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Lupi avvelenati nel Parco Nazionale d’Abruzzo: caccia al killer

Arezzo, carcassa di lupo positiva al parassita Trichinella: può essere presente nella carne di suini e cinghiali e trasmettersi all’uomo

Nel Parco Nazionale d’Abruzzo, in una settimana, è stato sterminato il branco di lupi che viveva a Cocullo (L’Aquila). Morti anche grifoni e corvi che si erano nutriti delle carcasse

“Ci risiamo, ancora veleno, ancora una strage di animali selvatici: 9 lupi, 3 grifoni e 2 corvi imperiali trovati morti, quasi sicuramente a causa di bocconi avvelenati. Nel giro di una settimana è stato praticamente sterminato il branco di lupi che stanziava nella zona di Olmo di Bobbi, nota località in Comune di Cocullo (L’Aquila)”. In una nota il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise torna sulla strage di selvatici scoperta nei giorni scorsi. Le cause della strage devono essere ancora certificate dall’Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise, dove sono state portate le carcasse degli animali morti, “ma il rinvenimento nei giorni scorsi di alcuni bocconi intrisi di sostanze chimiche lascia pochi dubbi e apre scenari drammatici sul perché nel 2023 ci siano ancora persone legate ad attività arcaiche e vigliacche; persone che pensano di farsi giustizia da soli eliminando il ‘nemico’”, segnalano dal Parco.

“Continuiamo ad avere rispetto per la stragrande maggioranza degli allevatori onesti, ritenendo però ormai inaccettabile per chiunque la strage di animali che, almeno per ora, ha colpito lupi e grifoni”, denunciano dal PNALM, “abbiamo moltiplicato gli sforzi per la sensibilizzazione e la prevenzione e attivato il supporto determinante delle unità cinofile dei Carabinieri Forestali e del Parco, per questo non è più accettabile tollerare passivamente gli accadimenti ed è necessario che i Comuni, i proprietari dei pascoli e la Regione Abruzzo, adottino provvedimenti che colpiscano duramente questi comportamenti illeciti e criminali”.

Occorre adottare norme che vietino ogni e qualunque attività nelle aree interessate dalla presenza di esche e bocconi avvelenati, replicando cioè la norma già vigente per le aree percorse dal fuoco”, chiede il il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. “Solo così sarà possibile, anche grazie al contributo determinate della stragrande maggioranza di allevatori onesti, isolare i criminali che pensano di ricacciare la Regione verde d’Europa, portata a simbolo di convivenza tra uomo e grandi predatori, al medioevo culturale in cui i bocconi avvelenati erano lo strumento per eliminare componenti fondamentali degli habitat che tutti ci invidiano e che non possiamo certo perdere a causa di pochi delinquenti”, proseguono dal Parco.

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