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“Trenitalia” è il nuovo singolo di Doriah

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In rotazione radiofonica e disponibile online sulle piattaforme digitali il nuovo singolo di Doriah dal titolo “Trenitalia”, una collaborazione Freak&Chic e Giungla Dischi

Fuori il nuovo singolo di Doriah dal titolo “Trenitalia”, una collaborazione Freak&Chic e Giungla Dischi. I rimpianti, i sensi di colpa, gli amori non ricambiati, la sensazione di essere sempre in ritardo; un testo intimo e personale, estremamente autentico, di cui Doriah dice di essersi vergognato di averlo scritto per mesi, con la terribile sensazione di sentirsi nudo e impotente di fronte a sé stessi. Parole vomitate rabbiosamente direttamente dall’inconscio dell’autore, dal “fondo più fondo e più scuro”, dove si è sé stessi “con il coltello fra i denti e il pianto”.

“Un viaggio su un treno in ritardo, sempre in ritardo, verso le proprie scelte, che ci ostiniamo a pensare che siano sbagliate, a non accettare semplicemente come il meglio che riusciamo a fare in quel preciso momento della vita. Da qui tutti i malumori, i sensi di colpa, i “non detti”, e insomma quella pervasiva sensazione di essere sbagliati, di essere in ritardo che spesso ci accompagna. Una canzone tutto sommato di speranza, una canzone che invita a non sentirsi soli quando si provano tutte queste sensazioni disturbanti. Una canzone da ascoltare come antidoto quando si sta male e come veleno quando si sta bene”

Scopri il brano su Spotify: https://spoti.fi/3nBZcpq

BIO:

Doriah, all’anagrafe Federico Doria, è un cantautore siciliano, bolognese d’adozione, classe 1987, già attivo dalla fine degli anni Zero con il moniker El Señor Pablo. È stato vincitore di Italia Wave Sicilia nel 2015, anno in cui ha pubblicato l’EP interamente in siciliano “Comu si nun t’havissu vistu mai”; fa inoltre parte insieme a Luca Minelli del duo Gente Vergine, con cui ha pubblicato nel 2021 il singolo “Bologna Batticuore”. Definisce se stesso come “il gesto apotropaico che faresti se un dio ti dicesse che il senso della vita è che la vita non ha senso”. Sospese tra cantautorato classico e (post)post-moderno, le sue canzoni, spesso dissacranti e surreali, sanno anche essere insospettabilmente romantiche e, a loro modo, indubbiamente “pop”. Immerse in un mare fluttuante di sintetizzatori, oscillando tra riferimenti più disparati (da Lucio Dalla ai CCCP, dalla trap alla techno commerciale anni ’90) e in costante bilico tra iconografia e iconoclastia (da Hemingway a Sartre, da Maradona a Gesù Cristo, da PornHub a Non è la Rai).

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