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Bpco: dupilumab candidato a primo e unico farmaco biologico

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Nuove conferme per l’impiego di dupilumab, aggiunto al top della terapia inalatoria standard, in pazienti con Bpco di grado moderato-severo

Con un comunicato stampa, Regeneron Pharmaceuticals Inc. e Sanofi hanno annunciato il soddisfacimento degli obiettivi (primario e secondari chiave) del trial BOREAS relativo all’impiego di dupilumab, aggiunto al top della terapia inalatoria standard, in pazienti con Bpco di grado moderato-severo ed evidenza di infiammazione di tipo 2. Nello specifico, il trattamento con dupilumab è risultato associato ad una riduzione statisticamente significativa delle esacerbazioni di malattia, nonché ad un miglioramento rapido e significativo della funzione polmonare rispetto al placebo.

Inoltre, il farmaco è stato in grado di indurre miglioramenti significativi relativamente alla qualità della vita e alla sintomatologia respiratoria.

I risultati dello studio BOREAS sono molto interessanti in quanto prefigurano il possibile impiego futuro di un farmaco biologico contro l’asma severo eosinofilico nel trattamento della Bpco, laddove non sono finora riusciti altri farmaci biologici per l’asma aventi come target IL-5 (o il suo recettore), probabilmente in ragione del diverso target citochinico (rappresentato da IL-4 e IL-13).

Risultati più dettagliati del trial verranno resi noti nei prossimi meeting scientifici previsti nel corso dell’anno.

I risultati hanno superato le attese di alcuni analisti di Wall Street e consentiranno alle aziende di chiedere l’approvazione Fda se un secondo studio in corso produrrà risultati positivi. Lo sapremo l’anno prossimo.

Lo studio BOREAS, in breve
BOREAS è uno dei due trial clinici del programma di studi clinici sull’impiego di dupilumab nella Bpco (NdR: i risultati del secondo trial previsto, lo studio NOTUS, sono previsti per il prossimo anno).

Lo studio di Fase III, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, ha valutato l’efficacia e la sicurezza di dupilumab in 939 pazienti adulti fumatori o ex fumatori di età compresa tra i 40 e gli 80 anni, affetti da Bpco di grado moderato-severo. Tutti i pazienti dello studio mostravano evidenza di infiammazione di tipo 2, misurata da una conta di eosinofili nel sangue ≥300 cellule/µL. Durante il periodo di trattamento di 52 settimane, i pazienti sono stati randomizzati a trattamento con dupilumab (n=468) o placebo (n=471) ogni due settimane in aggiunta ad una terapia tripla a base di corticosteroidi per via inalatoria (ICS), beta agonisti a lunga durata d’azione (LABA) e antagonisti muscarinici a lunga durata d’azione (LAMA). Il protocollo del trial permetteva il ricorso alla terapia doppia di mantenimento se gli ICS erano controindicati.

L’endpoint primario valutato era rappresentato dal tasso annualizzato di esacerbazioni acute moderate o gravi di Bpco. Nello specifico, erano definite “esacerbazioni moderate” quelle  necessitanti del ricorso a steroidi e/o antibiotici per via sistemica. Le esacerbazioni gravi, invece, erano quelle che avevano richiesto un ricovero ospedaliero, oppure più di un giorno di osservazione in Medicina d’Urgenza, o che avevano portato a decesso.

Gli endpoint secondari chiave includevano: la variazione dal basale della funzionalità polmonare (valutata mediante FEV1 pre-broncodilatazione) a 12 e 52 settimane; la variazione, dal basale a 52 settimane, del punteggio totale relativo a SGRQ (St. George’s Respiratory Questionnaire) rispetto al placebo; la proporzione di pazienti con un miglioramento di SGRQ ≥4 punti a 52 settimane; e la variazione dal basale a 52 settimane del punteggio dei sintomi riferiti dai pazienti (scala E-RS: The EXACT – Respiratory Symptoms) con Bpco.

I pazienti trattati con dupilumab hanno sperimentato:
– Una riduzione del 30% delle esacerbazioni acute moderate o gravi di Bpco ad un anno (p=0,0005; endpoint primario dello studio)
– Un miglioramento della funzione polmonare rispetto al basale di 160 mL a 12 settimane rispetto ai 77 mL del placebo (p<0,0001), con un beneficio rispetto al placebo che si è mantenuto fino alla settimana 52 (p=0,0003)

Dupilumab ha soddisfatto anche altri endpoint secondari chiave, tra cui il miglioramento della qualità di vita correlata alla salute riferita dal paziente, misurata dal St. George’s Respiratory Questionnaire (SGRQ) e la riduzione della gravità dei sintomi respiratori della Bpco, misurata dalla Evaluation Respiratory Symptoms: COPD (E-RS: COPD).

I risultati di safety sicurezza sono stati generalmente in linea con il profilo di sicurezza noto di dupilumab nelle sue indicazioni approvate. I tassi complessivi di eventi avversi (AE) sono stati del 77% per dupilumab e del 76% per il placebo. Gli eventi avversi più comunemente osservati con dupilumab rispetto al placebo comprendevano cefalea (8,1% dupilumab, 6,8% placebo), diarrea (5,3% Dupilumab, 3,6% placebo) e lombalgia (5,1% dupilumab, 3,4% placebo).

Gli AE più comunemente osservati con il placebo rispetto a dupilumab sono stati le infezioni del tratto respiratorio superiore (9,8% placebo, 7,9% dupilumab), l’ipertensione (6,0% placebo, 3,6% dupilimab) e COVID-19 (5,7% placebo, 4,1% dupilumab).

Informazioni su dupilumab
Sia IL-4 che IL-13 giocano un ruolo chiave nelle infiammazione a carico delle vie aeree respiratorie. Dupilumab è un anticorpo monoclonale totalmente umano che blocca la componente comune dei recettori per IL-4 e IL- 13, inibendone l’attività di segnalazione. È indicato per l’uso in pazienti con malattie infiammatorie di tipo 2, tra cui la dermatite atopica, l l’asma (indipendentemente dallo stato allergico) e la rinosinusite cronica con polipi nasali.

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