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“A corpo vivo” è la nuova raccolta di poesie di Anna Segre

nicoletta manni

Nelle librerie e online ‘A corpo vivo’, la nuova raccolta di poesie di Anna Segre. Per la poetessa, già vincitrice del Premio Camaiore 2022, “se non c’è desiderio non c’è vita”

“Questo discorso amoroso spezzato in 84 poesie, che ad ogni riga vanno accapo, che si dividono per pagine, è in realtà una sola frase, pronunciata come unica fino alla fine, è una tela senza giunte, dove l’interpunzione serve solo a prendere fiato. È un viaggio nei processi del pensiero, nel dentro dello sperare, del volere, ma anche un tentativo di caravella. Prima delle caravelle, l’oceano era come una montagna d’acqua inaffrontabile, invalicabile: si navigava seguendo la costa. Il desiderio ha cercato di costruire caravelle per arrivare all’India dell’altra donna. Arrivare e scoprire, conoscere, esplorare. Avventurarsi, a dispetto del pericolo. C’è qualcosa di più rischioso che amare davvero qualcuno?”.

Lo scrive Anna Segre, medico psicoterapeuta, poetessa, già vincitrice del Premio Camaiore 2022, nell’introduzione della sua ultima raccolta di poesie ‘A corpo vivo’, libro che nasce dal desiderio, che è motore di vita poiché, come Segre sostiene, “se non c’è desiderio non c’è vita” dichiara in un’intervista.
“L’amore è terribile- dice ancora- e quando arriva, causa senza dubbio uno stato alterato di coscienza. Amore è una parola fraintesa e con ombre incredibili. L’amore è un Dio ed è una cosa talmente più grande rispetto a quello che noi siamo in grado di dire che è impossibile spiegare. È una forza tanto rivoluzionaria, politicamente incavalcabile, che tutti i sistemi – da quello religioso a quello dello Stato a quello etico – per quanto vogliano definirlo e irreggimentarlo non riescono. Il tentativo di sfruttarlo è continuo perché si vuole a tutti i costi che l’amore sia qualcosa, mentre l’amore per ciascuno è cosa diversa e lo è in senso assoluto”.

Non a caso infatti Franca Alaimo nella prefazione sottolinea “l’oggetto del dire, cioè il sentimento amoroso, non trova definizioni e si rifugia nel termine approssimativo e colloquiale di ‘coso’, oppure cerca un’identificazione con un elemento già esistente in natura che gli si approssimi per vastità, mutevolezza, oppositività simbolica di vita e morte: una metafora, insomma, dell’ineliminabile conflitto all’interno di ogni relazione d’amore, ma anche di un desiderio di fusione fisica assoluta”.

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