Site icon Corriere Nazionale

A “Vittime collaterali” su Rai 1 la lotta alla mafia

vittime collaterali

La lotta alla mafia, dal 1992 all’arresto di Matteo Messina Denaro, avvenuto il 16 gennaio 2023, al centro di “Vittime collaterali” nella notte di Rai 1

Trent’anni di lotta alla mafia, dal 1992 all’arresto di Matteo Messina Denaro, avvenuto il 16 gennaio 2023: li ripercorre “Vittime Collaterali”, il programma condotto da Emma D’Aquino, in onda lunedì 22 maggio alle 23.25 su Rai1, in occasione dell’anniversario della strage di Capaci. Emma D’Aquino ne parla con il Procuratore della Repubblica di Palermo, Maurizio De Lucia e con il Generale Mario Mori, ex Comandante del Ros dei Carabinieri, protagonista e testimone di quegli anni, che parla anche della sua vicenda processuale, alla luce della sentenza della Cassazione che lo scorso 27 aprile ha confermato l’assoluzione nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.
“La mafia è uguale a sé stessa ma è in grado di adattarsi e rinnovarsi, e così farà dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro”, sostiene De Lucia, commentando l’arresto del padrino, la cui figura ha fatto da filo conduttore alla storia di Cosa Nostra per questi trent’anni, partendo proprio dal 1993.

Un anno che fece molte “vittime collaterali” in seguito alle stragi. Come Daniele Gabrielli, che rimase ferito e perse la sua casa a Firenze, o Luigi Dainelli, Presidente dell’Associazione delle vittime della strage di via dei Georgofili, cognato di Fabrizio Nencioni e Angela Fiume, che morirono insieme alle loro bambine Nadia e Caterina, e allo studente Lino Capolicchio.

Un simile calvario lo ha vissuto Catia Cucchi, vittima e testimone della strage di via Palestro a Milano, il 27 luglio 1993, in cui perse la vita il suo collega vigile urbano, Alessandro Ferrari, con altri tre vigili del fuoco e un uomo senza fissa dimora.
In studio con Emma D’Aquino ci saranno Gregorio Porcaro, ex viceparroco di Brancaccio, spalla e amico di Don Pino Puglisi; il giornalista Lirio Abbate e in collegamento l’ex pm Giuseppe Ayala, che rappresentò l’accusa al maxiprocesso di Palermo.

Exit mobile version