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Diabete di tipo 1: la terapia cellulare allontana il ricorso all’insulina

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Diabete di tipo 1 con eventi ipoglicemici gravi: con la terapia cellulare speranza per alcuni pazienti di liberarsi dall’insulina

Nei soggetti affetti da diabete di tipo 1 con alterata consapevolezza ipoglicemica ed eventi ipoglicemici gravi, la terapia cellulare sperimentale con cellule insulari ha dato esiti positivi nei primi pazienti trattati, secondo i primi dati presentati al congresso dell’American Diabetes Association (ADA) 2023 dalla compagnia sviluppatrice Vertex Pharmaceuticals.

VX-880 è una terapia sperimentale con cellule insulari allogeniche derivate da cellule staminali, completamente differenziate, produttrici di insulina, prodotta utilizzando una tecnologia proprietaria. VX-880 è in fase di valutazione per i pazienti affetti da diabete di tipo 1 con alterata consapevolezza ipoglicemica ed eventi ipoglicemici gravi (SHE).

Ha il potenziale per ripristinare la capacità del corpo di regolare i livelli di glucosio ripristinando la funzione delle cellule delle isole pancreatiche, inclusa la produzione di insulina sensibile al glucosio. La terapia viene infusa nella vena porta epatica e richiede l’assunzione cronica di agenti immunosoppressori per proteggere le cellule insulari dal rigetto immunitario.

Analisi sui primi pazienti trattati
Il trial di fase I/II, multicentrico, a braccio singolo, in aperto, è stato concepito come uno studio clinico sequenziale in più parti per valutare la sicurezza e l’efficacia di VX-880. L’arruolamento è in corso e si prevede che coinvolgerà un totale di 17 pazienti.

I sei partecipanti trattati sino a ora avevano livelli non rilevabili di peptide C a digiuno (secrezione endogena di insulina) al basale, una storia di SHE ricorrenti nell’anno precedente al trattamento e richiedevano una media di 34,0 unità di insulina al giorno.

Miglioramento del diabete e riduzione/eliminazione dell’insulina esogena
Dopo il trattamento tutti hanno mostrato una secrezione endogena di insulina, un miglioramento del controllo glicemico misurato dai livelli di emoglobina glicata (HbA1c), un miglioramento del time-in-range nel monitoraggio continuo del glucosio (CGM) e una riduzione o eliminazione dell’uso di insulina esogena. Nei pazienti con più di 90 giorni di follow-up non si sono verificati episodi di grave ipoglicemia.

Un paziente nella Parte A ha ricevuto metà della dose target di VX-880 ed è stato seguito per circa nove mesi, al termine dei quali ha ricevuto la seconda metà della dose. In seguito ha ritirato il consenso (non correlato a eventi avversi) e pertanto non era valutabile per l’endpoint primario.

Due pazienti trattati con VX-880 avevano almeno 12 mesi di follow-up dopo l’ultima infusione ed erano quindi valutabili per l’endpoint primario di efficacia dello studio di eliminazione di eventi SHE tra il giorno 90 e il mese 12 con una riduzione della HbA1c (<7,0% o una diminuzione di almeno l’1% rispetto al basale). Entrambi hanno soddisfatto i criteri per l’endpoint primario dello studio. I due partecipanti sono inoltre insulino-indipendenti: il paziente A1 aveva una HbA1c del 5,3% al mese 21 rispetto all’8,6% al basale, e il paziente B1 aveva una HbA1c del 6,0% al mese 12 rispetto al 7,6% al basale. Entrambi hanno mostrato oltre il 95% di time-in-range (l’obiettivo raccomandato dall’ADA è ≥70%).

I tre pazienti aggiuntivi nella Parte B, a ciascuno dei quali è stata somministrata l’intera dose target di VX-880 somministrata in singola infusione, hanno un follow-up compreso tra 29 e 90 giorni e hanno mostrato secrezione endogena di insulina, riduzione della HbA1c, miglioramenti del time-in-range e riduzioni dell’uso quotidiano di insulina esogena. La loro traiettoria è coerente con quella osservata nei due pazienti con più di un anno di follow-up nei periodi equivalenti di follow-up dopo l’infusione di VX-880.

VX-880 è stato generalmente ben tollerato in tutti i soggetti trattati fino a oggi. La maggior parte degli eventi avversi era lieve o moderata e non si sono verificati eventi avversi gravi correlati al trattamento. Gli effetti collaterali più comuni sono stati disidratazione, diarrea, ipomagnesiemia ed eruzione cutanea.

«L’efficacia riproducibile su più pazienti ed endpoint osservata in questo studio, incluso il livello di controllo del glucosio e l’eliminazione degli eventi SHE, è davvero notevole e molto insolita nei soggetti con diabete di tipo 1 trattati con insulina esogena, dei quali solo il 25% circa soddisfa l’obiettivo raccomandato di HbA1c del 7,0%» ha affermato Trevor Reichman del Dipartimento di Chirurgia dell’Università di Toronto. «La normalizzazione della HbA1c senza la necessità di insulina esogena un anno dopo la terapia con VX-880 è storica e fa sperare che le terapie trasformative per il diabete di tipo 1 possano finalmente diventare realtà».

Come risultato di questi dati di sicurezza ed efficacia nelle parti A e B, il comitato indipendente di revisione dei dati ha raccomandato di passare alla parte C dello studio, che consente la somministrazione concomitante ad altri pazienti della dose target completa di VX-880.

Il programma di sviluppo clinico di Vertex nel diabete di tipo 1 contempla anche VX-264, una terapia cellulare sperimentale in cui le isole allogeniche derivate da cellule staminali umane sono incapsulate in un dispositivo channel array progettato per proteggere le cellule dal sistema immunitario del corpo ed eliminare la necessità di assumere immunosoppressori contro il rigetto.

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