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Linfomi diffusi: arriva l’approvazione europea per glofitamab

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Linfomi diffusi a grandi cellule recidivanti o refrattari: arriva l’approvazione europea per glofitamab, primo anticorpo bispecifico per la malattia

La Commissione europea (CE) ha concesso l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio condizionata per Glofitamab, per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL, diffuse large B-cell lymphoma) recidivante o refrattario (R/R) dopo due o più linee di terapia sistemica. Grazie a questa approvazione, Glofitamab diventa il primo anticorpo bispecifico CD20xCD3 attivante i linfociti T disponibile per il trattamento di pazienti europei con la forma più comune e aggressiva di linfoma in seguito a due o più linee terapeutiche.

Glofitamab ha il potenziale per cambiare l’attuale standard di cura nel DLBCL. Oltre a indurre risposte complete precoci e durature nei pazienti con DLBCL fortemente pretrattati o refrattari, Glofitamab è stato progettato per essere somministrato per un periodo di tempo fisso, in modo che i pazienti possano sapere quando terminerà il trattamento e consentendo loro di avere un periodo di tempo liberi dal trattamento.
Si tratta di una terapia chemio-free e pronta all’uso, differentemente da altre opzioni che prevedono tempi di preparazione più lunghi, prelievo e manipolazione cellulare prima di iniziare il trattamento e questo potrebbe rivelarsi particolarmente importante per i pazienti ad alto rischio di progressione della malattia.

Il DLBCL è un tipo di linfoma aggressivo ed è uno dei tipi di tumore ematologico più diffuso tra gli adulti.2 Ogni anno in Europa, circa 36.000 persone ricevono una diagnosi di DLBCL. Mentre molti pazienti con DLBCL rispondono al trattamento iniziale, quattro su dieci non traggono alcun beneficio dall’attuale standard di cura – il trattamento di prima linea – e la maggior parte dei pazienti che richiedono linee di terapia successive ottiene esiti scarsi.

“In Roche ci impegniamo da lungo tempo nel campo dell’oncoematologia. Negli ultimi anni, in particolare, ci stiamo fortemente dedicando allo sviluppo di anticorpi bispecifici attivanti i linfociti T al fine di sviluppare approcci terapeutici all’avanguardia che possano portare risultati clinici e organizzativi rilevanti per i pazienti. Non possiamo che essere lieti per la notizia dell’approvazione di Glofitamab come primo trattamento approvato in questo ambito per i pazienti europei. Siamo certi che Glofitamab migliorerà significativamente l’esperienza di trattamento per il linfoma diffuso a grandi cellule B recidivante o refrattario, grazie agli importanti dati di efficacia emersi dallo studio registrativo, alla sua pronta disponibilità e al regime a durata fissa”, ha dichiarato Federico Pantellini, Medical Affairs Lead Roche Italia.

“L’approvazione di questa terapia innovativa, insieme a tutte le novità scientifiche, rappresentano per i pazienti ematologici un’importante opportunità di cura, capace di migliorare la loro aspettativa e qualità di vita. – afferma Pino Toro, Presidente Nazionale AIL – L’Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma, con le sue 83 sezioni provinciali distribuite su tutto il territorio nazionale, lavora per supportare i pazienti ematologici e le loro famiglie accompagnandoli in tutte le fasi del percorso di cura, dalla diagnosi alla terapia. Supporta la Ricerca Scientifica e favorisce il progresso della conoscenza fornendo informazioni su tutte le patologie onco-ematologiche, organizza seminari e momenti di confronto tra pazienti e medici, e attiva numerosi servizi che possano aiutarli nell’affrontare quotidianamente la malattia.  AIL, da oltre 50 anni, si propone di migliorare la qualità di vita dei malati e di sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta contro i tumori del sangue”.

L’approvazione si basa sui risultati positivi dello studio registrativo di fase I/II NP30179, in cui Glofitamab ha indotto risposte veloci, precoci e durature nelle persone con DLBCL R/R. Complessivamente, l’83,3% dei pazienti era refrattario alla terapia più recente, il 90% era refrattario a qualsiasi precedente linea di terapia e circa un terzo (35,2%) aveva ricevuto una precedente terapia cellulare con CAR-T. I risultati hanno dimostrato che Glofitamab – somministrato come trattamento a durata fissa (12 cicli da 21 giorni) – ha indotto una risposta completa nel 35,2% (n=38/108) dei pazienti, e che il 50% (n=54/108) ha ottenuto una risposta completa o parziale. Tra coloro che hanno ottenuto una risposta completa, il 74,6% (IC 95%: 59,19-89,93) ha mantenuto la risposta a 12 mesi, e la durata mediana della risposta completa non è stata raggiunta. Il tempo mediano per ottenere una la risposta completa è stato di soli 42 giorni (IC 95%: 41-47). Gli eventi avversi (EA) più comuni sono stati sindrome da rilascio di citochine (CRS; 64,3%), neutropenia (riduzione dei globuli bianchi [37,7%]), anemia (30,5%) e trombocitopenia (riduzione della conta piastrinica [24,7%]). La CRS è stata generalmente di grado lieve (grado 1: 48,1%; grado 2: 12,3%) e solo un paziente ha interrotto il trattamento a causa della CRS.

“I pazienti affetti da DLBCL pesantemente pretrattati o refrattari avevano purtroppo poche alternative terapeutiche. Negli ultimi anni il panorama terapeutico si è arricchito di terapie efficaci, come ad esempio le CAR-T e ora, con l’approvazione di glofitamab, avremo un’ulteriore svolta significativa nel trattamento di questi pazienti”, ha affermato Paolo Corradini, Professore Ordinario di Ematologia presso l’ Università degli Studi di Milano e direttore della Divisione di Ematologia della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che ha partecipato allo studio registrativo di glofitamab e ha trattato già diversi pazienti nell’ambito dell’uso compassionevoleattivo in Italia. “I dati attualmente a disposizione suggeriscono come glofitamab riesca a indurre una percentuale consistente di risposte di lunga durata, anche in coloro che hanno in precedenza fallito una terapia a base di CAR-T cells, rappresentando quindi una valida terapia di salvataggio”.

Ulteriori dati provenienti da una coorte più ampia dello studio NP30179 e pubblicati sul New England Journal of Medicine confermano l’efficacia e la durabilità della risposta ottenuta con  Glofitamab. Glofitamab è infatti risultato associato a risposte precoci e durature nei pazienti con DLBCL pesantemente pretrattati o refrattari, con il 39,4% dei pazienti (n=61/155) che ha ottenuto una CR e una DOR mediana di 18,4 mesi. Il tempo mediano per il raggiungimento della risposta completa è stato di 42 giorni (IC 95%: 42-44), con la maggior parte delle risposte identificate alla prima rivalutazione di malattia (circa 1,4 mesi dopo l’inizio del trattamento). La metà dei pazienti (51,6%; n=80/155) ha ottenuto una risposta parziale o completa. L’evento avverso più comune è stata la CRS, generalmente di grado lieve (grado 1: 47,4%; grado 2: 11,7%) e verificatasi alle dosi iniziali. Eventi avversi correlati a Glofitamab che hanno determinato l’interruzione del trattamento si sono verificati solo nel 3,2% dei pazienti.

“Grazie alla partecipazione nello studio di fase 1/2 NP30179, ho avuto la possibilità di osservare in prima persona le risposte precoci, rapide e durature che Glofitamab è in grado di indurre nei pazienti con DLBCL fortemente pretrattati e refrattari ai trattamenti precedenti – ha dichiarato Carmelo Carlo-Stella, Professore Ordinario di Ematologia presso Humanitas University -Con questa approvazione, i pazienti europei con DLBCL trattati con almeno due precedenti linee di terapia avranno una nuova opzione terapeutica per la quale è facile prevedere un impatto clinico significativo, potenzialmente curativo in un buon numero di pazienti. Grazie alla sua efficacia e al regime di trattamento di breve durata, Glofitamab usato come agente singolo contribuirà ad alleviare alcuni dei carichi fisici ed emotivi causati dalle terapie citotossiche e a migliorare la qualità di vita dei pazienti”.

La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha recentemente approvato glofitamab per il trattamento di pazienti adulti con DLBCL R/R non altrimenti specificato o linfoma a grandi cellule B (LBCL) trasformato da linfoma follicolare (FL), dopo due o più linee di terapia sistemica. Glofitamab è stato anche recentemente approvato in Canada per il trattamento di pazienti adulti con DLBCL R/R non altrimenti specificato (NOS), DLBCL trasformato da FL o linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B che hanno ricevuto due o più linee di terapia sistemica e che non sono idonei a ricevere la terapia cellulare con CAR-T o hanno già ricevuto una CAR-T e sono in progressione. La presentazione di domande di registrazione ad altre autorità regolatorie in tutto il mondo è attualmente in corso.

Roche continua a migliorare la sua storica esperienza in ematologia, studiando soluzioni innovative che ridefiniscono gli standard di trattamento per i pazienti e migliorano gli standard di cura esistenti. Nell’ambito di un ampio programma di sviluppo clinico di anticorpi bispecifici CD20xCD3 attivanti i linfociti T, Roche sta esplorando il potenziale di glofitamab e mosunetuzumab in linee di trattamento precoci e in combinazione con altre molecole innovative e che non richiedono chemioterapia, come polatuzumab vedotin, con l’obiettivo di fornire ai pazienti risultati più duraturi.

Roche continuerà il programma di sviluppo clinico di Glofitamab, il quale include lo studio di fase III STARGLO, che valuta Glofitamab in combinazione con GEMOX (gemcitabina e oxaliplatino) rispetto a rituximab in combinazione con GEMOX in pazienti con DLBCL R/R in seconda o successive linee di trattamento non idonei al trapianto autologo di cellule staminali. Sono inoltre previsti ulteriori studi di fase III nei pazienti con nuova diagnosi di DLBCL, indagando quindi le potenzialità di glofitamab anche come trattamento di prima linea del DLBCL.

Glofitamab
Glofitamab è un anticorpo bispecifico CD20xCD3 attivante i linfociti T progettato per legarsi in modo specifico al CD3 sulla superficie delle cellule T e al CD20 sulla superficie delle cellule B maligne. Glofitamab è stato ingegnerizzato con un nuovo formato strutturale 2:1. Questo anticorpo bispecifico è stato progettato per avere una regione che si lega al CD3, una proteina presente sulle cellule T, e due regioni che si legano al CD20, una proteina presente sulle cellule B. Questo duplice targeting porta il linfocita T in prossimità della cellula B maligna, attivando il rilascio dalla cellula T stessa di sostanze che uccidono le cellule B tumorali. È in corso un programma di sviluppo clinico per Glofitamab, che studia la molecola come monoterapia e in combinazione con altri medicinali per il trattamento di pazienti con linfomi non Hodgkin a cellule B, ivi inclusi il linfoma diffuso a grandi cellule B e altri tumori ematologici.

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