea» ha aggiunto.

Il farmaco previene specificamente la formazione del complesso eterodimero IL-13Rα1/IL-4Rα e la successiva segnalazione, inibendo così gli effetti biologici della IL-13, una citochina fondamentale nella dermatite atopica poiché guida l’infiammazione di tipo 2 nella pelle, portando a disfunzione della barriera cutanea, prurito, ispessimento della pelle e infezioni.

Il programma di sviluppo clinico di fase III consiste in cinque studi chiave globali che valutano oltre 1.300 pazienti, tra cui due trial in monoterapia (ADvocate 1 e 2), uno studio di combinazione con corticosteroidi topici (ADhere), uno studio di estensione a lungo termine (ADjoin) e un trial in aperto sugli adolescenti (ADore).

Risultati a lungo termine positivi in tre studi clinici
Il parere del CHMP si è basato su tre trial registrativi di fase III, ovvero ADvocate 1 e ADvocate 2 con lebrikizumab in monoterapia e ADhere in combinazione con corticosteroidi topici, in pazienti adulti e adolescenti con dermatite atopica da moderata a grave.

Alla settimana 16 ha ottenuto una riduzione di almeno il 75% nell’Eczema Area and Severity Index (EASI 75) rispetto al basale oltre il 50% dei pazienti trattati con lebrikizumab in monoterapia, una percentuale che è salita quasi al 70% nei soggetti sottoposti alla combinazione con steroidi topici.

La maggior parte dei partecipanti (80%) che hanno risposto al trattamento con lebrikizumab alla settimana 16 hanno mantenuto una pelle libera da lesioni e il sollievo dal prurito durante un anno di trattamento con dosaggio di mantenimento mensile.

I responders sono stati definiti come coloro che hanno ottenuto una risposta EASI 75 o un punteggio di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nell’Investigator Global Assessment (IGA) con un miglioramento di almeno 2 punti e senza utilizzo di farmaci di salvataggio alla settimana 16, al termine della quale sono stati randomizzati nuovamente a ricevere lebrikizumab 250 mg ogni due o quattro settimane oppure placebo per altre 36 settimane.

La maggior parte degli eventi avversi nel corso degli studi è stata di gravità lieve o moderata, senza effetti collaterali gravi o che hanno portato all’interruzione del trattamento. Le reazioni avverse più comuni sono state congiuntivite, reazioni nel sito di iniezione, congiuntivite allergica e secchezza oculare.

Exit mobile version