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Ricercatori del Cnr studiano le rocce della Mongolia

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Ricercatori del Cnr studiano aree della Mongolia dove i movimenti delle placche tettoniche hanno portato in superficie rocce del mantello molto profonde e antiche

Un gruppo di 11 ricercatrici e ricercatori  dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igg), del Deep Carbon Lab dell’Università di Bologna e dell’Università di Napoli Federico II è stato coinvolto in un progetto multidisciplinare su carbonio, energia naturale e vita microbica in diverse aree della Mongolia dove i movimenti delle placche tettoniche hanno portato in superficie rocce del mantello molto profonde e antiche.

L’obiettivo della missione è trovare nelle rocce evidenze passate di formazione di fluidi ricchi in idrogeno naturale e carbonio generati a decine di chilometri di profondità all’interno della Terra. Questi fluidi sono sorgenti energetiche importanti per le forme di vita microbica che popolano il sottosuolo e la crosta terrestre per diversi chilometri di profondità e che costituiscono uno degli ecosistemi più grandi del nostro pianeta.

Le rocce del mantello che generano questi fluidi, oltre a supportare le comunità microbiche subsuperficiali, contribuiscono anche al sequestro dell’anidride carbonica tramite la formazione di minerali come i carbonati e la grafite.

Le rocce oggetto di studio si trovano nelle zone desertiche e remote della Mongolia, negli altipiani della regione del Gobi- Altaj, tra 2500 e 3500 metri di altitudine, in particolare nel massiccio di Naran e nel distretto di Chandmani. Questi massicci rocciosi raccontano il viaggio che i fluidi profondi hanno fatto risalendo dalle porzioni più profonde della litosfera fino a raggiungere quelle dove la vita microbica può sopravvivere. Lo studio ci darà indicazioni su come utilizzare queste rocce per il sequestro mineralogico della CO2 atmosferica.

La missione è coordinata dal Prof. Alberto Vitale Brovarone del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna, con il progetto finanziato dal Consiglio Europeo delle Ricerche ERC DeepSeep e in collaborazione con il progetto ERC CoEvolve coordinato dal Prof. Donato Giovannelli del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

La missione vede il coinvolgimento del Cnr-Igg con Samuele Agostini, Chiara Boschi e Gianluca Frasca. In particolare, Chiara Boschi, contribuisce con l’esperienza acquista dal progetto europeo Horizon2020 GECO, sulla tematica del sequestro mineralogico di CO2 in serpentiniti, Samuele Agostini si occupa di studi isotopici per tracciare l’origine dei fluidi e Gianluca Frasca ha curato gli studi in affioramento per la parte dell’assetto strutturale delle rocce del mantello per capire la migrazione dei fluidi profondi.

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