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Ribaltavapori pubblica il nuovo singolo “Bianca”

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“Bianca” è il nuovo singolo di Ribaltavapori: un paesaggio domestico in bianco e nero nel brano disponibile sulle piattaforme digitali

Esce BIANCA, il nuovo singolo di RIBALTAVAPORI che anticipa l’uscita del disco d’esordio previsto per la primavera del 2023. Nel brano, che vede la produzione artistica di Sesto, Ribaltavapori raffigura una scena squisitamente contemporanea: una famiglia ha appena finito di consumare il pranzo di Natale, in una casa qualunque di una qualunque città italiana. Il padre dispensa sorrisi forzati, tradito dalle mani tremanti; la madre, ossessionata dall’ordine, macchia un tovagliolo col rossetto; la sorella provoca i presenti con durezza, mentre il marito non stacca gli occhi dal cellulare. Scendono fiumi di Chianti ed emozioni come piogge gelate. Fuori, un torpore denso, che non riesce a diradarsi.

RIBALTAVAPORI dipinge un paesaggio fantastico con le alte montagne di rabbia e un “non detto” strutturato e solido, che giace sotto una coltre di malinconia: lo fa con parole rapide e suoni morbidi, quasi a significare che in certi momenti non si può far altro che osservare con tenerezza chi amiamo e accettare con benevolenza la ruvidità del suo dolore.

Bianca parla di quel che resta del pranzo di Natale. Di quel senso di smarrimento che lascia la tavola quando rimane vuota. Le macchie della tovaglia rappresentano in senso metaforico tutti i problemi irrisolti di una famiglia che si ritrova durante le feste”.
Metà sardo, metà catalano, Antonio Uras, in arte RIBALTAVAPORI, porta dentro di sé tutta la grazia delle terre di confine: esattamente come Trieste, città che non gli ha dato i natali ma che lo ospita da diversi anni. Nella sua penna, la terra e il mare, umori come piccole zattere ed emozioni come colline che interrompono la monotonia dei campi, pensieri sospesi sui moli, in bilico su antichi pontoni-gru che si intravedono appena, tra le nebbie del porto.
Che abbia scelto di chiamarsi RIBALTAVAPORI non è un caso: questo è il nome che si usa da sempre a Trieste per il latterino (I), un pesce di mare dalla mole piccolissima, povero ma amatissimo, di cui non si scarta nulla. Come nella sua musica.

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