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In libreria “Un suono che la memoria potrà conservare” di Francesco Montanari

nicoletta manni

In libreria “Un suono che la memoria potrà conservare” di Francesco Montanari, a cura di Roberto Mancini, edito da All’Insegna del Mare

“Francesco Montanari, recentemente scomparso all’età di 92 anni, è stata una figura singolare nel panorama culturale italiano della seconda metà del Novecento.

Medico psichiatra fu tra i primi in Italia ad avvicinarsi alla psicanalisi junghiana e fin da subito a sostenere la necessità di una completa riconsiderazione della malattia mentale, sia per quanto riguarda gli aspetti diagnostici che di cura. In questo senso la sua parabola professionale ed esperienziale lo ha avvicinato a quel “movimento” impersonato da Franco Basaglia che ha contribuito a superare vecchi schemi e pregiudizi nei confronti dei malati mentali.

Francesco – Ceschino per gli amici – non è stato però “solo” uno psichiatra e un analista di successo: appassionato di musica, di arte e di letteratura oltre che di giardinaggio, la sua immensa biblioteca e le sue case – quella romana e quella in riva al mare nei pressi di Talamone – testimoniano dei suoi molteplici interessi e della sua inesausta curiosità.

Attento all’oggi: alla politica e alla società, non ha mai smesso di circondarsi di amici che hanno rappresentato per lui la linfa vitale della sua intera esistenza. Quelli degli anni giovanili con pittori come Turcato, Capogrossi e Cagli, e poi con Elena Croce, Giosetta Fioroni e Goffredo Parise, con Tatia Franchetti e Cy Twombly, Giulia Maria Crespi e Mario Bortolotto, solo per ricordarne alcuni, lo hanno posto al centro della cultura italiana della seconda metà del Novecento. Conversatore eccezionale e tuttavia mai prevaricante, ha saputo, come pochi, porsi all’ascolto dell’altro, intenderne i risvolti umani, sostenerne con entusiasmo e convinzione progetti e propositi senza mai intromettersi con la sua “arte” psichiatrica, ma distinguendo piani e situazioni” (Roberto Mancini).

Il volume dato ora alle stampe, ideato e curato con attenzione filologica da Roberto Mancini, tiene insieme tutti questi piani, questi interessi, e anche questi diversi linguaggi, restituendoci il tracciato umano di un intellettuale fuori dagli schemi. Vi si raccolgono – arricchiti di un apparato iconografico delle “sculturine” dell’amico musicista Franco Piersanti – scritti di natura diversa, da quelli di impronta più “tradizionalmente” medico-psichiatrica: si va dai rendiconti sull’uso di sostanze psicotrope per la cura delle malattie mentali, a casi clinici singolari come quelli di una paziente che viveva “senza tempo” e di quella che viveva in un allucinato e rimpicciolito mondo “lillipuziano”.

Il libro ripubblica interventi critici e recensioni, alcune delle quali al vetriolo, come quella relativa al celebre carteggio tra Sigmund Freud e Carl Gustav Jung. Vi trovano anche spazio scritti, per così dire, “militanti” relativi al sistema psichiatrico italiano, e sul ruolo, delicato e rischioso, dello psicoterapeuta nel dipanarsi dei rapporti familiari e tra padri e figli. A testimonianza della sfaccettata personalità dell’autore il volume si apre, dopo la presentazione di Benedetta Craveri, con un breve racconto “Alluminio”: la storia di un sogno che riporta alle sue origini di campagna, alla casa dell’infanzia, agli amici di un tempo. Visioni “oniriche” che, a ben vedere, sono assai poco oniriche; un racconto dove Ceschino “gioca con un sogno” con quel distacco ironico che è stata la cifra, forse il vero filo rosso, della sua intera esistenza.

Francesco Montanari – Lugo di Romagna 1930, Roma 2023.
Dopo la laurea in Medicina, si specializza in Neuropsichiatria. Nel 1959 inizia un’analisi personale e didattica junghiana con Ernst Bernhard con il quale fonda, insieme ad altri colleghi nell’autunno del 1961, l’Associazione Italiana di Psicologia Analitica. Frequenta poi lo Jung Institut di Zurigo. Nel 1964 apre la clinica psichiatrica Belvedere Montello, che codirige per dieci anni. Prosegue la sua attività di psicoterapeuta per il resto dei suoi anni.

Roberto Mancini – Massa Marittima 1959. Professore di Storia moderna e contemporanea all’Università di Middlebury, si è sempre interessato di storia della cultura e della mentalità. È autore di numerosi saggi e studi, l’ultimo dei quali, firmato insieme a Franco Cardini, Hitler in Italia. Dal Walhalla al Ponte Vecchio, Bologna, Il Mulino 2020.

La casa editrice All’Insegna del Mare
All’Insegna del Mare è stata fondata da Ileana Florescu e ha iniziato le sue pubblicazioni a metà del 2020. La sua marca editoriale ci riporta al Mediterraneo quale spazio di separazione, di incontro tra culture diverse, uno spazio sul quale si sono impresse infinite trame esistenziali e storico culturali. I volumi che pubblica, e che si articolano in cinque collane ideate da Roberto Mancini (Portolano, Sabir, Le Api, Presenze, Piccola Biblioteca del Diospero), vogliono essere un tentativo di leggere al di sotto del precipitoso svolgersi degli eventi, segni e valori che connotano la storia delle convivenze e le trame dei contrasti tra popoli e condizioni. Questa casa editrice non guarda solo al passato, ma si rivolge anche a quei fenomeni e personaggi del presente che, pur essendo latori di messaggi significativi, sono rimasti tuttavia sullo sfondo.

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