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A Nairobi iniziano a circolare i primi mototaxi elettrici

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Quant’è verde Nairobi: i mototaxi diventano elettrici. Nell’arco di sei mesi le “e-moto” prenotabili dai passeggeri keniani dovrebbero essere almeno 3mila

I “boda boda”, i mototaxi che fanno muovere Nairobi, diventano elettrici: bypassando sia gli ingorghi sia il caro-benzina e contribuendo pure a ridurre le emissioni di gas serra. L’accelerazione segue l’Africa Climate Summit, il vertice continentale per il contrasto ai cambiamenti climatici voluto nella capitale keniana dal presidente William Ruto. La scorsa settimana il capo di Stato è arrivato al Convention Center dove lo aspettavano circa 30mila delegati a bordo di un’utilitaria elettrica. E ha fissato un traguardo pure per le due ruote: entro il 2024 il numero di “e-moto” nel Paese dovrà moltiplicarsi per cento, passando dalle attuali 2mila a oltre 200mila.

Si è mossa anche Uber, la multinazionale americana che offre ai clienti mezzo di trasporto più conducente. Il suo general manager per l’Africa, Kagiso Khaole, ha annunciato il servizio “Electric Boda”: nell’arco di sei mesi le “e-moto” prenotabili dai passeggeri keniani dovrebbero essere almeno 3mila. Khaole ha anche detto che durante il trasporto i passeggeri “sentiranno meno rumore e meno scossoni”. Contano però soprattutto i numeri: i conducenti dovrebbero beneficiare di una riduzione dei costi operativi del 30 o del 35 per cento, mentre i clienti risparmierebbero il 15 o il 20 per cento rispetto a una corsa Uber ordinaria.

Il Kenya si propone da tempo per un ruolo guida nella “transizione verde” in Africa. È stato calcolato che circa il 90 per cento dell’energia prodotta a livello nazionale provenga dall’eolico, dal geotermico e da altre fonti rinnovabili. Sul piano della mobilità elettrica, però, un ostacolo potrebbe essere la carenza di stazioni di ricarica e ricambio delle batterie. Nuovi impegni in quest’ambito sono stati assunti da alcune società locali. E un altro segnale l’ha dato Spiro, primo produttore di moto elettriche in Africa, con basi operative e attività in Ruanda, Uganda, Togo e Benin.

La società ha siglato un’intesa con il governo del Kenya per realizzare 3mila stazioni di ricarica e ricambio batterie che potenzierebbero l’infrastruttura nazionale. L’accordo prevede poi l’apertura di una fabbrica di veicoli elettrici. Ad appena un anno dalla sua nascita, Spiro riferisce di aver già messo sul mercato 10mila motociclette elettriche, “permettendo 90 milioni di chilometri di spostamenti eco-sostenibili con un risparmio di 5mila tonnellate di emissioni di Co2”. Secondo il ceo Jules Samain, “con il Kenya c’è una visione condivisa su come affrontare la crisi climatica, promuovere la salute pubblica e accrescere la redditività dei boda boda”.

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