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Bpco avanzata: alcuni pazienti necessitano di una terapia più aggressiva

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I pazienti con Bpco avanzata e conta degli eosinofili nel sangue inferiore o uguale a 100 hanno presentato un incremento del numero di esacerbazioni

Stando ai risultati di uno studio recentemente pubblicato su CHEST, i pazienti con Bpco avanzata e conta degli eosinofili nel sangue inferiore o uguale a 100 hanno presentato un incremento del numero di esacerbazioni e un peggioramento della funzione polmonare rispetto a quelli con conta eosinofilica più elevata.

Tali risultati suggeriscono l’identificazione di un sottogruppo di pazienti con Bpco particolarmente vulnerabile, necessitante fin da subito di una terapia inalatoria più aggressiva.

Razionale e disegno dello studio
Gli eosinofili ematici, come è noto rappresentano un importante biomarcatore nelle malattie delle vie aeree e il loro aumento è associato a un rischio maggiore di esacerbazioni e a una migliore risposta agli steroidi inalatori (ICS).

Le linee guida GOLD considerano una conta degli eosinofili nel sangue < 100 cellule/μL (BEC≤100) nelle persone con Bpco come un fattore di predizione della scarsa risposta agli ICS.  Tuttavia, il fenotipo BEC≤100 non è ancora oggi adeguatamente caratterizzato, soprattutto nella Bpco avanzata.

Su queste premesse è stato costruito il nuovo studio che, utilizzando i dati relativi a pazienti adulti inclusi nello studio SPIROMICS (Subpopulations and Intermediate Outcome Measures in COPD Study), ha preso in esame i dati relativi a 185 pazienti con Bpco allo stadio D secondo le linee guida GOLD  che non stavano assumendo ICS per determinare l’esistenza di variazioni, in termini di caratteristiche al basale e di outcome clinici, in base ad una conta di eosinofili elevata o ridotta.

I ricercatori hanno anche valutato i dati relativi a 1.414 pazienti con BPCO, inclusi i 185 pazienti del gruppo GOLD D, anch’essi non in terapia con  ICS, per tener conto dei diversi stadi di gravità della Bpco nella valutazione dell’impatto delle BEC sui vari outcome.

Considerando la coorte di tutti i pazienti con Bpco, 485 pazienti adulti (età media 65,18 anni; 55% uomini) avevano BEC inferiori o uguali a 100, tra cui 61 pazienti con Bpco nel gruppo GOLD D, mentre 929 (età media 65,4 anni; 62% uomini) avevano BEC superiori a 100, tra cui 124 pazienti nel gruppo GOLD D.

Alcuni dati demografici di base differivano tra i due gruppi di pazienti totali, con un maggior numero di pazienti con BEC ridotte che erano donne e fumatori correnti (39% contro 33%) e un minor numero di pazienti con una storia di asma infantile (6% contro 10%) rispetto ai pazienti con BEC elevate.

Risultati principali
I ricercatori non hanno osservato differenze significative tra i gruppi con BEC ridotte e elevate (contenenti tutti i livelli di gravità della Bpco) con riferimento a:
– valutazione delle esacerbazioni (BEC 100 vs. BEC > 100, 0,4/anno vs. 0,36/anno)
– inizio di impiego degli ICS durante il follow-up (2,5% vs. 4,4%)
– riduzione della funzione polmonare (riduzione media: -50 mL/anno vs. -39 mL/anno) e della mortalità (7,8% vs. 8,4%)

Focalizzando l’attenzione sul gruppo di pazienti con Bpco avanzata (stadio GOLD D), invece, si è assistito alla variazione di diversi outcome.
In termini di caratteristiche basali, il fumo corrente (47% vs. 31%) e l’enfisema sono risultati maggiormente presenti nei pazienti con BEC più ridotte rispetto a quelli con conte di eosinofili più elevate.
Questi pazienti, inoltre, presentavano anche uno spessore medio delle pareti delle vie aeree significativamente più elevato (3,91; IC95% :3,87-3,96 vs. 3,85; IC95%: 3,92-3,88).

Rispetto ai pazienti con Bpco avanzata e conta eosinofili superiore a 100, quelli con BEC inferiore hanno mostrato più esacerbazioni ad 1 anno (0,33/anno vs. 0,62/anno; P = 0,002) e nei 3 anni di follow-up (0,83/anno vs. 1,16/anno; P = 0,014). In particolare, i pazienti con conteggi di eosinofili più ridotte hanno anche sofferto di un maggior numero di esacerbazioni necessitanti del ricorso agli antibiotici (0,71 contro 0,5; P = 0,02).

Da ultimo, i ricercatori hanno osservato una maggiore riduzione annuale della funzione polmonare nei pazienti con BEC più ridotte nel gruppo GOLD D rispetto a quelli con conte di eosinofili più elevate (riduzione media: -68 mL/anno contro -23 mL/anno; P =0,036).

Limiti e implicazioni dello studio
Nel complesso, i risultati dello studio suggeriscono che i pazienti con Bpco allo stadio GOLD D con BEC ridotta, non trattati con ICS, si connotano per la maggior presenza di enfisema, maggior numero di esacerbazioni e maggior declino della funzione polmonare rispetto a quelli allo stesso stadio di malattia GOLD ma con BEC più elevata.

Nel commentare i risultati, gli autori del lavoro hanno ammesso alcuni limiti metodologici dello studio (analisi retrospettiva condotta su una coorte non specificatamente designata per esaminare le implicazioni cliniche di una conta ridotta di eosinofili, numero ridotto di partecipanti con BEC ridotte), sollecitando la prossima conduzione di studi di approfondimento, questa volta di disegno prospettico e disegnati ad hoc per comprendere meglio le implicazioni cliniche derivanti da una conta ridotta di eosinofili.

Nell’editoriale di accompagnamento al lavoro, gli estensori del commento hanno riconosciuto come lo studio appena pubblicato si aggiunga alla letteratura crescente sulla gestione della Bpco in base alla severità di malattia e alle caratteristiche cliniche.

“Per quanto le linee guida GOLD – argomentano gli estensori dell’editoriale – si focalizzino sui pazienti con BEC elevate, si impone la necessità, alla luce di quanto appena visto, di considerare cosa succede nei pazienti con BEC pari o inferiori a 100 cells/mL. Questi pazienti con Bpco potrebbero trarre beneficio da un attento monitoraggio dopo il decorso clinico di malattia e di una valutazione finalizzata ad individuare la presenza di colonizzazione batterica delle vie aeree respiratorie, permettendo in tal modo il ricorso ad un trattamento appropriato”.

Rimane ancora molto da scoprire sul ruolo delle BEC ridotte ed elevate nella Bpco e bisogna capire se esista un livello ottimale di eosinofili in presenza di questa condizione clinica utile per impostare da subito la terapia più appropriata.

Bibliografia
1) LeMaster WB et al. Clinical Implications of Low Absolute Blood Eosinophil Count in the SPIROMICS COPD Cohort. Chest. 2023 Mar;163(3):515-528. doi: 10.1016/j.chest.2022.10.029. Epub 2022 Nov 4. PMID: 36343688; PMCID: PMC10083128.
Leggi
2) Harries TH et al. Don’t Forget to Look Both Ways. The Role of Blood Eosinophil Counts in Identifying Subgroups and Susceptibility in COPD Patients. Chest. 2023 Mar;163(3):467-468. doi: 10.1016/j.chest.2022.12.008. PMID: 36894253.

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