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Prurigo nodularis: nemolizumab efficace sui sintomi di malattia

Prurigo nodularis, nuove speranze per i pazienti: risultati promettenti per la terapia con l'anticorpo monoclonale nemolizumab

Prurigo nodularis: da nuove analisi emerge l’impatto significativo di nemolizumab su segni e sintomi della malattia

Nei pazienti adulti affetti da prurigo nodularis, il trattamento con l’anticorpo monoclonale sperimentale nemolizumab ha mostrato risultati positivi in termini di efficacia, sicurezza, farmacocinetica e immunogenicità rispetto al placebo. Gli esiti del trial di fase III OLYMPIA 2 sono stati presentati in anteprima al congresso 2023 dell’American Academy of Dermatology (AAD).

La prurigo nodularis è una malattia cronica debilitante della pelle, caratterizzata da cutanei spessi che ricoprono vaste aree del corpo associati a prurito intenso. Colpisce circa 72 adulti su 100mila di età compresa tra 18 e 64 anni negli Stati Uniti, principalmente donne di mezza età e in modo sproporzionato le persone di origine africana.

Nemolizumab è un anticorpo monoclonale diretto contro il recettore alfa dell’interleuchina (IL)-31 che blocca la segnalazione della citochina, riconosciuta come driver di molteplici meccanismi patologici sia nella prurigo nodularis che nella dermatite atopica. Stimolando direttamente i neuroni sensoriali correlati al prurito e contribuendo all’infiammazione e alla disfunzione della barriera cutanea, la IL-31 funge da ponte tra il sistema immunitario e quello nervoso, agendo al contempo direttamente sulle cellule strutturali della cute.

Nemolizumab è un farmaco sperimentale che non ha ancora ricevuto l’approvazione in nessun paese. Ha ottenuto la designazione di Breakthrough Therapy dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense nel dicembre 2019 per il trattamento del prurito associato alla prurigo nodularis, status riconfermato nel febbraio 2023.

Miglioramento significativo di cute, prurito e sonno
Lo studio clinico OLYMPIA 2 di fase III, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, ha valutato l’efficacia e la sicurezza della monoterapia con nemolizumab rispetto al placebo in 274 pazienti di almeno 18 anni di età con prurigo nodularis da moderata a grave dopo un periodo di trattamento di 16 settimane. Ha anche esaminato la farmacocinetica e l’immunogenicità del farmaco sperimentale rispetto al placebo.

I risultati hanno mostrato che il trattamento con nemolizumab ha migliorato significativamente il prurito e le lesioni cutanee rispetto al placebo:

Gli endpoint secondari chiave hanno mostrato una rapida insorgenza dell’azione e miglioramenti significativi nel prurito e nei disturbi del sonno (p<0,0001) già alla settimana 4:

«OLYMPIA 2 è un elemento chiave del più ampio programma di sviluppo clinico di fase III mai intrapreso fino a oggi nella prurigo nodularis» ha commentato Shawn Kwatra, professore associato di dermatologia presso la Johns Hopkins University School of Medicine. «I risultati confermano il potenziale di questo anticorpo monoclonale iniettabile ogni quattro settimane mirato al recettore alfa della IL-31, con un effetto rapido sul prurito e sui disturbi del sonno, con conseguente miglioramento delle lesioni cutanee».

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