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Beta-Talassemia e anemia falciforme: arrivano conferme per la exa-cel

Anemia falciforme: si fermano due studi clinici di fase I/II e di Fase III con la terapia genica per sospetti casi di cancro 

Beta-talassemia e anemia falciforme: dal Congresso annuale dell’Associazione Europea di Ematologia conferme per la exa-cel, la prima terapia CRISPR

Entrambi gli studi registrativi per exagamglogene autotemcel (exa-cel) condotti in pazienti affetti da beta-talassemia trasfusione-dipendente (TDT) e da anemia falciforme (SCD) hanno raggiunto gli endpoint primari e secondari chiave. I risultati sono stati presentati al Congresso annuale dell’Associazione Europea di Ematologia (EHA) a Francoforte.

“Questi dati confermano il potenziale di exa-cel nel rendere i pazienti con talassemia indipendenti dalle trasfusioni e quelli con anemia falciforme liberi da crisi vaso occlusive, con un significativo miglioramento della qualità della vita”, ha dichiarato Franco Locatelli, Professore di Pediatria all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Direttore del Dipartimento di Ematologia e Oncologia Pediatrica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. “Questa terapia offre una potenziale cura per i pazienti affetti da talassemia trasfusione-dipendente o da anemia a cellule falciformi, oltre a mostrare un profilo di sicurezza favorevole”.

Nuovi dati dagli studi clinici di exa-cel
Sia CLIMB-111 che CLIMB-121 hanno raggiunto l’endpoint primario e l’endpoint secondario chiave nell’analisi ad interim pre-specificata per entrambi studi. Queste analisi hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di exa-cel in pazienti con TDT e SCD negli studi di Fase 3 in corso e nello studio di follow-up a lungo termine CLIMB-131. I dati condivisi riguardano 83 pazienti (48 con TDT e 35 con SCD) a cui è stato somministrato exa-cel con un follow-up fino a 43,7 mesi. Tutti i pazienti trattati con exa-cel hanno dimostrato un beneficio clinico e questi dati continuano a dimostrare il profilo potenzialmente trasformativo di exa-cel.

Efficacia di exa-cel nei pazienti con beta-talassemia trasfusione-dipendente
Dei 48 pazienti con TDT che avevano ricevuto exa-cel al momento dell’analisi, più della metà (58,3%) presenta genotipi associati a malattia grave, beta-zero/beta-zero o altri genotipi gravi simili a beta-zero. Al momento del data cut, 27 pazienti TDT erano valutabili per l’endpoint primario e per quello secondario chiave.

Efficacia di exa-cel in pazienti con anemia falciforme
Dei 35 pazienti con SCD che avevano ricevuto exa-cel, 17 pazienti erano valutabili per l’endpoint primario e per l’endpoint secondario al momento del data cut.

Sicurezza di exa-cel in tutti i pazienti
Il profilo di sicurezza di exa-cel è stato, generalmente, coerente con il condizionamento mieloablativo con busulfano e il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche. Tutti i pazienti hanno avuto l’attecchimento dei neutrofili e delle piastrine dopo l’infusione di exa-cel.

Come precedentemente riportato, due pazienti TDT hanno avuto eventi avversi seri (SAE) considerati correlati al prodotto. Un paziente ha avuto 3 SAE considerati correlati: linfoistiocitosi emofagocitica (HLH), sindrome da distress respiratorio acuto e cefalea e 1 SAE, sindrome da polmonite idiopatica, che è stato considerato correlato sia ad exa-cel che al busulfano. Tutte e 4 i SAE si sono verificati nel contesto di HLH nel periodo peri-trapianto e si sono risolti. Un paziente ha avuto eventi avversi seri di ritardato attecchimento dei neutrofili e trombocitopenia, entrambi considerati correlati ad exa-cel e busulfano, ed entrambi risolti. Tra i 35 pazienti con SCD, non ci sono stati SAE considerati correlati ad exa-cel.

Come precedentemente riportato, un paziente adulto con SCD ha sviluppato polmonite e insufficienza respiratoria in seguito ad infezione da SARS-CoV-2, con conseguente decesso. Lo sperimentatore ha valutato gli eventi come non correlati ad exa-cel. Non ci sono stati altri decessi o interruzioni e non si sono verificate neoplasie in nessuno dei due studi.

La tecnica di editing genico in questi studi
Le cellule staminali e progenitrici ematopoietiche dei pazienti arruolati in questi studi saranno raccolte dal loro sangue periferico e modificate utilizzando la tecnica CRISPR/Cas9. Le cellule modificate, exa-cel, verranno quindi re-infuse nel paziente nell’ambito di un trapianto di cellule staminali (HSCT), un processo che prevede, tra le altre cose, un trattamento con un condizionamento mieloablativo con il busulfano. Nei pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche potrebbero anche manifestarsi effetti indesiderati (da lievi a gravi) non correlati alla somministrazione di exa-cel. I pazienti saranno inizialmente monitorati per determinare quando le cellule modificate inizieranno a produrre cellule ematiche mature, un processo noto come attecchimento (engraftment). Dopo l’attecchimento, i pazienti continueranno a essere monitorati per osservare l’impatto di exa-cel su diversi parametri di valutazione della malattia e sulla sicurezza.

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