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Sistemi di videosorveglianza pubblici: quando si può accedere alle registrazioni

telecamere di videosorveglianza

Quando un privato può accedere alle informazioni pubbliche di videosorveglianza? Quali le garanzie a tutela della riservatezza e dei dati personali di terzi? Risponde il Cnr

Le immagini conservate in sistemi di videosorveglianza urbana rientrano nella nozione di ‘documento amministrativo’ per cui possono formare oggetto di accesso da parte dei cittadini.

Ma fino a quale punto un privato può accedere alle informazioni pubbliche di videosorveglianza? Quali le garanzie a tutela della riservatezza e dei dati personali di terzi? Le nuove tecnologie sapranno garantire la giusta conformità alle regole senza costrizioni eccessive e generalizzate?

Indubbiamente la tecnologie possono apportare un notevole contributo, se non una svolta, nella gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica nell’interesse dell’intera collettività, ma è indubbio che hanno un forte impatto sul diritto al rispetto della vita privata delle persone e sul diritto alla protezione dei dati di carattere personale, previsti rispettivamente dall’art. 7 e 8 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea.

Nella recente decisione del TAR della Campania (Sezione Sesta, 2/5/2023 n. 2608) è stato riconosciuto il diritto di un cittadino alla visione e copia delle immagini registrate da un sistema di videosorveglianza urbana, valutate indispensabili per verificare la dinamica del sinistro che ha coinvolto la sua automobile parcheggiata in una strada pubblica e per poter individuare il numero di targa del veicolo danneggiante, al fine di poter risalire al proprietario e avanzare richiesta di risarcimento dei danni. Dovendo però dar conto del contrapposto diritto alla riservatezza di soggetti “terzi”, estranei alla vicenda in questione, il Tar ha fissato le necessarie cautele e limitato l’accesso «alle specifiche immagini da cui si evinca la dinamica del sinistro» le uniche considerate strettamente indispensabili alla difesa della ricorrente «con oscuramento delle parti di immagini che ritraggano persone o contengano ulteriori dati afferenti a soggetti estranei alla vicenda».

Il punto di equilibrio tra le contrapposte esigenze di libertà e sicurezza sembra conquistato. E ben venga se nell’interesse dell’intera collettività, cui sono istallate le telecamere pubbliche, viene occasionalmente soddisfatto anche l’interesse di un cittadino alla tutela dell’integrità della proprietà privata.

Tuttavia, resta aperto il tema di una sorveglianza sociale. I sistemi di videosorveglianza sono sempre più diffusi e anche se non adoperati per realizzare una sorveglianza di massa, come avviene da tempo in altri paesi, essi tendono a modificare le nostre azioni: sapere di essere osservati mette un freno ai nostri comportamenti.

La presenza di telecamere può portare a una riduzione dei comportamenti antisociali e a una maggiore sicurezza pubblica. Ma un ambiente sempre più allineato alle regole saprà evitare una compressione generalizzata della vita privata delle persone? Sotto tale prospettiva non è facile garantire un uso proporzionato e legittimo di tali sistemi.

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