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Colite ulcerosa e Crohn: nuove opzioni di cura a disposizione dei medici

colite pouchite

Nel trattamento della colite ulcerosa e della malattia di Crohn i medici hanno a disposizione diverse opzioni terapeutiche

Nel trattamento della colite ulcerosa e della malattia di Crohn i medici hanno a disposizione diverse opzioni terapeutiche. In una relazione tenuta all’American Society of Health-System Pharmacists (ASHP) Summer Meetings and Exhibition del 2023 è stato fatto un aggiornamento della pipeline delle specialità farmaceutiche per le due malattie infiammatorie croniche intestinali.

«Dall’approvazione di infliximab nel 2005 sono stati approvati sette farmaci per la colite ulcerosa da moderata a grave e diversi agenti sono in sperimentazione di fase III per la malattia di Crohn» ha affermato la relatrice Courtney Queen degli University of Kentucky Specialty Pharmacy and Infusion Services di Lexington.

Queen ha evidenziato 4 recenti espansioni delle indicazioni approvate per le due condizioni. La più recente risale a maggio 2023 per upadacitinib, un inibitore della Janus chinasi (JAK) indicato per gli adulti con colite ulcerosa o Crohn da moderati a gravi e il primo della classe autorizzato per entrambe le malattie. Per risankizumab, un inibitore dell’interleuchina (IL)-23 indicato nella malattia di Crohn da moderata a grave, sono in corso studi di fase III nella colite ulcerosa con un’approvazione prevista nel 2024.

Guselkumab, un altro inibitore della IL-23, è attualmente sottoposto a studi clinici di fase III per le IBD e si prevede una decisione quest’anno per la colite ulcerosa e nel 2024 per il Crohn.

Ozanimod, un agonista del recettore della sfingosina 1-fosfato (S1P), è indicato nella colite ulcerosa da moderata a grave e sono in corso gli studi di fase III per il Crohn, con dati attesi entro il 2026.

Mirikizumab
Mirikizumab è un antagonista della IL-23 destinato agli adulti con colite ulcerosa da moderata a grave. Era stato precedentemente anticipato per l’inizio del 2023, ma una recente complete response letter della Fda ne ha ritardato l’approvazione.

L’endpoint primario degli studi clinici di fase III LUCENT (LUCENT-1, LUCENT-2 e LUCENT-3) ha valutato la remissione clinica rispetto al placebo. I risultati hanno mostrato che una percentuale significativamente maggiore di pazienti nel gruppo di trattamento ha raggiunto l’endpoint entro la settimana 40 rispetto al placebo (49,9% vs 25,1%), nel 90% dei casi con la sola monoterapia senza uso di corticosteroidi.

«Degni di nota sono stati i cambiamenti dell’espressione genica indotti dalla terapia nei pazienti che hanno continuato il trattamento fino a 1 anno» ha osservato Queen. «I dati di fase II che mostravano i cambiamenti dell’espressione genica erano unici tra i responder al farmaco rispetto al placebo, a indicare la guarigione della mucosa».

È in corso lo studio VIVID-1 che sta valutando mirikizumab nella malattia di Crohn, con possibile approvazione anticipata nel 2024/2025.

Etrasimod
Etrasimod è un modulatore del recettore S1P e l’indicazione target è per  i pazienti con colite ulcerosa o malattia di Crohn attiva da moderata a grave che hanno fallito o sono intolleranti ad almeno una terapia disponibile per la loro malattia.

I trial clinici ELEVATE UC 12 ed ELEVATE UC 52 stanno valutando l’efficacia del farmaco nella colite ulcerosa e gli endpoint primari sono la percentuale di partecipanti che raggiungono la remissione clinica rispettivamente alla settimana 12 e alla settimana 52. In ELEVATE 12 sono stati osservati miglioramenti significativi rispetto al placebo, con risultati simili anche a 52 settimane (rispettivamente 27% vs 7% e 32% vs 7%).

La natura altamente selettiva di etrasimod potrebbe supportare un profilo di efficacia e sicurezza migliorati, ha osservato Queen. Il farmaco è anche in fase di valutazione per l’uso nel Crohn, nella dermatite atopica, nell’alopecia areata e nell’esofagite eosinofila.

Queen prevede che etrasimod competerà con ozanimod per via dello stesso meccanismo d’azione. «Sarà interessante vedere gli effetti cardiaci in funzione dell’emivita più breve di etrasimod. L’emivita di ozanimod può causare bradicardia o ipotensione ortostatica nei pazienti» ha commentato la relatrice.

Referenze

Rim M et al. Specialty pharmacy pipeline updates II: Emerging therapies for complex conditions. Presented at: American Society of Health-System Pharmacists Summer Meetings and Exhibition; June 10-14, 2023; Baltimore, MD.

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