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Asma allergico: benefici da supplementazione vitamina D3

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Asma allergico: supplementazione di vitamina D3 associata a un miglioramento della sintomatologia e alla riduzione del ricorso agli steroidi

I pazienti asmatici che ricorrono alle supplementazioni di vitamina D3 sperimentano, stando ai risultati di uno studio pubblicato su The Journal of Allergy and Clinical Immunology: Global, una malattia con decorso meno grave, nonché una riduzione della sintomatologia giornaliera.

I pazienti che sono ricorsi alla supplementazione, inoltre, hanno avuto meno bisogno di ricorrere al trattamento con steroidi.

Razionale e disegno dello studio
La vitamina D3 (colecalciferolo) nel contesto dell’asma è stata ampiamente oggetto di studi e discussioni negli ultimi decenni, ricordano i ricercatori nell’introduzione al lavoro pubblicato. Studi precedenti hanno dimostrato che la carenza di vitamina D3 è associata a fenotipi asmatici più gravi, soprattutto nei bambini, nonché all’inefficacia dei farmaci e all’aumento delle esacerbazioni.

Ciò premesso, ancora oggi I meccanismi attraverso i quali la Vitamina D3 potrebbe modulare la risposta immunitaria nei pazienti con asma risultano poco chiari.

L’obiettivo di questo studio è stato quello di analizzare l’importanza di livelli sierici sufficienti di Vitamina D3 in diverse coorti di pazienti con asma (bambini e adulti). Per approfondire i meccanismi degli effetti immunoregolatori della Vitamina D3, i ricercatori hanno anche messo a punto un modello murino di asma allergico per confrontare la risposta immunitaria in carenza di Vitamina D3 con quella ottenuta in presenza di livelli vitaminici sufficienti.

Risultati in età pediatrica
Lo studio europeo PreDicta comprendeva due coorti di 24 bambini con asma e 22 controlli di età compresa tra 4 e 6 anni. I partecipanti con asma sono stati suddivisi in sottogruppi sulla base della supplementazione o meno di vitamina D3. La dose esatta e la durata dell’assunzione regolare di vitamina D3 variavano all’interno dei gruppi, da almeno 1.000 UI al giorno fino a 20.000 UI settimanali per diversi mesi.

I ricercatori hanno valutato il controllo dei sintomi dell’asma attraverso le linee guida della Global Initiative for Asthma (GINA) 2005. I livelli di controllo dell’asma variavano da “non controllato” (10,53%) a “parzialmente controllato” (36,84%) e “controllato” (52,63%) tra i bambini che non erano stati supplementati con vitamina D3 e da “parzialmente controllato” (20%) a “controllato” (80%) tra quelli sottoposti ad intervento di supplementazione vitaminica D3.

Nessuno dei bambini del gruppo che aveva fatto ricorso all’impiego di supplementazioni di vitamina D ha riferito di sperimentare sintomi quotidiani legati all’asma, anche se l’80% li aveva avvertiti meno di una volta alla settimana e il 20% rimanente una o più volta  alla settimana.

Considerando il gruppo di piccoli pazienti non supplementati, è emerso che il 15,79% aveva riportato sintomi quotidiani, il 52,63% sintomi meno di una volta alla settimana e il 31,58% sintomi una o più volte alla settimana.
Analogamente, il 60% dei piccoli pazienti supplementati con vitamina D3 gruppo ha riportato sintomi notturni meno di due volte al mese e il 40% più di una volta alla settimana.

Il gruppo non supplementato, invece, ha riferito di averli sperimentati più di una volta alla settimana (26,32%), meno di due volte al mese (52,63%) e più di due volte al mese (21,05%).

L’impiego quotidiano di steroidi è stato riferito dall’84,2% di coloro che non facevano uso di supplementazioni di vitamina D3 e dal 60% di coloro che ne facevano uso. Inoltre, i ricercatori hanno dichiarato di aver trovato correlazioni positive significative tra i livelli sierici di 1,25-OH-vitamina D3 e livelli più elevati di IL-7 nei surnatanti delle cellule mononucleari del sangue periferico (PBMC) coltivate e non stimolate.

Da ultimo, è stata riscontrata l’esistenza di un’associazione tra  livelli sierici elevati di vitamina D3 e maggiore espressione di IL-10 mRNA nel sangue dei bambini con asma, ma non nel gruppo di controllo.

Nel gruppo di controllo è stata riscontrata l’esistenza di un’associazione tra livelli sierici più elevati di vitamina D3 e una maggiore espressione della proteina 1 di maturazione indotta dai linfociti B (Blimp-1), che controlla la risposta immunitaria delle cellule T helper, come pure nelle cellule PMBC coltivate e non stimolate.

L’insieme di questi risultati, pertanto, indica un ruolo risolutivo dell’asma per la vitamina D3 in questa popolazione.

Risultati in pazienti adulti
Lo studio AZCRA (Investigation of the role of cytokines, chemokines, and their receptors in the inflammatory process in asthma patients) aveva reclutato 26 pazienti adulti asmatici che erano stati supplementati o meno con vitamina D3 e 19 controlli sani. I risultati ottenuti in questo studio sono stati simili a quelli ottenuti nella coorte pediatrica.

Le linee guida GINA 2009 hanno indicato la presenza di un asma “parzialmente controllato” nel 63,46% dei pazienti e un asma “controllato” nel 36,36% dei pazienti supplementati, nonché un asma “non controllato”, “parzialmente controllato” e “controllato” nel 21,43%, 57,14% e 21,43% dei pazienti non supplementati, rispettivamente.

Il gruppo che faceva uso di supplementazioni di vitamina D3 ha accusato sintomi diurni tutti i giorni (27,27%), meno di una volta alla settimana (27,27%) o una o più  volte alla settimana  (45,45%).
Anche il gruppo che non aveva fatto ricorso a questo intervento ha presentato sintomi quotidiani (28,57%), meno di una volta alla settimana (21,43%) e una o più volte alla settimana o più (50%).

Inoltre, il 18,18% dei pazienti del gruppo che era stato supplementato non ha mai avuto sintomi notturni, il 54,55% li ha avuti meno di due volte al mese, il 18,18% li ha avuti più di una volta alla settimana e il 9,1% li ha avuti più di due volte al mese.

Tra i pazienti del gruppo che non era stato supplementato, invece, il 21,43% li ha avuti più di una volta alla settimana, il 7,14% più di due volte al mese e il 71,42% meno di due volte al mese.

L’impiego quotidiano di steroidi è stato riferito dal 92,9% di coloro che non facevano uso di supplementazioni di vitamina D3 e dal 54,5% dei pazienti supplementati.

Inoltre, come nello studio PreDicta, lo studio AZCRA ha riscontrato una significativa induzione di IL-10 nel surnatante di PBMC coltivate, provenienti da pazienti adulti con asma e stimolate con 1,25-OH-vitamina D3 rispetto alle cellule non stimolate.

È stata confermata, inoltre, l’esistenza di una correlazione significativa tra i recettori della vitamina D e l’espressione di Blimp-1 anche nelle PBMC appena isolate dei controlli, ma non in quelle dei pazienti con asma, in linea con i risultati del gruppo PreDicta.

Sulla base di questi risultati, i ricercatori hanno affermato che la supplementazione di vitamina D3 potrebbe avere una funzione immunosoppressiva e risolutiva nell’asma che potrebbe coinvolgere la regolazione delle cellule immunitarie attraverso Blimp-1.

Risultati ottenuti da modello murino
Dall’analisi dei risultati provenienti da topi con o senza asma, alimentati con diete ricche o carenti di vitamina D, è emerso che il supporto dietetico vitaminico ha portato a casi di asma meno gravi anche in questi topi. Inoltre, i topi che avevano una dieta arricchita di vitamina D3 presentavano livelli meno elevati di IgE.

Da ultimo, dosi più elevate di vitamina D3 hanno innescato reazioni antinfiammatorie nel sistema immunitario di questi topi, in particolare con l’IL-10 e con le cellule responsabili della sintesi di Blimp-1.
Il supporto vitaminico ha avuto un impatto anche sulle cellule T “memoria”, che fanno parte della risposta immunitaria a lungo termine nell’asma.

Riassumendo
Presi nel complesso, i risultati di questo studio indicano che l’assunzione di vitamina D3 (mediante supplementazione negli studi sull’uomo o con l’alimentazione nello studio su modello murino), determina manifestazioni cliniche di asma meno gravi; ciò implica che la vitamina D3 altera, mediante switch, le risposte immunitarie pro-infiammatorie in risposte immunitarie anti-infiammatorie nell’asma mediante stimolazione della produzione di Blimp-1 nelle cellule linfoidi innate di tipo 2 (ILC2).

Pur riconoscendo la bontà dei risultati ottenuti, i ricercatori hanno riconosciuto la necessità di confermare quanto osservato in studi più dettagliati sui meccanismi immunomodulatori della vitamina D3 nell’asma allergico.
E’ necessario, inoltre, dettagliare meglio i vantaggi legati alla dose della supplementazione impiegata: per fornire raccomandazioni chiare su dosi/durata/supplementazione regolare/temporanea di vitamina D3, è necessario analizzare, per fare qualche esempio, l’effetto dell’intervento di supplementazione in gruppi diversi per età, gravità dell’asma, farmaci concomitanti.

Bibliografia
Grund JC et al. Vitamin D3 resolved human and experimental asthma via B lymphocyte–induced maturation protein 1 in T cells and innate lymphoid cells. Allergy Clin Immunol Global. 2022;doi:10.1016/j.anai.2022.04.032.
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