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Chirurgia della colonna vertebrale: bene sufentanil sublinguale per il dolore

Il sufentanil sublinguale ha controllato efficacemente il dolore postoperatorio da moderato a severo nei pazienti sottoposti a chirurgia della colonna vertebrale

Il sufentanil sublinguale ha controllato efficacemente il dolore postoperatorio da moderato a severo nei pazienti sottoposti a chirurgia della colonna vertebrale

Il sufentanil sublinguale ha controllato efficacemente il dolore postoperatorio da moderato a severo nei pazienti sottoposti a chirurgia della colonna vertebrale, in uno studio osservazionale presentato al congresso dell’American Society of Anesthesiologists.

Non ci sono stati eventi avversi apparenti con la somministrazione sublinguale, ma i ricercatori hanno riconosciuto la necessità di ulteriori ricerche prospettiche per corroborare i loro risultati.
“Ho un interesse personale nel ridurre il dolore postoperatorio e i pazienti sottoposti a chirurgia della colonna vertebrale spesso avvertono un dolore significativo durante i primi tre giorni dopo l’intervento”, ha affermato Laura Mendez-Pino, ricercatrice presso il Dipartimento di Anestesia del Brigham and Women’s Hospital, a Boston. “Inoltre, un’adeguata gestione del dolore postoperatorio è fondamentale per migliorare la qualità della vita del paziente durante il periodo di recupero”.

L’FDA ha approvato le compresse sublinguali di sufentanil nel 2018, ma nessuno studio fino ad oggi ha esaminato la sicurezza e l’efficacia del farmaco nei pazienti sottoposti a chirurgia della colonna vertebrale.
Anche in Italia il sufentanil sublinguale è approvato solo per uso ospedaliero ed è indicato per la gestione del dolore post-operatorio acuto da moderato a severo in pazienti adulti.

I ricercatori hanno arruolato nello studio 30 pazienti adulti sottoposti a chirurgia della colonna vertebrale e hanno confrontato i loro dati con quelli di due coorti di controllo storiche di 80 pazienti ciascuna.
I pazienti in ciascun braccio sono stati sottoposti a un regime di anestesia generale standard. Quelli del primo braccio di controllo hanno ricevuto remifentanil intraoperatorio, mentre quelli del secondo gruppo di controllo hanno ricevuto un’infusione intraoperatoria di sufentanil.

I pazienti nel braccio prospettico hanno anche ricevuto un’infusione intraoperatoria di sufentanil, seguita da una dose di sufentanil sublinguale immediatamente dopo l’estubazione e, idem coloro che riportavano un punteggio del dolore su una scala di valutazione numerica superiore a 3, ogni ora successiva nel PACU (Post Anesthesia Care Unit ).
L’idromorfone per via endovenosa è stato utilizzato per il dolore episodico intenso in tutti e tre i gruppi. Tutti i pazienti nello studio sono risultati rientrare nelle classificazioni dello stato fisico ASA I-III e avevano subito un intervento chirurgico alla colonna vertebrale per un massimo di tre livelli, con una degenza programmata.

Ricordiamo la classificazione redatta dalla Società americana di anestesiologia (ASA – American Society of Anesthesiologists) universalmente riconosciuta, secondo cui i rischi sono classificati in:
ASA 1: Paziente sano;
ASA 2: Paziente con malattia lieve senza limitazioni funzionali;
ASA 3: Paziente con malattia grave con modica limitazione;
ASA 4: Paziente con malattia grave con limitazione importante.

Durante il congresso la dott.ssa Mendez-Pino ha dichiarato: “Nel gruppo prospettico, abbiamo valutato il dolore e i potenziali effetti collaterali ogni 15 minuti durante le prime due ore nel PACU. L’esito primario dello studio era la differenza nei punteggi del dolore PACU tra i tre gruppi.

Riduzione del dolore e uso di oppioidi
Dopo l’analisi di regressione lineare multivariata aggiustata per età, sesso, indice di massa corporea, classificazione dello stato fisico ASA, invasività chirurgica e anamnesi farmacologica, i ricercatori hanno scoperto che i pazienti che hanno ricevuto compresse sublinguali di sufentanil hanno ottenuto punteggi medi del dolore significativamente più bassi nella PACU (3,2±2,4) rispetto a quelli dei gruppi di controllo con infusione di remifentanil (5,7±2,2) o sufentanil (5,0±2,4).

Inoltre, i pazienti nel gruppo sufentanil sublinguale non hanno manifestato livelli elevati di depressione respiratoria o nausea e vomito postoperatori rispetto ai due gruppi di controllo storici.
“Abbiamo anche scoperto che c’era una differenza significativa a favore del sufentanil sublinguale in termini di consumo medio equivalente di morfina, che era circa il 33% in meno rispetto al gruppo remifentanil e il 35% in meno rispetto al gruppo di infusione di sufentanil” ha precisato l’autore, aggiungendo: “Inoltre, i pazienti con sufentanil sublinguale hanno richiesto meno oppioidi nel periodo postoperatorio, il che presumiamo sia probabilmente dovuto alla farmacocinetica del sufentanil sublinguale”.

I risultati aprono la porta a una sperimentazione clinica randomizzata, ha detto. “Vorremmo anche analizzare le traiettorie del dolore postoperatorio con questi tre regimi. L’attuale studio ha esaminato solo le prime due ore nel PACU e vorremmo approfondirlo ulteriormente nella ricerca futura perché, come sappiamo, le traiettorie positive del dolore postoperatorio possono portare a dolore cronico”.
Nonostante questi risultati, Mendez-Pino non era pronta a cambiare pratica. “In realtà è solo uno studio pilota”, ha osservato. “Preferisco aspettare i risultati dello studio randomizzato”.

Necessità di ulteriori prove
Per Alparslan Turan, professore e vicepresidente del Department of Outcomes Research presso la Cleveland Clinic, la metodologia dello studio limita l’applicabilità dei suoi risultati. “Mi piacerebbe vedere un confronto testa a testa con altri oppioidi orali in uno studio controllato randomizzato piuttosto che confronti storici. Detto questo, so che il farmaco funziona bene: lo abbiamo usato nelle procedure addominali in uno studio precedente e i pazienti erano molto contenti del farmaco”.

“Tuttavia, è importante ricordare che alla fine, il sufentanil sublinguale è ancora un oppioide e i medici stanno cercando di evitare l’uso di oppioidi. Nella chirurgia della colonna vertebrale, ad esempio, cerchiamo di utilizzare l’analgesia multimodale in modo da poter ridurre il consumo di oppioidi. Quindi sì, il sufentanil sublinguale evita la somministrazione endovenosa di oppioidi”, ha detto Turan, “ma allo stesso tempo ci sono molti oppioidi orali, tutti relativamente economici rispetto al sufentanil sublinguale”.

L. Mendez-Pino 2022 Annual meeting of the American Society of Anesthesiologists (abstract A4262)

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