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“Il Fattore Umano” su Rai 3 entra nel carcere di Huntsville

ergastolo ostativo

“Il Fattore Umano” entra nel carcere di Huntsville in Texas. Su Rai 3 la pena di morte vista con gli occhi di chi lavora nel penitenziario più attivo degli Usa

il fattore umano

Il Texas è ancora uno degli Stati dove il consenso verso la pena di morte è più elevato. Nella cittadina di Huntsville, la vita ruota intorno al carcere chiamato Walls Unit, la più antica prigione statale. All’interno della struttura si trova la camera delle esecuzioni, quella maggiormente attiva negli Stati Uniti: sono infatti 583 i detenuti giustiziati dal 1982 al marzo di quest’anno. A Prison City, come la cittadina di villette viene chiamata, una famiglia su due ha almeno una persona che lavora per il sistema penitenziario.
“La procedura” di Luigi Montebello, realizzato per “Il Fattore Umano”, in onda lunedì 11 settembre alle ore 23.15 su Rai 3, con la collaborazione di Tommaso Javidi e Irene Sicurella, racconta la pena di morte attraverso il punto di vista di ex direttori di carceri, guardie carcerarie come Jim Willet e Buster McWhorter che rispettivamente hanno partecipato a 89 e 197 esecuzioni, e avvocati e giornalisti che per lavoro si trovano a dover assistere all’esecuzione e ne restano segnati per sempre.
La pratica della pena di morte non cessa di provocare sdegno e interrogativi. Un medico anestesista e docente di etica della medicina ha dimostrato come la morte inflitta con questa pratica non sia affatto “dolce”. Molte case farmaceutiche hanno deciso di non fornire prodotti per l’iniezione letale e questo ha esposto negli anni i condannati a esperimenti con mix di farmaci inadeguati, spesso reperiti da fornitori inaffidabili. Il boicottaggio farmaceutico ha ottenuto in alcuni casi la sospensione o il rinvio di esecuzioni già fissate, ma ha anche spinto alcuni Stati a ricorrere a metodi desueti.
Come in South Carolina dove una nuova legge approvata dal Parlamento nel 2021 consente al condannato di scegliere come morire, se sulla sedia elettrica o per fucilazione. Ad accompagnare i telespettatori attraverso questo ‘viaggio all’inferno’ è la voce narrante di Antony Graves, detenuto in carcere per diciotto anni, dodici dei quali nel braccio della morte in Texas, condannato per un crimine mai commesso. Ha raccontato la sua storia in un libro e oggi è un attivista che si batte per la riforma del sistema penitenziario americano.
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