Le donne che hanno il prediabete prima della transizione alla menopausa presentano un rischio maggiore di subire una frattura più avanti nella vita rispetto a quelle non prediabetiche, indipendentemente dalla densità minerale ossea, secondo uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open.

La malattia ossea diabetica e le fratture sono sempre più riconosciute come complicanze d’organo del diabete e attualmente non è chiaro se anche il prediabete sia un fattore di rischio per le fratture, hanno premessi gli autori guidati da Albert Shieh del dipartimento di medicina presso la David Geffen School of Medicine dell’Università della California, Los Angeles.

Si tratta di un’associazione plausibile, considerato che dati recenti mostrano che il prediabete è associato a un minore ricambio osseo e a una peggiore microarchitettura ossea trabecolare. Inoltre una maggiore insulino-resistenza è associata a una minore densità minerale ossea (BMD), a un punteggio osseo trabecolare inferiore, a indici inferiori di forza dell’anca e a una più rapida perdita ossea, tutti fattori di rischio per le fratture.

«Stabilire se il prediabete è un fattore di rischio per le fratture ha potenziali implicazioni per la salute pubblica» hanno scritto i ricercatori. «Quasi un adulto su tre negli Stati Uniti ha il prediabete, ma i medici discutono sulla necessità di trattarlo, in parte perché il prediabete non è stato direttamente collegato a complicanze d’organo. I nostri risultati suggeriscono che avere costantemente un livello di glicemia a digiuno nel range del prediabete prima della transizione alla menopausa può essere un fattore di rischio indipendente per la frattura».

Il primo obiettivo di questo studio era valutare se il prediabete tra le donne di mezza età fosse associato a successive fratture in assenza di diabete di tipo 2, concentrandosi sulla transizione alla menopausa, quando e il rischio di fratture accelera. Dato che il prediabete può influenzare la densità minerale ossea, il secondo obiettivo era valutare se la potenziale associazione del prediabete con la frattura fosse indipendente dalla densità minerale ossea.

Valutazione dell’associazione tra prediabete e fratture dopo la menopausa
I ricercatori hanno raccolto dati da quasi 1.700 donne che hanno partecipato alla coorte ossea dello Study of Women’s Health Across the Nation (SWAN) a partire dal 1996 (età media 49,7 anni). Sono state incluse nell’analisi quelle che hanno completato almeno una visita prima e dopo l’inizio della transizione alla menopausa, che non stavano assumendo un farmaco per la salute delle ossa prima della transizione alla menopausa e non avevano il diabete di tipo 2.

Venivano considerate affette da prediabete se avevano un livello di glicemia a digiuno compresa tra 100 e 125 mg/dl e se non stavano assumendo farmaci per il diabete in nessuna visita. L’insorgenza di fratture dopo l’inizio della transizione alla menopausa è stata segnalata tramite questionari standardizzati.

Il 13,3% delle partecipanti aveva il prediabete durante almeno una visita prima della transizione alla menopausa e l’8% è andata incontro a una frattura durante la transizione o dopo la menopausa. Nuovi casi di fratture si sono verificati nell’11,1% delle donne con prediabete e nel 7,6% di quelle senza, con un tempo medio di 10 anni dall’inizio della transizione della menopausa al momento della frattura.

Rischio maggiore di fratture indipendentemente dalla densità minerale ossea 
Dopo l’aggiustamento per le covariate, le donne con prediabete durante ogni visita prima della transizione alla menopausa avevano un rischio più elevato di subire una frattura rispetto a quelle non prediabetiche (HR aggiustato = 2,2). È stato osservato un aumento del rischio di fratture per le donne con prediabete durante il 75% delle visite (aHR = 1,81), il 50% delle visite (aHR = 1,48) e il 25% delle visite (aHR = 1,22) prima della transizione alla menopausa rispetto alle donne senza prediabete. Le associazioni erano simili dopo ulteriori aggiustamenti per la densità minerale ossea della colonna lombare e del collo del femore.

Nelle analisi di sensibilità, le partecipanti con prediabete durante qualsiasi visita prima della transizione alla menopausa avevano un rischio più elevato di fratture rispetto alle donne senza prediabete nei modelli aggiustati per la BMD della colonna lombare (aHR = 2) e del collo femorale (aHR = 2,02).

Le pazienti con prediabete durante qualsiasi visita prima della transizione alla menopausa avevano un rischio più elevato di fratture non vertebrali maggiori rispetto a quelle senza prediabete dopo aggiustamento per la BMD della colonna lombare (aHR = 2,65) e del collo femorale (aHR = 2,71).

«In questo studio di coorte su donne di mezza età, il prediabete prima della transizione alla menopausa è risultato associato a un rischio maggiore di successive fratture durante e dopo la transizione, indipendentemente dalla densità minerale ossea» hanno concluso i ricercatori. «Dal momento che le fratture nella mezza età sono associate a ulteriori fratture in età avanzata, la ricerca futura potrebbe valutare se il trattamento del prediabete prima della transizione alla menopausa sia in grado di ridurre questo rischio più avanti nella vita».

Referenze

Shieh A et al. Prediabetes and Fracture Risk Among Midlife Women in the Study of Women’s Health Across the Nation. JAMA Netw Open. 2023 May 1;6(5):e2314835. 

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