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Obesità e diabete di tipo 2: con tirzepatide registrata perdita di peso

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Obesità e diabete di tipo 2: perdita di peso fino al 16% con tirzepatide secondo i dati che arrivano dallo studio SURMOUNT-2

I pazienti con obesità o sovrappeso e diabete di tipo 2 hanno perso fino al 15,7% (15,6 kg) del loro peso grazie al trattamento con il doppio agonista GLP-1/GIP tirzepatide, secondo i risultati del trial SURMOUNT-2 comunicati dalla compagnia sviluppatrice Eli Lilly.

Tirzepatide, approvato dalla Fda nel maggio 2022 per migliorare il controllo glicemico negli adulti con diabete di tipo 2 in aggiunta alla dieta ed esercizio fisico, è un doppio agonista del recettore del polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente (GIP) e del recettore del peptide-1 simile al glucagone (GLP-1), entrambi situati in aree cerebrali importanti per la regolazione dell’appetito.

Il farmaco è in fase III di sviluppo per gli adulti con obesità o sovrappeso con comorbilità legate al peso e in fase di studio come potenziale trattamento per le persone con obesità e/o sovrappeso con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione conservata (HFpEF), apnea ostruttiva del sonno (OSA) e steatoepatite non alcolica (NASH). Sono inoltre in corso studi nella malattia renale cronica (CKD) e nella morbilità/mortalità nell’obesità (MMO).

Studio sulla riduzione del peso corporeo
SURMOUNT-2, un trial di fase III multicentrico, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, ha confrontato l’efficacia e la sicurezza di due dosaggi di tirzepatide con il placebo in aggiunta a una dieta ipocalorica e a un aumento dell’attività fisica attività negli adulti con obesità o sovrappeso e diabete di tipo 2.

Ha coinvolto 938 partecipanti negli Stati Uniti, Argentina, Brasile, India, Giappone, Porto Rico, Russia e Taiwan, randomizzati in rapporto 1:1:1 per ricevere tirzepatide alla dose di 10 mg o 15 mg oppure placebo. I pazienti avevano un peso corporeo medio al basale di 100,7 kg e emoglobina glicata (HbA1c) media al basale dell’8,0%.

Gli endpoint co-primari erano dimostrare la superiorità del trattamento attivo nella variazione percentuale media del peso corporeo rispetto al basale e nella percentuale di pazienti in grado di perdere almeno il 5% del peso corporeo nel corso di 72 settimane rispetto al placebo.

Tutti i soggetti nei bracci tirzepatide hanno iniziato lo studio con una dose di 2,5 mg una volta alla settimana, poi aumentata in modo graduale a intervalli di quattro settimane fino alla dose finale di mantenimento di 10 mg (step 2,5 mg, 5 mg e 7,5 mg) o 15 mg (step 2,5 mg, 5 mg, 7,5 mg, 10 mg e 12,5 mg).

Fino al 16% di riduzione del peso corporeo con la dose più alta
In termini di efficacia, i partecipanti sottoposti a tirzepatide hanno ottenuto una riduzione media del peso del 13,4% (13,5 kg) con la dose da 10 mg e del 15,7% (15,6 kg) con la dose da 15 mg rispetto al 3,3% (3,2 kg) con il placebo. Inoltre ha perso almeno il 5% del proprio peso l’81,6% (10 mg) e l’86,4% (15 mg) dei soggetti in trattamento attivo rispetto al 30,5% del gruppo placebo.

Tirzepatide ha anche raggiunto tutti gli endpoint secondari chiave, che includevano la riduzione dei livelli di HbA1c e di altri parametri cardiometabolici. Il 41,4% (10 mg) e il 51,8% (15 mg) dei partecipanti trattati con tirzepatide ha ottenuto una riduzione del peso corporeo di almeno il 15% rispetto al 2,6% di quanti assumevano placebo. La riduzione della HbA1c rispetto al placebo è stata simile a quanto osservato negli studi SURPASS negli adulti con diabete di tipo 2.

Il profilo di sicurezza complessivo di tirzepatide non si è discostato da quanto già osservato nei precedenti trial SURMOUNT e SURPASS e dalle terapie a base di incretina approvate per il trattamento dell’obesità e del sovrappeso. Gli eventi avversi riportati più di frequente, che si sono verificati di solito durante il periodo di incremento della dose, erano correlati al tratto gastrointestinale e generalmente di gravità da lieve a moderata.

Quelli più comuni con tirzepatide (rispettivamente 10 mg e 15 mg) sono stati nausea (20,2%, 21,9%), diarrea (19,9%, 21,5%), vomito (10,9%, 13,2%) e costipazione (8,0%, 9,0%), in confronto al 6,3% (nausea), 8,9% (diarrea), 3,2% (vomito), 4,1% (stitichezza) con il placebo.

I tassi di interruzione del trattamento a causa di eventi avversi sono stati del 3,8% (10 mg), del 7,4% (15 mg) e del 3,8% (placebo). I tassi complessivi di interruzione del trattamento sono stati del 9,3% (10 mg), 13,8% (15 mg) e 14,9% (placebo).

L’azienda continuerà a valutare i risultati di SURMOUNT-2, che saranno presentati al prossimo congresso dell’American Diabetes Association (ADA) e pubblicati su una rivista peer-reviewed. Nelle prossime settimane prevede completare la presentazione dei dati alla Fda.

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