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L’OCSE pubblica il libro “Artificial Intelligence in Science”

nicoletta manni

L’OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha pubblicato “Artificial Intelligence in Science: Challenges, Opportunities and the Future of Science”

L’OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha appena pubblicato un libro che interessa molto da vicino il mondo della ricerca. Il titolo è “Artificial Intelligence in Science: Challenges, Opportunities and the Future of Science”. L’opera può essere scaricata come PDF o letta online in webbook format dal sito: https://www.oecd-ilibrary.org/sites/a8d820bd-en/index.html?itemId=/content/publication/a8d820bd-en&_csp_=be7a6e5e377bf806fc0a37f89d460d76&itemIGO=oecd&itemContentType=book, sia interamente sia per capitoli.

Il libro si concentra sul ruolo che l’intelligenza artificiale (IA) può avere sull’attività di ricerca e, in particolare, su come potrebbe aumentarne la produttività scientifica. Discute di come, applicando l’IA alla ricerca, si possa migliorare la capacità di scoprire nuove conoscenze scientifiche, e di farlo in maniera più efficiente e più rapida. Il libro raccoglie i contributi di eminenti scienziati e professionisti, ma è scritto in un linguaggio non tecnico accessibile a tutti, decisori politici e stakeholder del mondo della ricerca.

Alla prima parte dell’opera, che affronta il tema della sostenibilità del progresso tecnico-scientifico, ha contribuito anche Giovanni Abramo dell’Istituto di analisi dei sistemi ed informatica “Antonio Ruberti” (Cnr-Iasi), con un saggio sul ruolo della bibliometria nella misurazione della produttività scientifica. Dopo aver dimostrato perché i più popolari indicatori di performance (numero di pubblicazioni, citazioni medie, h index) non sono validi, Abramo propone un indicatore di produttività, FSS (valore dell’output per unità di spesa in ricerca), fondato sulla teoria microeconomica della produzione, e mostra con la sua applicazione che la produttività dei ricercatori italiani è in continua ascesa, anche grazie a sistemi incentivanti quali la VQR e l’ASN, introdotti dal governo nei primi anni dello scorso decennio.

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