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Dermatite atopica: con nemolizumab passa il prurito ai bambini

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Dermatite atopica pediatrica, riduzione precoce e significativa del prurito con nemolizumab secondo nuovi risultati

Nei pazienti più piccoli con dermatite atopica il cui prurito non è stato controllato con successo con corticosteroidi topici e antistaminici, il trattamento con nemolizumab ha migliorato il sintomo precocemente e significativamente rispetto al placebo dopo 16 settimane. Sono i risultati di uno studio di fase III pubblicato sul British Journal of Dermatology (BJD).

«Si ritiene che la dermatite atopica, una condizione cutanea cronica e infiammatoria, colpisca fino al 25% dei bambini, causando angoscia per i pazienti, ansia per i genitori e preoccupazione per i medici» hanno scritto Atsuyuki Igarashi e colleghi del dipartimento di dermatologia dell’NTT Medical Center di Tokyo. «Il prurito incontrollato associato alla malattia e il conseguente grattamento hanno un impatto negativo sulla qualità della vita, sul sonno e sullo sviluppo. Nemolizumab, somministrato per via sottocutanea e utilizzato in concomitanza con agenti topici, ha dimostrato in studi clinici su adulti e adolescenti di ridurre il prurito e migliorare la qualità della vita».

Nemolizumab, un anticorpo monoclonale diretto contro il recettore alfa dell’interleuchina (IL)-31 in fase di sviluppo clinico da parte di Chugai Pharmaceutical e Galderma, blocca la segnalazione della citochina, riconosciuta come driver di molteplici meccanismi patologici in malattie cutanee come la prurigo nodularis e la dermatite atopica. Stimolando direttamente i neuroni sensoriali correlati al prurito e contribuendo all’infiammazione e alla disfunzione della barriera cutanea, la IL-31 funge da ponte tra il sistema immunitario e quello nervoso, agendo al contempo direttamente sulle cellule strutturali della cute.

Valutazione di efficacia e sicurezza di nemolizumab nei bambini
I ricercatori hanno condotto uno studio di fase III multicentrico e in doppio cieco su 89 pazienti giapponesi di età compresa tra 6 e 12 anni con dermatite atopica e prurito moderato-grave non controllato con altri metodi. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale in rapporto 1:1 a ricevere nemolizumab 30 mg o placebo ogni 4 settimane in aggiunta alla terapia con corticosteroidi topici per un totale di 16 settimane. Una volta completata la fase in doppio cieco potevano entrare in un periodo di follow-up a lungo termine di 52 settimane.

Durante il periodo in doppio cieco era possibile utilizzare farmaci topici idratanti/protettivi e corticosteroidi topici a bassa potenza. Steroidi topici a potenza media o medio-bassa, inibitori topici della calcineurina allo 0,03% o antistaminici sistemici potevano essere continuati se erano stati utilizzati in un regime stabile per 14 giorni prima della randomizzazione. Il regime non poteva essere modificato durante il periodo in doppio cieco di 16 settimane.

Riduzione precoce e significativa del prurito
Dopo 16 settimane di trattamento, i soggetti del gruppo attivo hanno mostrato una differenza media nel punteggio del prurito a 5 livelli (endpoint primario) di –1,3 punti rispetto al basale in confronto a –0,5 punti nel gruppo placebo, con una differenza significativa di 0,8 punti (P<0,0001) e un miglioramento precoce più marcato con nemolizumab nella prima settimana ed evidente già al secondo giorno dopo la somministrazione.

Un punteggio medio settimanale di prurito ≤1 alla settimana 16 è stato raggiunto dal 24,4% e dal 2,3% dei pazienti rispettivamente nel gruppo di trattamento e nel gruppo placebo (P=0,0035).

Con nemolizumab sono stati anche osservati miglioramenti maggiori del prurito, misurati utilizzando il punteggio AP-NRS, entro la settimana 1. Un numero maggiore di pazienti nel gruppo attivo ha ottenuto una riduzione di almeno 4 punti rispetto al basale nel punteggio AP-NRS alla settimana 16 (41,9% vs 6,8%, differenza 35,0%, P=0,0001), un miglioramento del 50% del prurito rispetto al basale nel 51,1% dei pazienti nel gruppo nemolizumab vs 15,9% con il placebo, differenza 35,2% (P=0,0007) e un miglioramento del 75% del prurito rispetto al basale nel 20,0% dei pazienti vs 0% con il placebo, differenza 20,0% (P=0,0025).

La variazione percentuale rispetto al basale del punteggio EASI alla settimana 16 e le proporzioni di pazienti che hanno ottenuto miglioramenti del 50% o 75% rispetto al basale erano maggiori nel gruppo nemolizumab, ma con differenze non significative rispetto al placebo, probabilmente a causa della dimensione ridotta del campione, hanno suggerito gli autori.

Complessivamente hanno riportato eventi avversi il 73,9% dei pazienti trattati con nemolizumab e il 65,1% di quelli esposti al placebo, in gran parte di entità lieve. Tra gli eventi avversi di grado moderato si è verificata dermatite atopica in un paziente trattato con nemolizumab e considerata correlata al farmaco in studio. Nel gruppo attivo si sono verificati due eventi avversi gravi (esacerbazione della malattia e appendicite in un paziente ciascuno), nessuno dei quali considerato correlato al farmaco in studio. Solo due pazienti nel gruppo nemolizumab hanno sospeso la terapia.

«I nostri dati indicano che nemolizumab è una potenziale nuova opzione terapeutica per i pazienti pediatrici con dermatite atopica e prurito non sufficientemente controllato con corticosteroidi topici e antistaminici» hanno concluso gli autori.

Referenze

Igarashi A et al. Efficacy and safety of nemolizumab in paediatric patients aged 6-12 years with atopic dermatitis with moderate-to-severe pruritus: Results from a phase III, randomised, double-blind, placebo-controlled, multicentre study. Br J Dermatol. 2023 Jul 31;ljad268.

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